Nei millenni che seguirono la fondazione dell’Impero, la razza dei Troll continuò a mantenere il controllo su gran parte dell’antico continente di Kalimdor. La situazione cambiò, tuttavia, quando una nuova razza conosciuta come Kaldorei emerse vicino alle acque del mistico Pozzo dell’Eternità. Sebbene originariamente fossero di fatto una “mutazione” dei troll (fortemente influenzata dalla loro vicinanza al Pozzo), i Kaldorei, o Elfi della Notte, somigliavano ben poco all’altra razza antica. Fisicamente erano molto più slanciati ed eleganti, ma culturalmente avevano adottato le proprie tradizioni – come nuove credenze religiose – e stabilirono rapidamente la propria civiltà nel centro di Kalimdor. Gli Elfi della Notte, molto intelligenti e capaci di sfruttare le forze magiche innate del mondo, iniziarono a forgiare il proprio impero completamente indipendente dai loro antenati troll.
E come ben sappiamo, fu proprio la comparsa dei Kaldorei ad eclissare completamente l’Impero Zul. In una successiva età dell’oro, gli elfi della notte si espansero in tutto il continente, spingendo le altre razze, compresi i Troll, sempre più lontano.
L’allora monarca degli Elfi della Notte. la Regina Azshara, tuttavia, non aveva alcun interesse a controllare le terre dei Troll e così fu raggiunto un accordo tra i Kaldorei e gli Zandalari. In cambio dell’immediata cessazione di tutte le incursioni dei Troll e dell’espansione vicino al territorio degli Elfi della Notte, loro, per grazia di Azshara, avrebbero potuto rimanere in possesso delle loro sacre catene montuose a sud. Sebbene i termini fossero estremamente iniqui e umilianti per i Troll, gli Zandalari non avevano comunque altra scelta che accettare. Come abbiamo già accennato nei precedenti approfondimenti, la vergogna di questo accordo avrebbe seminato il risentimento tra tutti i Troll per migliaia di anni a venire. Anche ai giorni nostri, il risentimento insito nei troll nei confronti degli elfi può essere attribuito a questi eventi.
Quando arrivò la Grande Separazione, i saggi Troll Zandalari intrecciarono delle magie per proteggere il loro regno. La terra attorno al loro territorio tremò; le onde si infransero e gli alberi e il terreno affondarono sotto le onde. Nonostante tutto, la terra degli Zandalari rimase in gran parte intatta. Dopo quel cataclisma, gli Zandalari scoprirono che il loro territorio era ora diventata un’isola. Non vedendo motivo di lasciarla, iniziarono quindi a ricostruire i loro insediamenti e a continuare gli studi. Si adattarono a quella nuova vita e, nel corso di migliaia di anni, impararono a dominare i mari.
Successivamente, gli Zandalari iniziarono ad esplorare numerose isole che punteggiavano il neonato Grande Mare. Durante uno di questi viaggi, scoprirono Kezan e la razza dei Goblin, che erano ancora molto primitivi ma possedevano comunque un certo intelletto. Inizialmente, le due razze si mantennero a distanza poiché i troll arrivavano sull’isola solo per estrarre un raro minerale chiamato kaja’mite. Sebbene i Troll non ne sapessero molto, essi si resero subito conto che quel materiale fosse molto potente e lo usarono come componente sacra nei loro rituali e cerimonie. Per molti secoli lo estrassero dalle miniere e occasionalmente pagavano anche i goblin con ninnoli affinché lavorassero per loro, ma questa situazione sarebbe presto cambiata. Ad un certo punto, i Troll, mentre scavavano, scoprirono che Kezan possedeva un deposito inimmaginabile di kaja’mite sotterraneo, ben più di quanto avrebbero mai avuto bisogno. Quindi, invece di scavare da soli, schiavizzarono i Goblin e li costrinsero a trivellare in condizioni terribili. Per migliaia di anni i poveri goblin, troppo deboli per resistere, soffrirono sotto il dominio degli Zandalari, e l’isola fu considerata parte dell’Impero.
Il tempo passò e il regno continuò a prosperare e per molti anni l’imperatore governò su Zandalar in totale autonomia. Tuttavia, dopo un periodo di guerra civile, i capi di tre famiglie formarono una difficile coalizione e cercarono di governare insieme l’impero. Nacque così il Concilio delle Tribù. Anche se spesso non andavano d’accordo, a Zandalar regnò la pace. Per un breve periodo.
Durante quella che sarebbe stata l’era finale del Consiglio delle Tribù infatti, scoppiò un’epidemia di sangue, quando uno folle troll cercò di evocare Hakkar lo Scorticatore di Anime sull’isola di Zandalar, uccidendo migliaia di suoi compatrioti. Si ritenne che i corpi, troppo contaminati per una corretta sepoltura, sarebbero stati invece maneggiati dai golem, bruciati e conservati in urne speciali. Con il passare del tempo, questo metodo divenne comune tra gli Zandalari per i loro usi funerari e ciò segnò la fine della casta il cui scopo era gestire e proteggere i resti degli ex sovrani dell’Impero.
Dopo la grande peste, ci furono ancora coloro che si aggrappavano alla magia del dio del sangue, continuando a testare le loro magie e perfezionandole. Una di queste reliquie era un totem che, se utlizzato, avrebbe prosciugato non solo la vita dei nemici, ma anche il loro sangue, infondendolo nell’incantatore e alterandolo in modi insoliti. Questo periodo fu l’alba di quelli che gli Zandalari chiamano ancora oggi “i Troll del Sangue”.
IN ALTO: Un troll Zandalari. Illustrazione di Efaru.