Nuova build sul PTR e nuova ondata di lore per Guardiani del Sogno, la patch 10.2 di Dragonflight! E in questo caso specifico sembra proprio che ci troviamo davanti a nuove rivelazioni che se effettivamente fondate (e se sono state inserite in-game, beh…) andranno a sconvolgere la nostra conoscenza di un luogo da sempre iconico e importante dell’universo di Warcraft, nonché centro proprio della 10.2: il Sogno di Smeraldo. Andiamo quindi a vedere cosa emerso da quest’ultima build facendo attenzione mai come oggi agli SPOILER!
Oggetti della nostra attenzione in quest’articolo saranno gli ormai celebri (nel bene e nel male) libri in-game che vanno a sviluppare la lore del gioco. Per la precisione stiamo parlando di tre libri, tutti dai contenuti e risvolti clamorosi. Senza perder tempo, andiamo a leggere, uno per uno, il contenuto di questi nuovi testi!
La Tragedia di Erinethria
“Nei giorni in cui il regno dei draghi era giovane, le ali color smeraldo della coraggiosa Erinethria si libravano sopra le nuvole. Era il drago più veloce dei suoi tempi e non temeva alcun nemico. Né se si sarebbe mai tirata indietro di fronte a qualsiasi sfida. Ahimè, il suo coraggio sarebbe stato la sua rovina.
Erinethria aveva volato fino agli angoli più remoti di Kalimdor e ritorno. Era stata testimone di spettacoli meravigliosi e amava condividerne le storie con i suoi simili. Eppure arrivò il giorno in cui Erinethria sentì di aver visto tutto quello che c’era da vedere del mondo. Si annoiò. Irrequieta.
Erinethria cercò la saggezza del Custode Tyr.
“Grande custode, c’è ancora qualche mistero da scoprire? Qualche enigma ancora da risolvere?”
“Tutto ciò di cui hai bisogno è qui, bambina. Cos’altro potresti voler vedere? Cos’altro potresti cercare di sapere?”
Mentre la fronte del drago si aggrottava, un vento fresco soffiò da ovest.
“La brezza, grande custode. Desidero vedere il luogo da cui nascono i venti.”
Tyr si fece solenne. “Oltre il Mare in Tempesta si trovano solo rovine. Resta vicino a casa. Resta vicino alla tua gente.”
L’avvertimento di Tyr gravava come un’ombra sul cuore di Erinethria. Si scontrava ancora e ancora con il suo profondo desiderio di risposte. Una mattina luminosa, il drago verde salutò i suoi fratelli di covata.
“Non temete”, disse loro, “perché posso volare più in alto di qualsiasi tempesta. Più veloce di qualsiasi fulmine. E quando saprò da dove vengono i venti dell’ovest, tornerò a casa e vi dirò tutto!”
E con ciò, Erinethria si librò nel cielo. Passarono le lune. E ancora di più. Eppure la coraggiosa Erinethria non tornò. Perfino Ysera si svegliò dal suo sogno per aiutare nella sua ricerca. Ma non si trovò più nemmeno un segno di lei.
Molti credevano che Erinethria fosse andata perduta nel Mare in Tempesta. Che le sue possenti ali si stancarono e si strapparono per i forti venti, e che precipitò nelle acque turbolente. Ma alcuni Verdi affermarono di averla vista nei loro sogni. Che raggiunse una terra al di là, dove covò una propria nidiata.
Sicuramente, dopo tutti questi secoli, dobbiamo accettare la verità della sua perdita. Mentre onoriamo il suo coraggio, dobbiamo ricordare la saggezza a cui non ha prestato ascolto. Al di là del Mare in Tempesta si trovano solo rovine. Resta vicino a casa. Stai vicino alla tua gente.
Fate attenzione, fate attenzione al vento da ovest. Il suo richiamo porta solo rovina.
Perché se prendete il volo attraverso la tempesta e il mare, condividerete, condividerete la tomba di Erinethria.
Tema centrale di questo primo libro è ovviamente questa terra “oltre il Mare in Tempesta“. Ad oggi, potremmo ipotizzare che si tratti della misteriosissima Avaloren, che ad oggi abbiamo visto solo menzionata nei libri di Uldaman.
Passiamo ora al secondo libro, in cui in un certo senso questa tematica viene portata avanti e si inizia concretamente a parlare del Sogno.
Sulla Natura del Sogno
“Ho trascorso anni qui nel Sogno di Smeraldo, esplorandone i confini e crogiolandomi nella sua tranquillità. Eppure, più sperimento, più ciò che percepisco sembra essere in contrasto con le lezioni insegnateci dai Custodi dei Titani. Quindi sono costretto a condividere i miei sentimenti qui. Non per suscitare malcontento o per affermare che le mie teorie siano verità immutabili, ma per incoraggiare gli altri a riflettere su questi argomenti per conto loro.
Si dice che il Sogno sia stato creato dalla Custode Freya, che agisce per conto della sua patrona, Eonar. Eppure ho notato che gli accoliti dei Titani non parlano di qualcosa come “finito” finché non è stato ordinato. Quindi hanno davvero creato il Sogno, o semplicemente lo hanno scoperto, vedendo la sua vitalità come un caos al quale erano costretti a dare struttura?
Cercando una risposta, ho parlato con molti spiriti che abitano il Sogno. Driadi, antichi, custodi dei boschetti e altri. Nessuno di loro parla di un Titano che crea il Sogno. Parlano invece dei primi spiriti che si risvegliarono molto tempo fa nelle sue terre selvagge, in terre belle e libere come lo sono oggi.
(Anche se mi chiedo, dato che qui il tempo ha così poco significato, se i nati dal Sogno pensano davvero in termini di passato o presente)
Ci è stato anche detto che il Sogno è una sorta di impalcatura per la vita su Azeroth. Ed è vero che possiamo vedere i riflessi del nostro mondo nel Sogno. Tuttavia, sebbene sia chiaro che questi reami condividono un legame, l’uno è davvero una copia dell’altro? Oppure potrebbero entrambi essere dei riflessi, ciascuno dei quali assume la forma della sua controparte?
Molte volte mi sono scrollato di dosso il richiamo del sonno e ho preso il volo per esplorare i lontani confini del Sogno. Più volavo lontano, maggiori erano le meraviglie che vedevo. La vita ha preso forme strane e sconosciute. Piante e alberi bizzarri e impossibili. Creature diverse da tutte quelle che avevo visto prima. Forse il Sogno è legato non solo ad Azeroth, ma anche a reami non ancora scoperti. È anche un riflesso di quei luoghi?
In questi luoghi lontani, ho sentito la presenza di entità il cui potere sembrava vasto e inconoscibile, simile agli stessi Titani. Avevo raggiunto i confini del Sogno dove sfocia nei Reami della Vita? Sono la stessa cosa? In verità, non posso dirlo, perché mentre ondate di gioia e felicità mi travolgevano, non ho potuto più resistere al richiamo del sonno. Mi sono svegliato all’Occhio di Ysera, chiedendomi se avessi vissuto un sogno nel Sogno.
Sembra chiaro che i servitori dei Titani desiderino che il Sogno resti immutabile, almeno immutato da chiunque altro che non siano loro stessi. Eppure la natura stessa della vita è quella del cambiamento, no? Le cose nascono, vivono e muoiono, ma la vita stessa va avanti. Forse la vita non è mai stata pensata per essere ordinata. Per essere statica e immutabile.
I servitori dei Titani non sembrano capire che Vita e Morte sono sorelle, legate insieme in un Grande Ciclo. Non desiderano vedere questa verità? O percepirlo va oltre la loro natura fondamentale?
Se noi draghi la vediamo, può solo significare che siamo toccati non solo dalla Vita e dall’Ordine, ma anche da altre forze.
E se i draghi sono il prodotto di poteri grandi e piccoli eternamente intrecciati, allora devono esserlo anche tutti i mortali. Forse la stessa Azeroth è stata toccata da tutte queste forze. O potrebbe essere lei la loro vera fonte? Alcune cose vanno oltre la conoscenza. Alcune cose vanno meditate solo… nei sogni.
In questo che abbiamo capito essere il “diario” di un drago, inizia quindi ad essere messa in discussione l’origine del Sogno di Smeraldo, oltre a tornare il tema delle cosmologie, affrontato con forza in Shadowlands. Possibile che il Sogno sia pre-esistente all’arrivo dei Titani su Azeroth? Che, come suggeriscono le parole di questo drago, esso sia stato creato dal Pantheon della Vita? In nostro aiuto arriva il terzo libro, quello forse più “pesante” in termini di lore…
La leggenda di Elun’Ahir
Mentre ci riuniamo per difendere Amirdrassil, non possiamo fare a meno di ricordare il tragico destino degli Alberi del Mondo del passato. Quelli persi nel sacrificio. Nelle corruzione. Nelle fiamme. Eppure esiste un’antica storia, alcuni sostengono che sia semplicemente una leggenda, che racconta di un precedente Albero del Mondo che incontrò anch’esso un triste destino. Sebbene abbia vissuto solo per poco tempo, la sua eredità perdura.
Molto prima che i primi draghi iniziassero a respirare, Azeroth fu conquistata da orrori contorti che piombarono dai cieli e infestarono il nostro mondo: i Dei Antichi. Quanto durò il regno del loro Impero Nero, non possiamo saperlo. Sicuramente deve essere stato un periodo di sofferenza inimmaginabile. Ma alla fine arrivò la speranza.
Il coraggioso titano Aggramar scoprì Azeroth, splendente come un faro nella Grande Oscurità. Mentre osservava la bellezza e il potere della sua anima addormentata, si rese conto che era in pericolo. Raccontò agli altri membri del Pantheon come il mondo che cercavano fosse stato corrotto dagli Dei Antichi.
I Titani si riunirono per sradicare questa influenza oscura.
Cercando di portare speranza e guarigione, il nostro titano patrone, Eonar, portò un dono donatole da Elune: un ramo di G’Hanir, l’Albero del Mondo madre. Il titano credeva che l’influenza della Vita avrebbe scacciato l’oscurità. Quindi allungò la mano e plasmò il suolo di Azeroth, piantando il ramo dove potesse essere nutrito dal fiume e dal cielo.
Il ramo crebbe rapidamente fino a diventare un albero, le cui radici si estendevano molto, molto in profondità sotto la superficie. Eonar sorrise, perché ovunque si estendessero le radici, emergeva nuova vita. Chiamò l’Albero Elun’Ahir, in onore del suo grande amore. Quando Aman’Thul vide cosa aveva fatto Eonar, la rimproverò. “Questo non è Ordine!” urlò. “Hai infettato questo mondo con un caos incontrollato!” L’Alto Padre afferrò il tronco dell’albero del mondo e lo strappò dalla terra.
Eonar pianse lacrime amare che piovvero sul cratere appena formato. Ma mentre scrutava la terra divisa, il titano realizzò una verità che non condivise con l’Alto Padre. Sebbene avesse distrutto l’Albero, le sue radici tortuose erano ancora salde sotto il terreno, nascoste allo sguardo di Aman’Thul.
Mentre le forze dei Titani dichiaravano guerra all’Impero Nero, Eonar ordinò alla sua Custode, Freya, di vegliare sul cratere e di coltivare la vita che vi fioriva. Sotto terra, le radici si nutrirono delle lacrime di Eonar e divennero forti. La guerra fu lunga, ma alla fine i Titani ottennero la vittoria. Ed Eonar era felice, sapendo che l’eredità di Elune sarebbe perdurata.
Si dice che molto più tardi, quando il mondo entrò in una nuova era, arrivarono misteriosi guardiani che dedicarono la loro vita a proteggere le radici. Ma questa è una storia per un’altra volta. Ora restiamo al fianco dei nostri alleati per difendere Amirdrassil, Corona dell’Armonia. Insieme, preserveremo questo simbolo di speranza. Questo simbolo del futuro.
Beh, qui ne abbiamo da dire. Prima di tutto, se quanto abbiamo appena letto fosse confermato (e ripetiamo, se è stato inserito, ci sono alte possibilità che lo sarà), ci troveremmo davanti a quel che è tutti gli effetti un retcon. Noi infatti abbiamo sempre saputo che l’origine di G’Hanir da cui a sua volta si originò il Sogno di Smeraldo veniva da Eonar, ma ora ci viene detto che quel ramo è stato donato al titano non solo da un terzo, ma addirittura da un nome “pesante” come quello di Elune (che da come è esposta questa storia, sembra inoltre avesse una sorta di “relazione” con la stessa Eonar).
Inoltre, viene fatto intendere che questa sorta di “Albero del Mondo primordiale” – o perlomeno le sue radici – esista ancora (sottoterra?) e che ci siano dei “misteriosi guardiani” a sorvegliarlo (hint per content futuro?).
Quel che è certo è il tema delle cosmologie sta tornando al centro della lore, con l’opera di “demolimento” dei Titani che viene portata avanti dal team narrativo mentre al contempo viene sempre più centralizzata la figura, finora sempre rimasta misteriosa, di Elune. Quali saranno le intenzioni del team? E cosa ne pensate voi di questi tre libri e delle rivelazioni che contengono?