Finita la visita alle rovine di Draenor, Thrall tornò così ad Orgrimmar, dove portò anche Garrosh in veste di suo consigliere. Ma non solo, anche l’ex gladiatore Rehgar Earthfury divenne un consigliere di Thrall, e questo portò ad uno scontro proprio con Garrosh. Infatti, mentre il figlio di Grom vedeva nell’Alleanza solo l’eterna rivale dell’Orda da distruggere, Rehgar era dell’idea che bisognasse essere più aperti alle vie diplomatiche. La discussione tra i due fu interrotta da Jaina, che invitò Thrall ad incontrarsi nella vicina Tranciacolle. All’incontro, Jaina informò il Warchief che il Re di Stormwind, Varian Wrynn era tornato, raccontandogli tutta la travagliata storia del Re Gladiatore. La maga umana quindi, aveva intenzione di organizzare un nuovo summit per la pace tra Orda ed Alleanza, così da far incontrare Thrall e Varian ed attenuare ancora di più la tensione tra le due fazioni. Thrall decise così di presenziare al summit portando con sé i suoi due consiglieri, sebbene Rehgar avesse sconsigliato di portare Garrosh. Il giovane capo tuttavia, pensò che sarebbe stata una buona opportunità per il figlio di Hellscream per rivalutare il suo pensiero sugli Umani. Al summit, Thrall trovò in Varian una persona aperta al dialogo; i due governanti ebbero un proficuo colloquio che fu interrotto solo dalla notizia dell’attacco da parte del Flagello dei non-morti in alcune città dell’Alleanza, fatto che costrinse Varian a lasciare Theramore, luogo del summit. L’incontro stava quindi per concludersi più che positivamente, quando il Martello del Crepuscolo, una setta agli ordini degli Dei Antichi, attaccò Theramore. La setta, che tra le proprie fila aveva membri di entrambe le fazioni, fece astutamente attaccare i membri dell’Alleanza da orchi, ed i membri dell’Orda da umani. Questo fatto portò ad accuse reciproche tra Orda ed Alleanza di aver organizzato l’attacco, rovinando così il clima amichevole che si era creato, e facendo fallire il summit.
Thrall tornò così ad Orgrimmar, ma solo per trovarla sotto un massiccio attacco da parte delle forze del Flagello, che avevano attaccato la città rilasciando una nuova piaga della non-morte. Tuttavia, il capo dei ricercatori di Sylvanas, il Gran Speziale Putress, riuscì a trovare una cura alla piaga. Non potendo più ignorare la sempre più crescente minaccia del Re dei Lich, Thrall organizzò un meeting con lo stesso Putress, Sylvanas, Garrosh ed il veterano Varok Saurfang. Lo sciamano, dopo le consultazioni, che aveva avuto anche con gli Spiriti, decise per un approccio più cautelare: mandare degli esploratori a Northrend per avere una reale visione dello stato delle cose ed allo stesso tempo incontrarsi con Jaina, per sapere cosa l’Alleanza avesse intenzione di fare con la minaccia del Re dei Lich. Ma anche stavolta, Garrosh la pensava diversamente. Egli infatti, pensava che collaborare con l’Alleanza, esponesse l’Orda al pericolo ed aveva intenzione di prendere egli stesso il comando delle armate dell’Orda per conquistare gli Umani e dopodiché marciare su Northrend per distruggere il Flagello. Secondo Garrosh, in questo modo l’Orda avrebbe ottenuto il controllo su tutta Azeroth. Thrall, sempre più irritato dal comportamento del giovane orco – che non mancava occasione per mettere in discussione l’autorità del Warchief – rispose che gli Umani non erano assolutamente una minaccia, e che lui stesse troppo sottovalutando la potenza del Re dei Lich. Frustrato dalla mancanza di azione da parte di Thrall, Garrosh decise quindi di sfidarlo a duello nell’arena cittadina. I due combatterono per un certo periodo di tempo e proprio quando Garrosh sembrava aver preso il sopravvento, il combattimento fu interrotto da un Araldo del Re dei Lich che si presentò alle porte di Orgrimmar, minacciando di distruggere la città. Thrall decise così di interrompere immediatamente il duello, dicendo a Garrosh che avrebbero risolto la questione in un secondo momento. Orgrimmar fu quindi attaccata da una possente armata del Flagello che schierò abomini, draghi dei ghiacci ed anche alcuni cavalieri della morte. Thrall e Garrosh guidarono così la difesa della città, aiutati da Sylvanas, Saurfang e Rehgar respingendo l’attacco del Flagello. Dopo la battaglia, Garrosh chiese ufficialmente di essere mandato a Northrend per combattere il Re dei Lich, richiesta che Thrall accettò.
Inoltre, anche alcuni cavalieri della morte ribellatisi al Re dei Lich si presentarono al Warchief chiedendo di essere ammessi nell’Orda. Essi inoltre consegnarono a Thrall una lettera dal paladino Tirion Fordring, nella quale egli gli chiedeva a di mandargli Eitrigg. Così, mentre a Northrend infuriava la guerra contro il Flagello, un inaspettato problema si presentò a Thrall. Infatti, nella capitale dei Forsaken, il demone nathrezim Varimathras aveva cercato di fare un colpo di stato, evocando moltissimi demoni ed attaccando la città, uccidendo chiunque non si sottomettesse a lui. La stessa Sylvanas scampò miracolosamente alla rivolta, rifugiandosi ad Orgrimmar, per chiedere aiuto a Thrall. Determinato a non concedere Lordaeron ai demoni e ad aiutare i Forsaken, il Warchief e Sylvanas organizzarono subito un controattacco per riprendere la città. Tuttavia, durante la pianificazione della controffensiva, accadde l’inimmaginabile: apparve Jaina che informò Thrall che la morte del Comandante delle forze dell’Alleanza, Bolvar Fordragon a Northrend, aveva mandato su tutte le furie Re Varian che riteneva l’Orda responsabile della morte del caro amico. Varian aveva quindi deciso di rompere la pace e dichiarare guerra all’Orda. Thrall e Sylvanas spiegarono quindi a Jaina che l’incidente del Cancello dell’Ira dove era morto Bolvar, non fosse stato causato dall’Orda, bensì da Putress, che aveva tradito i Forsaken, e fu mandata a spiegare il tutto a Re Varian. Così, Thrall insieme a Sylvanas e al troll Vol’jin, guidarono l’attacco ad Undercity, la capitale dei Forsaken. L’attacco ebbe successo, e Varimathras fu ucciso insieme ai suoi demoni ed ai ribelli. Ma la gioia della vittoria durò ben poco: Re Varian, che intanto aveva ucciso Putress, udendo le urla di gioia degli Orchi, arrivò insieme ai suoi uomini nella sala del Trono dove ebbe un duro confronto con Thrall. Il Re di Stormwind dichiarò che dopo aver visto gli orrori che i Forsaken avevano creato, la pace non sarebbe mai più stata possibile. Proprio quando i due schieramenti erano sul punto di scontrarsi, apparve Jaina che appena in tempo per evitare lo scontro, teletrasportò se stessa, Varian e le forze dell’Alleanza a Stormwind.
Benché rammaricato della fine della pace con l’Alleanza, Thrall doveva comunque guidare il suo popolo, e così, decise di inviare ad Undercity un gruppo di guerrieri d’elitè Kor’kron, ufficialmente per mantenere la sicurezza in città, ma la reale intenzione era quella di tenere sott’occhio Sylvanas. Tempo dopo, il nano Brann Bronzebeard, venne a conoscenza che il Dio Antico Yogg-Saron era riuscito a liberarsi dal controllo dei suoi carcerieri nella sua prigione di Ulduar e così informò subito il mago Rhonin, capo della città dei maghi di Dalaran, il quale chiese a Jaina di convocare Thrall e Varian alla Cittadella Violacea, sede del governo di Dalaran, per una concilio d’emergenza. Capendo subito la gravità della situazione, Thrall si diresse così a Northrend insieme a Garrosh. Arrivati alle porte della Cittadella, i due furono intercettati da Jaina, che voleva assolutamente evitare un incontro tra i due orchi e Varian che si trovava già all’interno. Tuttavia, procedendo verso le stanze di Rhonin, l’incontro fu inevitabile, come inevitabile fu lo scontro che ne seguì tra Varian e Garrosh. Sebbene Thrall non riuscì ad evitare lo scontro tra i due, la cosa riuscì a Rhonin che esortò i presenti a mettere da parte le proprie divergenze per combattere la minaccia comune rappresentata da Yogg-Saron. Tuttavia, Varian, dopo l’incidente del Cancello dell’Ira si rifiutò categoricamente di collaborare ancora con l’Orda, mentre Garrosh sostenne che un vero Warchief non avrebbe mai collaborato con dei codardi. Thrall fu molto deluso dal comportamento del figlio di Grom. Poco tempo dopo, Thrall e Garrosh si misero ancora in viaggio, stavolta verso la regione di Icecrown, dove il paladino Tirion Fordrging aveva organizzato un torneo per raccogliere i migliori guerrieri di Orda ed Alleanza così da guidare l’assalto finale al Re dei Lich. La mossa si rivelò vincente ed il Signore del Flagello fu sconfitto. Garrosh tornò così ad Orgrimmar dopo la vittoriosa spedizione a Northrend, ed in suo onore fu organizzato un banchetto.
Tuttavia, la vita di Thrall stava per cambiare per sempre. Da un po’ di tempo infatti, gli Elementi erano del tutto instabili e fuori controllo. Per capirne le ragioni, dopo un incontro con Jaina ed Eitrigg, decise di recarsi nelle Terre Esterne, per scoprire perché gli Elementi su Azeroth fossero caduti di colpo in quello stato. Ben conscio che la sua missione non gli avrebbe più permesso di guidare il suo popolo, Thrall decise di abdicare dal ruolo di Warchief. Sebbene il suo vecchio amico Cairne Bloodhoof fosse fermamente contrario, lo sciamano nominò Garrosh nuovo Warchief dell’Orda, consegnandoli Gorehowl, la leggendaria ascia da guerra di Grom. Thrall così partì per le Terre Esterne lasciando l’Orda nelle mani di Garrosh, certo di aver fatto la scelta giusta.

Arrivato alle rovine di Draenor, Thrall si incontrò con sua nonna, la quale chiese all’ex-Warchief di prendere con se una giovane orca del clan Mag’har, di nome Aggra, per istruirla nelle vie sciamaniche. Con il tempo, Thrall avrebbe preso Aggra come sua compagna, mettendo così definitivamente a tacere le voci su una presunta relazione con Jaina Proudmoore. Successivamente, lo sciamano incontrò gli Elementi di Draenor, le Furie e, dopo averle consultate, gli fu rivelato il motivo dello strano comportamento degli Elementi di Azeroth: un terribile cataclisma si stava per abbattere sul mondo. Come se non bastasse, le brutte notizie per Thrall non terminarono lì. Lo sciamano infatti fu raggiunto da un messaggero proveniente da Azeroth che venne ad informarlo della svolta espansionistica che Garrosh aveva dato all’Orda, della morte del suo vecchio amico Cairne in un duello proprio contro Garrosh, e delle campagne contro l’Alleanza condotte dal Warchief in prima persona nelle foreste di Ashenvale. Thrall decise così di tornare immediatamente ad Azeroth, portando Aggra con sé.
Qui, lo sciamano presenziò al funerale del suo vecchio amico e compagno di così tante battaglie. Al funerale, Thrall si sentì il cuore pesante… ripensò all’ultimo incontro con Cairne, e di come lui gli avesse ardentemente sconsigliato di nominare Garrosh nuovo Warchief dell’Orda. Poco dopo, il Cataclisma sconvolse tutta Azeroth, e l’Aspetto della Morte, Deathwing, fece il suo distruttivo ritorno sulla scena. Subito dopo l’immane catastrofe, Thrall si recò nell’Isola di Kezan, dove gli abitanti Goblin erano in seria difficoltà a seguito di maremoti ed eruzioni vulcaniche provocate dal Cataclisma. Grazie all’aiuto di Thrall, i Goblin riuscirono a sopravvivere, e, come segno di riconoscenza verso lo sciamano, decisero di entrare a far parte dell’Orda, mandando degli ambasciatori per far richiesta ufficiale a Garrosh. Intanto, proprio a causa del nuovo Warchief, la tensione interna alla fazione rossa, cresceva sempre più, e il capotribù Vol’jin era sempre più insofferente verso Garrosh. L’Orda si ritrovò quindi a soffrire terribilmente l’assenza di Thrall, il quale, d’altro canto, si vide messo in mezzo a due fuochi: da un lato la pericolosa strada che Garrosh stava intraprendendo per l’Orda, dall’altra la minaccia di Deathwing di distruggere Azeroth. Ma Thrall non ebbe dubbi, si sentì costretto a fare un passo indietro riguardo alle questioni politiche: per lo sciamano era molto più importante la sicurezza di Azeroth e la sua “guarigione” dal Cataclisma. Per questo si unì al Concilio della Terra, un gruppo di sciamani, in prima fila nel rimediare i danni causati dal ritorno di Deathwing. Thrall decise così di partire per il Maelstrom, luogo dal quale aveva fatto ritorno Deathwing.
Giunse così a destinazione e assieme a sciamani e druidi del Concilio tentò di sanare lo squarcio causato dall’Aspetto Nero. Ogni loro sforzo pareva inutile e la mente di Thrall cominciò a riempirsi di dubbi. Litigò con Nobundo e Reghar, sentendosi giudicato dalle loro parole di sprono; ripudiò con aggressività persino Aggra, che tentava di consolare il suo dolore per il distacco forzato da Orgrimmar e dal proprio popolo. Compreso che non poteva discutere con chi gli stava accanto mentre continuava a sentire il pesante fardello del fallimento sulle proprie spalle, lo sciamano si allontanò da tutto e tutti per riflettere. Da quel momento, una serie di eventi fuori dal suo controllo investirono Azeroth: i Cultisti del Crepuscolo presero il controllo del Tempio della Lega dei Draghi, sede degli Aspetti Draconici, e Korialstrasz, uno dei consorti di Alextrasza parve tradire gli Aspetti. La Regina Rossa se ne andò in preda al dolore. La connessione fra questi eventi e Thrall fu Ysera, che chiese allo sciamano di occuparsi di alcuni elementali del fuoco impazziti a Feralas. In quel luogo, Thrall conobbe un drago dello stormo verde, Desharin, che lo aiutò a placare gli elementi. Lo sciamano confessò i propri dubbi e le proprie debolezze al drago verde, il quale lo condusse alle Caverne del Tempo, certo che le parole di Nozdormu potessero placare la sua anima. Un misterioso assassino attaccò i due compagni di viaggio e prima che lo stormo bronzeo potesse intervenire in loro soccorso, Thrall cadde in un vortice temporale che lo condusse nel periodo finale della Seconda Guerra. Un turbine di sensazioni invase lo sciamano, che valutò la possibilità di riunirsi a vecchi compagni ed amici. Il senso di responsabilità, però, lo convinse a mantenere inalterata la linea temporale.
Scambiato per uno stregone da una pattuglia di orchi, Thrall venne condotto nell’accampamento di Orgrim Doomhammer e per un perfido scherzo del destino affidato alla scorta di Durotan e Draka. Essere accanto ai suoi genitori fu un’esperienza difficile e terribile, perché Thrall sapeva di non poter impedire lo svolgersi degli eventi: osservò impotente la loro morte e si trattenne a stento dal cercare vendetta contro i traditori. Mentre si disperava accanto al corpo di suo padre, Thrall venne attaccato nuovamente dal misterioso assalitore, che confessò che la morte dello sciamano era il suo unico obiettivo. Quale migliore occasione di ucciderlo mentre era ancora in fasce? La battaglia condusse Thrall all’incoscienza e quando l’orco si svegliò si trovò faccia a faccia con Taretha, notevolmente invecchiata. Convinta la donna della sua identità, venne a scoprire che in quella linea temporale Thrall era morto da ragazzino. Senza la ribellione degli orchi, Blackmoore era divenuto potente e si era costruito un esercito di mercenari, con il quale aveva sopraffatto l’orda di Orgrim. Dopo aver indotto i superstiti a unirsi a lui, Blackmoore attaccò e distrusse Lordaeron, uccidendo Uther e Anduin Lothar, destituendo i Menethil e proclamando se stesso Re. A dare un senso a quella follia venne Nozdormu; l’Aspetto spiegò che l’assassino era un alleato dello Stormo Infinito e che Nozdormu stesso, in un futuro remoto di pazzia e solitudine, avrebbe cercato di strappare il tempo in punti chiave. L’Aspetto del Tempo mandò Thrall nella sua corretta linea temporale con il compito di trovare Alextrasza e convincerla a tornare al Tempio della Lega dei Draghi.
L’Aspetto della Vita rifiutò di accoglierlo e Thrall nulla poté se non tornare al Tempio a mani vuote. In quel luogo, durante la nomina di Kalecgos quale Aspetto della Magia, i Cultisti del Crepuscolo attaccarono, lanciando Thrall giù dalla torre. In quel momento lo sciamano ebbe una visione, causata forse dalla certezza della morte: vide la propria storia e i propri fallimenti; sperimentò la paura della propria decisione di lasciare l’Orda in mano a Garrosh e alla sua furia; vide Aggra e capì che il mondo era da salvare anche solo per lei e per la speranza di un futuro insieme; infine, in un’ultima visione, indotta forse da Nozdormu, lo sciamano vide che Korialstrasz aveva tentato di salvare il Tempio della Lega dei Draghi dai Cultisti invece di consegnarla nelle loro mani. Kalecgos salvò Thrall che, con una rinata consapevolezza e sicurezza, convinse Alexstrasza a tornare. Lo sciamano venne nominato Aspetto della Terra al posto del decaduto Neltharion ormai diventato Deathwing, evento eccezionale che rese Thrall il primo ed unico mortale non drago a ricoprire questa carica (anche se per brevissimo tempo), e decise, infine, di adottare il suo vero nome, Go’el.
Con il ritorno di Ragnaros, lo sciamano inviò i propri eroi da Malfurion Stormrage così che portassero dare battaglia al servitore di Deathwing. Condusse gli eroi di Orda e Alleanza da Nozdormu affinché partissero in una rischiosa ricerca dell’Anima del Draghi, l’unico manufatto in grado di porre fine alla vita e alla pazzia dell’Aspetto Nero. Nell’impresa, Thrall fu attaccato dai druidi della fiamma, diviso in diverse forme e gettato nuovamente nel mare di dubbi, ma grazie all’amore di Aggra risorse un’altra volta. La sua forza rinvigorita derivava da una consapevolezza che mai nella sua vita aveva provato prima: aveva compreso che ogni prova a cui il destino l’aveva sottoposto non lo aveva privato di un motivo per combattere, bensì l’aveva temprato affinché nulla di male potesse accadere in futuro. Sentì di essersi sempre preparato per un evento del genere quando afferrò l’Anima dei Draghi e inflisse il colpo decisivo a Deathwing. Sconfitto l’Aspetto impazzito, Thrall non tornò all’Orda ma dedicò tutto se stesso alla cura di Aggra e del futuro nascituro che l’orchessa portava in grembo.

Tuttavia, lo sciamano doveva sanare un ultimo errore prima di poter lasciare definitivamente il passato alle spalle. Il riferimento a Garrosh Hellscream era chiaro: quando venne a sapere del tentato assassinio inscenato dal nuovo Warchief ai danni di Vol’jin, Thrall si mise subito in viaggio alla volta di Durotar.
IN ALTO: Go’el. Illustrazione di yichenglong1985