In seguito, le forze di Thrall e Jaina, si diressero alla Foresta di Ashenvale, ma qui trovarono solo un altro nemico. Con la Legione minacciosa alle calcagna, le forze di Orda ed Alleanza si trovarono davanti agli Elfi della Notte, che volevano vendicare la morte del loro semidio Cenarius, ucciso da Grom sotto l’influsso del sangue demoniaco. Così, la foresta diventò teatro di una colossale battaglia tra la Legione ed il Flagello dei Non-Morti contro gli Umani, gli Orchi e i Kaldorei, ognuno che cercava di prevalere sull’altro, fino a quando Thrall ebbe una visione, dove gli si diceva di recarsi insieme a Jaina in una radura ai piedi del Monte Hyjal. Arrivati nel luogo indicato, lo sciamano e l’incantatrice incontrarono i leader degli Elfi della Notte, la sacerdotessa Tyrande Whisperwind e l’arcidruido Malfurion Stormrage. Tutti i presenti furono colti dalla sorpresa di ritrovarsi insieme in quel luogo, finché, ancora una volta, apparve il Profeta, che finalmente, rivelò la sua vera identità: egli era Medivh, l’Ultimo Guardiano di Trisifal. Medivh esortò i leader delle tre razze ad unire le loro forze contro la Legione Infuocata, affermando come quello fosse l’unico modo possibile per sconfiggere i demoni. Sebbene inizialmente non fossero convinti, alla fine anche Tyrande e Malfurion accettarono la richiesta del leggendario mago, e così, Orchi, Umani ed Elfi della Notte, diedero battaglia uniti contro la Legione Infuocata alle pendici del Monte Hyjal. Il piano funzionò e dopo una grande battaglia, l’Eredar Archimonde che guidava l’invasione fu distrutto e la Legione sconfitta.

Dopo la vittoriosa battaglia, Thrall radunò la sua gente e si mise all’opera per cercare un luogo in cui stabilirsi insieme ai suoi fratelli orchi. Guidò così le sue truppe in battaglia contro una razza di uomini-maiale chiamati Quilboars, per prendere il controllo di una regione ad est delle Savane. La battaglia fu vittoriosa e gli Orchi si stabilirono così in quelle terre, alle quali il Warchief diede il nome di Durotar, in onore del padre. Allo stesso tempo, gli Orchi fondarono una città, che sarebbe stata la capitale dell’Orda, che Thrall decise di chiamare Orgrimmar, in onore di Orgrim Doomhammer, il suo predecessore.
Dopo molti mesi di lavoro, la situazione iniziò a stabilizzarsi, con gli Orchi che presero il controllo totale di Durotar, i Tauren che si stabilirono a Mulgore e i Troll che trovarono la loro casa nelle Isole dell’Eco, vicino alla costa. Un giorno, Thrall ricevette la visita di uno dei Mok’nathal, una razza di mezz’ogre, che aveva portato al Warchief un messaggio, dopo averlo recuperato da uno degli esploratori del giovane capo, che in fin di vita, aveva pregato lo straniero di consegnare il messaggio. Thrall, dopo averlo ricevuto, diede così il benvenuto nell’appena nata Orgrimmar al cacciatore Rexxar. L’orco invitò quest’ultimo a restare ad Orgrimmar, ma il cacciatore rispose che avrebbe preferito guadagnarsi la permanenza in quel luogo, piuttosto che averla “regalata”. Thrall mandò così Rexxar presso degli abitanti di Orgrimmar bisognosi di aiuto nelle loro faccende. Il cacciatore aiutò la popolazione in modo egregio, iniziando a guadagnarsi il rispetto del Warchief. Un giorno tuttavia, Rexxar portò una brutta notizia a Thrall. Infatti, erano stati avvistati degli Umani ammassarsi presso le coste di Durotar. Il Warchief fu preoccupato. Era infatti convinto che l’accordo di pace stipulato con Jaina dopo la Battaglia del Monte Hyjal, evitasse questo genere di situazioni. Dopo diverse altre scorribande degli umani, fu organizzato un summit tra Jaina e Thrall per discutere della questione; tuttavia, Rexxar, sospettando una trappola, chiese di essere mandato lui stesso al posto del Warchief dell’Orda. E il sospetto di Rexxar si rivelò veritiero. Infatti, gli “emissari” umani tentarono di uccidere il cacciatore, restando delusi della non venuta di Thrall. Rexxar tornò così ad Orgrimmar per fare rapporto ad un incredulo Warchief, che non si capacitò di come Jaina avesse potuto ordinare tali azioni.
Thrall decise così di scrivere un messaggio, ed incaricò Rexxar di infiltrarsi nell’Isola di Theramore e di consegnare la missiva a Jaina in persona. Poco tempo dopo tuttavia, la situazione si chiarificò completamente: gli attacchi umani erano opera dell’Ammiraglio Daelin Proudmoore, padre di Jaina, da sempre astioso verso gli Orchi. Thrall capì subito che l’unico modo per evitare una nuova guerra fosse quello di assaltare l’accampamento dell’Ammiraglio e di ucciderlo. Mentre si svolgevano i preparativi, lo sciamano mandò Rexxar dal suo vecchio amico Cairne affinché il Tauren offrisse il proprio aiuto agli Orchi. Tuttavia, quando i preparativi per l’assedio di Theramore erano ormai ultimati, Thrall fu raggiunto da un’altra brutta notizia: l’Ammiraglio Proudmoore aveva organizzato un blocco navale, cosicché le forze dell’Orda non potessero penetrare le linee di difesa dell’isola. Fu in quel momento che Jaina fece la sua comparsa, assicurando di essere arrivata in pace. Jaina sostenne di non sapere nulla delle azioni del padre e di non sapere come comportarsi. Tuttavia, Thrall replicò che l’Ammiraglio rappresentava un pericolo per la neonata Durotar e che l’unico modo per mettere la sua nuova casa al sicuro, fosse quello di ucciderlo. L’incantatrice capì le ragioni di Thrall e si offrì di aiutarlo anche se questo sarebbe costato la vita del padre. Ella indicò quindi al Warchief un porto Goblin che gli avrebbe potuto fornire le risorse necessarie per rompere il blocco navale, ed inoltre, pregò Thrall di risparmiare i suoi uomini, se possibile, affermando che, sebbene molti di loro seguissero gli ordini dell’Ammiraglio, essi rappresentavano la sola famiglia a lei rimasta dopo la caduta del Regno di Lordaeron. Thrall diede così la sua parola a Jaina che avrebbe evitato lo spargimento di sangue umano o che, perlomeno, lo avrebbe ridotto al minimo. Disse inoltre alla maga di mettersi al sicuro, dato che la battaglia era ormai prossima all’inizio.
Così, grazie alle navi Goblin, le truppe di Thrall riuscirono ad entrare nell’Isola di Theramore e lì Rexxar, Cairne e le truppe assediarono la città, fino ad arrivare al cospetto dell’Ammiraglio Proudmoore. Prima della fine, Thrall si avvicinò all’Ammiraglio, avvertendolo di come questa “nuova Orda” fosse ben diversa da quella da lui combattuta molti anni prima, e di come gli Orchi adesso non avessero più nessun interesse nel conquistare e nell’uccidere. Daelin tuttavia rispose in modo rabbioso a Thrall, affermando che l’Orda fosse colpevole di genocidio, e che mai niente avrebbe cancellato i loro assalti a Stormwind e a Lordaeron, assalti dove persero la vita molti innocenti. Di fronte alla resistenza dell’Ammiraglio, che si disse inoltre risoluto a combattere gli Orchi finché avesse potuto, Thrall si vide costretto ad ucciderlo. Prima di morire, Daelin fu raggiunto da Jaina, che lo abbracciò:
“Perché non mi avete ascoltata, padre?” gli chiese in lacrime… Rexxar cercò di confortare Jaina, dicendole di quanto il padre fosse un grande guerriero sopra ogni cosa e che come tale sarebbe stato ricordato.

Dopo la battaglia, Thrall affermò che l’Orda non aveva alcun problema con gli umani sopravvissuti, e che avrebbe lasciato l’isola in modo del tutto pacifico. Il Warchief tornò così a Durotar dove ringraziò Rexxar per tutto quello che aveva fatto per l’Orda estendendo l’invito a restare a Durotar per tutto il tempo che volessero a tutti i Mok’nathal. Rexxar tuttavia, declinò l’offerta affermando come lui fosse un vagabondo e che come il suo posto fossero le lande selvagge. Comunque, il cacciatore promise a Thrall che egli avrebbe sempre fatto parte dell’Orda e sarebbe accorso ogni volta che sarebbe stato necessario. Thrall salutò così Rexxar e riprese la costruzione di Durotar e di Ogrimmar. Tutto era tornato tranquillo, per il momento…
Poco tempo dopo aver salutato Rexxar, la costruzione di Orgrimmar fu completata, e Thrall poté così governare l’Orda dal suo Trono. Da quel momento in poi, Thrall visse la sua vita con il solo scopo di proteggere il suo popolo e di garantire la sicurezza dell’intera Orda, venendo riconosciuto come il più grande Warchief della storia. Inoltre, il suo onore ed il suo carattere compassionevole ma allo stesso tempo fiero, gli fecero guadagnare molti amici, perfino tra le forze dell’Alleanza. Intanto, la stessa Orda si allargava: ad Orgrimmar arrivò un emissario dei Forsaken, i non-morti liberi dal controllo del Re dei Lich ed ora sotto il controllo di Sylvanas Windrunner, il quale portava l’ufficiale richiesta da parte della sua regina, di far entrare i Forsaken nell’Orda. Sebbene Thrall fosse all’inizio dubbioso, fu convinto infine dal tauren Hamuul Runetotem, il quale credeva che fosse ancora possibile una redenzione dei non-morti, e così, i Forsaken entrarono a far parte dell’Orda. Inoltre, con l’ingresso degli uomini di Sylvanas, la fazione rossa acquisì accesso a Lordaeron. Thrall propose anche alla tribù troll dei Raventusk di unirsi alla “nuova Orda” ma, tuttavia, sebbene questi troll non molto abili in battaglia ma specializzati nella diplomazia fossero rimasti impressionati dal Warchief, essi rifiutarono l’offerta, anche se promisero di restare amici dell’Orda.
Un giorno, Thrall si trovava in compagnia dello sciamano Drek’thar, il quale istruiva il Warchief della storia della sua razza quando essa si trovava ancora sul pianeta Draenor quando una spia umana portò un messaggio. Thrall venne così a conoscenza della caduta della Exodar su Azeroth, e che i Draenei, guidati dal Profeta Velen, erano entrati nell’Alleanza. Il fatto preoccupò molto Thrall: la presenza dei Draenei, sarebbe potuta essere una minaccia alla pace. Poco tempo dopo, iniziarono i negoziati per far entrare gli Elfi del Sangue all’interno dell’Orda; dopo un inizio difficile, l’intercessione di Sylvanas risultò decisiva, e così, anche Quel’thalas fu integrato nel territorio appartenente all’Orda. Poco tempo dopo, Thrall venne a conoscenza che nelle rovine del pianeta Draenor, ora conosciute con il nome di Terre Esterne, esisteva un clan orchesco che non era stato contaminato dalla corruzione demoniaca, chiamato Mag’har. Appresa la notizia, Thrall pianificò immediatamente il proprio viaggio nel mondo distrutto, e quindi vi si recò insieme a Drek’thar. Qui, il giovane capo incontrò il figlio del suo grande amico Grom Hellscream, Garrosh, al quale raccontò come il padre fosse morto da vero eroe. Inoltre, Thrall incontrò anche la propria nonna, Geyah, la quale rivelò al nipote, il suo vero nome: Go’el.
IN ALTO: Il Warchief Thrall. Illustrazione di Wei Wang.