Ed eccoci qui anche questa settimana, a commentare quello che, lo diciamo subito, secondo chi scrive è stato il miglior episodio di House of the Dragon finora uscito. Un episodio, Il Re del Mare Stretto, che si mantiene ancora su ritmi più lenti rispetto ai primi due, ma che è molto denso, caldo e di fondamentale importanza per l’evoluzione di tutti i personaggi principali. Passiamo quindi all’analisi di questa quarta puntata, ricordando che seguiranno SPOILER!
La scena iniziale che ci vede per la prima volta all’interno di Capo Tempesta è forse la più debole dell’episodio. Vediamo Rhaenyra, assolutamente il personaggio centrale di questa puntata, ospite di Lord Baratheon mentre una sfilza di pretendenti le sfila davanti per chiedere la sua mano. Ed è proprio qui che gli showrunner Miguel Sapochnik e Ryan Condal hanno inserito la prima chicca dell’episodio. Un confronto tra un Blackwood ed un Bracken che i lettori dei libri avranno sicuramente apprezzato data la secolare rivalità tra queste due casate, dalle quali in futuro nasceranno due personaggi importantissimi per il mondo di Westeros (chi ha letto i libri sa bene di cosa parliamo…). Tuttavia, la decisione di uccidere il lord o comunque erede dei Bracken è sembrata un qualcosa forse di eccessivo e non necessario. Va bene, si sarà voluto dare all’episodio la sua “dose di sangue”, ma atti come questo nei Sette Regni avrebbero delle gravi conseguenze. Ciò si era visto anche nel torneo avvenuto nel primo episodio, ed anche stavolta come allora, si è avuto la sensazione che le morti in questo contesto siano trattate con un po’ troppa leggerezza.
Intanto, Rhaenyra decide di concludere anzitempo la sua permanenza nelle Terre della Tempesta e di tornare ad Approdo del Re, dove assistiamo al ritorno di Daemon Targaryen a corte. Scopriamo che è passato un altro anno rispetto alla terza puntata mentre va in scena il primo confronto tra la Regina Alicent Hightower e Rhaenyra il cui rapporto sembra stare migliorando. Inizia in questo punto un lungo dualismo tra le due giovani ragazze che si protrarrà per tutta la parte centrale dell’episodio che approfondiremo più avanti. In seguito avviene anche un avvicinamento la stessa Principessa e lo zio Daemon. Il discorso ci va vedere come entrambi i personaggi siano maturati nello scorrere del tempo, affrontando anche il discorso del matrimonio in quello specifico contesto sociale. Se infatti Daemon afferma che “anche se ti sposi, puoi fare comunque quello che vuoi”, Rhaenyra ribatte che questo è valido in verità solo per gli uomini, e che per le donne il matrimonio è più una condanna a morte.
Ora, questa cosa non va assolutamente vista come un femminismo forzato, poiché perfettamente inserito nel contesto. Nel mondo di Martin così come nel nostro Medioevo, il ruolo della donna non era certamente molto diverso da quello descritto da Rhaenyra, ovvero “la tua funzione principale è fare figli.” Ma tornando alla puntata, è interessantissimo notare come da questo discorso si evinca che la stessa Principessa abbia paura di restare incinta, di vivere una vita come quella della madre, “condannata” a sua volta a dare un erede maschio a Viserys, finendo per rimetterci la vita. Palese inoltre la chimica tra zio e nipote, già accennata negli episodi precedenti (se ci fate caso, Daemon e Rhaenyra sono i personaggi che più spesso parlano tra di loro in alto valyriano, segno di confidenza, di complicità).
E così arriviamo alla parte centrale dell’episodio, la più importante e la più… bollente. Mentre Rhaenyra si traveste da paggio, (qui abbiamo la seconda degli sceneggiatori: fare vedere i passaggi segreti della Fortezza Rossa, più citati anche in GoT e mai visti), e va in giro per la città insieme allo zio Daemon, ecco vediamo anche l’apice del dualismo con Alicent di cui accennavamo prima. Ora fermiamoci qui con l’analisi scena per scena e concentriamoci sui personaggi.
In questa Rhaenyra, in un certo senso, matura, o per meglio dire, apre gli occhi e lo fa tramite un argomento scottante come il sesso, argomento centrale della puntata. Quello che vediamo nella scena del bordello è l’esatto capovolgimento delle convinzioni della Principessa espresse proprio allo zio al banchetto. Daemon fa capire alla nipote che il sesso non è solo dovere ma può essere anche piacere ( “qui tutti fanno quello che vogliono“, “qui tutti prendono quello che desiderano“). E il fratello fa esattamente questo, prende quello che desidera, ovvero la nipote. Perché sebbene inizialmente l’intento di Daemon fosse quello di screditare Rhaenyra in quanto ormai non cerca più l’approvazione del fratello ma è tutti gli effetti un agente del caos, è altrettanto vero che questo screditamento è attuato paradossalmente per prendersi e sposare lui la nipote. Daemon ha la conferma che Rhaenyra è attratta da lui, i due si baciano in una scena in cui si vede attrazione, desiderio, tangibile tensione sessuale, la chimica esplode, sono sul punto di fare sesso… ma lui si ferma. La domanda ovviamente sorge spontanea: perché Daemon si ferma? Non abbiamo una spiegazione chiara, ma secondo chi scrive i sentimenti hanno vinto sul piano. Daemon, che qui vediamo essere un personaggio totalmente emotivo ed istintivo, non riesce a prendere la verginità della nipote in quel ed in quel modo, proprio perché a lei ci tiene davvero.
E mentre tutto questo avviene, vediamo anche il contraltare di tutto ciò. Se osserviamo il sesso come piacere nelle scene di Rhaenyra e Daemon, contemporaneamente assistiamo al sesso come dovere di Alicent. La Regina si trova ad essere un “prigioniero politico”, vittima del suo status indotto dal padre, infelice, sola, nella personificazione di quello che Rhaenyra diceva al banchetto allo zio. In questo episodio, Alicent è esattamente ciò che Rhaenyra non vuole essere e non vuole diventare. E nel frattempo, se Daemon è andato via, a Rhaenyra ormai gli ormoni sono partiti. E così, quando torna alla Fortezza Rossa ecco la scena con Ser Criston Cole. Una scena totalmente diversa da quella di soli pochi minuti prima. Sebbene infatti Ser Criston sia attratto da Rhaenyra, i suoi dubbi sono evidenti e lo sono per quasi tutta la scena, con quella particolare inquadratura sul mantello bianco della Guardia Reale ad rappresentarne l’apice. Inoltre c’è meno passione, meno desiderio, più delicatezza… Alla luce di tutto questo, in questa scena vediamo infine l’importanza del sesso, che se nella scena tra Daemon e Rhaenyra è usato come mezzo di scoperta e di piacere, in quella tra la Principessa e la Guardia Reale viene invece usato come mezzo di libertà, di evoluzione.
Possiamo quindi dire che ne “Il Re del Mare Stretto”, il sesso ha avuto una funzione narrativa che servisse a far evolvere i personaggi (principalmente quello di Rhaenyra ed a proposito, un plauso a Milly Alcock che sia nella scena nel bordello che in quella con Ser Criston è riuscita rendere il personaggio estremamente sensuale e seducente), e non come mero “fanservice”.
Infine, nella parte finale vediamo le conseguenze di questa notte di delirio e follia ad Approdo del Re, con Rhaenyra che finisce per manipolare anche lei il padre, raggiungendo l’obiettivo di far allontanare Otto Hightower dalla posizione di Primo Cavaliere. Un accenno doveroso a Viserys, ormai sempre più decadente nel corpo e sempre più stanco. Ancora una volta Paddy Considine tira fuori un’interpretazione magistrale, con anche il suo personaggio che si evolve. La scena del confronto con il fratello è meravigliosa, e mostra un Viserys che finalmente tira fuori gli attributi e che chiarisce ad Otto come sia perfettamente consapevole di essere stato manipolato (peccato però che quest’ultima scena, così come quella del confronto con Rhaenyra, sia l’ennesima conferma di come il Re non sia proprio adatto a regnare…).
Per chiudere, un ultimo accenno alla profezia di Aegon che in questa puntata torna ad essere menzionata. Oltre a dare a Rhaenyra quell’aura da prescelta ed eroina che personalmente trovo fastidiosa, è evidente come questo elemento della storia non possa andare a coincidere con il finale della serie madre. C’è effettivamente poco da dire, possiamo solo ipotizzare che forse, il fantomatico sequel di Game of Thrones non sia soltanto un’idea strampalata dell’HBO…
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