“È l’arte di aggirare la normalità. […] Le stelle marciano in ordine nel cielo, le stagioni scorrono una dopo l’altra con cadenza regolare, e gli uomini e le donne vivono e muoiono. Se ciò non accade, è magia, la prima deformazione dell’universo, alcune assi del pavimento piegate e deformate, in attesa che mani operose le sollevino”.
Da “L’Ultimo Guardiano”
Quella che avete appena letto è la definizione che colui il quale possiamo considerare l’essere più potente mai nato su Azeroth, Medivh, diede di uno dei pilastri fondamentali degli universi fantasy e quindi anche di Warcraft: la magia. Tutta la storia di Azeroth ruota intorno ad essa, e più volte ne ha scandito il corso. Ma come sappiamo, ogni mondo ha le proprie regole e allora come funziona qui la magia? Qual è il suo ruolo in Warcraft? Oggi proveremo a dare alcune risposte, al netto ovviamente di quel che sappiamo al momento e di eventuali modifiche future…
Iniziamo dicendo che dobbiamo partire da molto lontano, ovvero dal principio. Il mondo di Warcraft è un universo pieno di potenti magie ed esseri potenti che la utilizzano. Fin dalla notte dei tempi, queste esseri e le forze che servono hanno influenzato il cosmo, mettendo in moto le stelle e determinando il destino di innumerevoli mondi e civiltà mortali. Su Azeroth, le energie magiche sono più presenti sotto terra così come in luoghi speciali: centri di forze elementali, poteri ultraterreni ed energie mistiche. La natura e gli usi delle forme di magia sono oggetto di accesi dibattiti in tutto il mondo, ma la grandezza di ciò che la magia può realizzare non può essere messa in dubbio. Ma da dove ha avuto origine il tutto?
Quel che sappiamo parte da delle figure enigmatiche e ancora oggi misteriose, i Primi, esseri divini che plasmarono il cosmo e il tessuto di tutte le realtà esistenti. Essi concepirono e misero in atto le sei forze cosmiche che governano la realtà, così come i vari Pantheon che le incarnano e i regni in cui abitano. Secondo le interpretazioni degli scritti dell’alienatore Al’firim, il cosmo ebbe origine con sei forze (o forse un numero diverso) esistenti e in opposizione tra loro finché esse non si unirono (o furono riunite) e diedero forma ad un grande mosaico. Con questa struttura, tutte le cose nell’universo ebbero origine. Le sei forze erano ora in equilibrio e altre emersero dalle loro intersezioni: una struttura semplice che diventava infinitamente più complessa. E sempre secondo gli Alienatori (abitanti delle Terretetre, nel reame della Morte), i Primi misero al centro di questa loro creazione, il ciclo infinito di due forze in particolare: la Vita e la Morte.
Detto questo, passiamo a dare un’occhiata generale alla composizione di questo mosaico. Tutto ruota intorno a quelle che sono le due forze principali nell’esistenza: la Luce e l’Oscurità, che sebbene contrapposte per loro stessa natura, sono legate insieme su scala cosmica e quindi una non può esistere senza l’altra. Le forme pure di queste due forze dimorano in un regno fuori dai confini della realtà, ma le sfumature della loro presenza si trovano nell’universo fisico. Infatti, così come la Luce si manifesta come magia sacra, l’Oscurità (chiamata e meglio conosciuta anche Vuoto) lo fa sottoforma di magia d’ombra.
Da questa dicotomia ebbero origine le due forze che possiamo considerare i “governanti” del mondo fisico, la Vita e la Morte, ed esse dominano ogni essere vivente in esso. Le energie della Vita, conosciute comunemente come magia della Natura, promuovono la crescita e il rinnovamento in tutte le cose. Al contrario, la Morte, sotto forma di magia negromantica, funge da contrappeso alla Vita. È una forza inevitabile che genera disperazione nei cuori mortali e spinge tutto verso uno stato di decadimento entropico e infine all’oblio.
A loro volta sottoinsieme di queste due forze si collocano l’Ordine e il Disordine (conosciuto anche come Caos), le quali governano i sistemi cosmici dell’universo fisico. Ed è proprio a questo punto che si inizia a manifestare la magia. Infatti, l’energie dell’Ordine sono percepite nella realtà sottoforma di magia arcana, mentre quelle del Disordine si manifestano nell’altamente distruttiva vilmagia.
Proseguendo in questa struttura troviamo quelli che possiamo considerare come i pilastri di tutte le cose nell’universo fisico: gli Elementi, ovvero Aria, Terra, Fuoco e Acqua. Le culture sciamaniche hanno a lungo cercato nel corso della storia di vivere in armonia con gli Elementi o di affermare il loro dominio su di essi, e per fare ciò, hanno invocato le forze primordiali dello Spirito e della Decadenza. Coloro che cercano di portare equilibrio negli Elementi si affidano allo Spirito (a volte indicato come il quinto elemento dagli sciamani, o Chi dai Pandaren). Questa forza donatrice di vita interconnette e lega tutte le cose esistenti come una cosa sola. Al contrario invece, la Decadenza è lo strumento di chi cerca di soggiogare e utilizzare come arma gli Elementi stessi.
Quel che invece non tutti forse sanno, è che gli Elementi possono avere un’influenza sugli stati emotivi degli esseri viventi. E quindi il Fuoco influenza la passione e la furia, l’Aria l’astuzia e la follia, la Terra la stabilità e la determinazione, l’Acqua la tranquillità e l’indecisione, lo Spirito il coraggio e l’ingenuità ed infine la Decadenza l’efficienza e la spietatezza.
Siamo quindi arrivati al punto del mosaico in cui la magia si manifesta nel mondo fisico e possiamo quindi iniziare a parlare del suo funzionamento.
Per l’utilizzo della magia e quindi di tutti gli incantesimi è necessaria una certa quantità di mana, una sostanza e una risorsa di potere magico a cui attingono gli incantatori quando usano la magia, che però attenzione, è solo misura di un potere fondamentale. In altre parole, se il mana fosse acqua, allora per esempio l’arcano sarebbe vapore a pressione. Ovviamente, l’esistenza e la mescolanza di varie forze ed energie forma potenti vortici di mana e quando gli incantatori lo finiscono, non possono più usare la magia rimanendo esausti. Poiché la magia trae la sua energia dalle forze fisiche dell’incantatore, l’unico modo per rigenerare il corpo è quindi quello banalmente di consumare cibo, soprattutto nell’assunzione di proteine, ma sono anche efficaci specifiche pozioni di mana preparate dagli alchimisti. Ne consegue che più il mana di un essere vivente viene consumato o prosciugato, più questi si indebolisce e, se si abusa dell’uso della magia, si può andare incontro a conseguenze come svenimento o persino la morte. Nei tempi più antichi, quando la magia era meno compresa e gli incantesimi richiedevano grandi quantità di mana per essere lanciati, non era raro l’uso di alcune gemme, le quali venivano usate per immagazzinare mana da utilizzare in incantesimi complessi.
Tuttavia, in altre realtà, in altri piani, le regole possono essere diverse. Nelle Terretetre ad esempio, è l’animum la fonte a cui attingono i suoi abitanti quando usano la magia della Morte, nello stesso modo in cui il mana viene usato nella Grande Oscurità (l’universo fisico).
Come ben sappiamo, esistono molte scuole di magia diverse tra loro, ed esse attingono a varie energie cosmiche, utilizzando metodi diversi per raggiungere a volte obiettivi simili. La maggior parte degli incantesimi, tuttavia, richiedono componenti e requisiti fisici che l’incantatore deve soddisfare per poterli utilizzare. Questi requisiti sono i più disparati e possono essere verbali, con l’incantatore che utilizza specifiche parole di potere, somatici, con l’incantatore che deve eseguire precisi movimenti, o materiali, con l’incantesimo che richiede reagenti per essere lanciato. Importanza può avere persino il vestiario, con alcuni vestiti possono anche essere più adatti di altri per il lancio di determinati incantesimi. Pertanto, diverse magie possono avere tempi di lancio diversi ed anche essere interrotte dalle circostanze.
Com’è ovvio, non riuscire a seguire le “istruzioni” di un incantesimo, come cambiare il movimento della mano o non usare l’incenso richiesto, nella maggior parte dei casi si tradurrebbe in un fallimento, con le energie della magia che si dissipano in modo innocuo. Occasionalmente queste energie possono anche perdere il controllo, ma di solito l’unico risultato di un incantesimo fallito è la frustrazione dell’incantatore. Anche cambiare l’incantesimo o alterare i movimenti non è sufficiente per riadattarlo per una nuova attività. Cambiare un incantesimo esistente richiede una comprensione profonda e precisa di come esso funziona, e questa attività è più pericolosa che seguire semplicemente un elenco di istruzioni, poiché un incantesimo “monco” molto vicino al risultato finale previsto porterebbe i maghi a cercare di chiuderlo comunque, con risultati che possono essere assai pericolosi.
Piccolo paragrafo a parte meritano poi le linee di faglia. Su Azeroth, quest’ultime sono intersecate da una serie di “ancore” a formare una disposizione complessa in cui è avvolto l’intero pianeta. Tali incroci sono catalogati nell’Arcanomicon, la mappa di tutte queste linee donata a Malygos dal titano Norgannon quando quest’ultimo nominò il drago blu Aspetto della Magia. Nella sostanza, le linee di faglia sono fonti di magia profonda e naturale, spesso usate per la creazione di specifiche strutture con della magia al loro interno (come ad esempio i Pozzi Lunari), o specifiche magie dei maghi (come ad esempio i portali). L’energia grezza all’interno di queste linee può accumularsi se il flusso è limitato, risultando quindi in una fessura di energia. A loro volta, questi luoghi diventano un facile punto di accesso per viaggi e ulteriori studi, ma possono anche risultare mortali per qualcuno con poca esperienza nel settore. È interessante poi far notare come la parte superficiale di una linea di faglia tendano a cristallizzarsi sotto forma di luminosi cristalli di mana di colore viola, sebbene quest’ultimi richiedano tempo per formarsi. Attenzione però, perché cibarsi di uno di questi cristalli può provocare un avvelenamento da magia arcana mortale. Infine, ricordiamo che le linee di faglia possono anche essere usate per comunicare su lunghe distanze, incanalando il mana dell’utilizzatore attraverso un costrutto runico proiettato. Una tecnica questa, inventata da Malygos.
Conclusa questa parentesi, diamo ora un veloce sguardo alle principali scuole di magia che si sono formate nel corso della storia.
Partiamo dalla Luce. Come abbiamo detto all’inizio, la Pura Luce non può esistere nell’universo fisico, ma le sue sfumature si manifestano come magia sacra. Evocati dalle emozioni, dalla forza di volontà o dalla fede nelle proprie capacità, i poteri della Luce possono essere sfruttati per guarire, purificare, proteggere, danneggiare e persino riportare la vita ai morti. Tuttavia, per quest’ultimo caso è doverosa una precisazione.
Riportare in vita i morti (a tutti gli effetti e non nella non-morte) nell’universo di Warcraft è qualcosa di estremamente complesso e che può avvenire solo in determinate condizione. Salvo infatti per esseri estremamente potenti che in linea teorica potrebbero farlo a piacimento (come ad esempio Alexstrasza), per riportare in vita un morto bisogna che la sua morta sia ancora recente, che il corpo del deceduto sia ancora intatto e che soprattutto la sua anima sia ancora nel Velo (e quindi non abbia ancora raggiunto le Terretetre). Se una sola di queste condizioni non è presente, riportare in vita un morto sarà quindi impossibile.
Tornando alla magia sacra, essa è poi estremamente efficienti contro i non morti e i demoni. Si dice spesso che la Luce susciti sentimenti di emozioni positive – speranza, coraggio, conforto – provenienti dal cuore dell’utilizzatore. La maggior parte dei suoi praticanti sono chiamati sacerdoti o paladini, devoti alla purificazione dell’universo dall’Oscurità. Imparare a esercitare questa forza risanatrice richiede anni di disciplina, poiché è necessario imparare ad abnegare se stessi attraverso la meditazione, per diventare “canali” della Luce.
Allo stesso modo, la Pura Oscurità non può esistere nel mondo fisico, ma le sue sfumature si manifestano nella forma delle magie del Vuoto. Fonte di un potere terribile, questo è il tipo di magia che richiede un prezzo per essere utilizzata, poiché la natura stessa del Vuoto è ostile a ciò che i mortali conoscono come Vita e sanità mentale, ed essa farà tutto il possibile per condurli alla follia. Sebbene distruttiva, essa può anche essere usata per danneggiare la mente, trasmettendo sentimenti come disperazione, dubbio e panico, emozioni basate sulla logica della sopravvivenza. I praticanti più comuni della magia dell’ombra sono essenzialmente le parti opposte e “distorte” delle loro controparti, quindi chiamati incantatori d’ombra, maghi d’ombra o sacerdoti d’ombra.
Chi attinge invece alle energie della forza cosmica della Vita, sono gli utilizzatori della magia della natura, i quali promuovono la crescita e il rinnovamento in tutte le cose e grande ruolo in questa scuola hanno gli Elementi. I druidi lavorano con le forze vitali naturali del mondo e sfruttano i vasti poteri della natura per preservare l’equilibrio e proteggere la vita e poiché la guarigione dei druidi implica che la forza vitale venga drenata e trasferita, essi chiedono alla natura circostante di prestare loro la sua energia per lanciare incantesimi o aiutarli in battaglia.
Discorso un po’ diverso va fatto invece per la negromanzia. Definita come “l’arte di animare carne non vivente”, essa può essere potenziata da magia che attinge a qualsiasi forza cosmica. In linea generale comunque, essa è è la manifestazione della magia della Morte, sviluppata dal Primus nelle Terretetre. I maestri di questo campo di magia possono causare malattie putrescenti, imbrigliare le ombre in dardi di energia incendiaria e ricostruire la carne delle creature in non morti. I suoi praticanti più comuni sono conosciuti come negromanti e altri includono cavalieri della morte, necroliti, necrosignori e, ovviamente, i Nathrezim.
Una particolare menzione merita anche una magia “derivativa” della negromanzia, ovvero quella del Dominio. Si tratta di una magia runica il cui unico scopo è la totale soppressione di un altro essere. Comportandosi in modo simile a un linguaggio, altera i pensieri della vittima in modo così potente da interferire con la loro stessa coscienza, risultando altamente distruttiva per la psiche di chi la subisce. Venne originariamente creata dal Primus di Maldraxxus con lo scopo di imprigionare Zovaal il Carceriere nella Fauce e nella storia sono esistite anche armi intrise del potere di questo tipo di magia con la più celebre che fu Frostmourne.
Altra principale scuola di magia è quella arcana, un tipo freddo e intellettuale che distorce il tempo, lo spazio e controlla il flusso del mana. Sebbene estremamente volatile, e che richiede quindi estrema precisione e concentrazione, la magia arcana è così simile a un elemento che potrebbe addirittura essere considerata tale a tutti gli effetti e per scopi magici. L’arcano è stato descritto come il “tessuto di base” del mondo ed è, come abbiamo visto prima, il materiale di cui “sono fatte” le linee di faglia.
Secondo Medivh, quando un mago crea il fuoco con la magia arcana, tutto ciò che fa è concentrare la natura intrinseca del fuoco contenuto nell’area circostante in un unico luogo per richiamarlo in essere. Lo stesso Medivh era un maestro dell’arcano, nonché l’unico mago (ad oggi) di cui si ha la certezza che sapesse usare tutte le scuole di magia contemporaneamente.
La più distruttiva di tutte, è invece sicuramente la vilmagia. Si tratta di un tipo di magia brutale e crea dipendenza nell’utilizzatore, spesso usata da stregoni e cacciatori di demoni tra le razze mortali, oltre che ovviamente tra tutti i membri della Legione Infuocata. Il suo utilizzo provoca l’alterazione dell’individuo, o la sua corruzione, che si manifesta come una trasformazione fisica come un cambiamento negli occhi o nel colore della pelle, o anche in pesanti mutazioni genetiche. Tutti i demoni portano la contaminazione della vilmagia nel loro stesso sangue, il che consente loro di diffondere un male ancora più grande. Gli stregoni usano la forza vitale per alimentare la loro magia, ed è proprio lì che essa viene attinta: gli altri esseri viventi.
Chiudiamo infine con lo sciamanesimo, una forma profondamente spirituale di magia elementale che implica una connessione sia con il mondo naturale che con quello spirituale. Gli sciamani normalmente non schiavizzano gli elementali, ma li onorano, chiedendo agli Elementi di ascoltare la loro richiesta. Gli sciamani non sono intrinsecamente “imbevuti” di magia; essi sfruttano i poteri degli Elementi attraverso totem cerimoniali e lo Spirito, o Chi come lo chiamano i Pandaren. Esiste una relazione tra la magia spirituale degli sciamani e la magia naturale dei druidi, motivo per cui i primi erano in grado di ascoltare gli spiriti nelle Vette di Pietrartiglio.
E con questo si conclude questo lunghissimo viaggio nella magia di Azeroth. Esistono anche altre “scuole minori” della magia, tutte derivative da quelle che abbiamo qui elencato, e chissà, forse in futuro parleremo anche di quelle… Nel frattempo, speriamo di aver reso più chiara l’origine e il funzionamento di uno dei pilastri fondamentali del mondo di Warcraft, ricordandovi che potete anche approfondire alcuni aspetti, nella nostra sezione dedicata alla classi.
IN ALTO: Una maga della scuola arcana. Illustrazione di wawtman