La prima volta che vidi l’accampamento non riuscì a credere che della gente vivesse davvero lì. Io ero abituata alle strade di Silvermoon che percorrevo tenendo le mani di mamma e papà. Quelle strade così eleganti, come i palazzi della città, piene di vita, di colori, delle luci magiche che la sera le illuminavano, che mi facevano brillare gli occhi ogni volta che le vedevo. Quelle strade che non avrei più rivisto per tanto, tanto tempo. E dove ero finita ora? In un posto senza strade, senza case, senza niente. Solo terra battuta, delle tende malandate e dei bruti verdi che sembravano dei mostri usciti da un incubo, che per giunta guardavano tutti me, come se il mostro fossi io. Poco dopo iniziarono a parlare, anche se io non capii nulla. Quello che dissero quel giorno me lo avrebbero solo raccontato in seguito.
L’orchessa poggiò la piccola elfa a terra. Questa iniziò a guardarsi intorno con un misto di paura e stupore. Ma altri orchi la stavano già interrogando.
“Nyx, che diavolo hai combinato?! Al posto di cibo e tesori ora ci porti bambini?! Che ci fa questa piccola qui?! Che è successo laggiù?!”
“Stai zitto un attimo, Erogh! Mi sembra già abbastanza spaventata!” rispose l’arciera con veemenza. Poi si chinò sulla piccola, tentando di calmare la propria voce.
“Io. Nyx.” disse accompagnando le parole con i gesti della mano, indicando se stessa. “Io. Nyx.”, ripeté ancora una volta. “Tu?” chiese poi alla piccola indicando lei. Ma quella si limitò a guardarla con i suoi grandi occhi verdi.
“Nemmeno parla! Che ce ne facciamo di un’elfa mocciosa e muta?” riprese a martellare Erogh, il guerriero del gruppo, quello che passava sempre all’azione senza pensare mai. Un orco enorme con due braccia che a Lilith sembravano due tronchi d’albero. Intorno a loro nel frattempo si erano avvicinati tutti gli altri orchi dell’ accampamento.
“Erogh, cazzo, lo capisci che così non sei d’aiuto!?”
“Io capisco solo che ancora devi spiegarmi che diavolo è successo nelle foreste degli elfi…”
Intorno al guerriero iniziò un brusio di approvazione verso le sue parole. Nyx sospirò, guardò ancora una volta gli occhi verdi della bimba, la quale intanto si era tirata indietro impaurita da quella massa verde, e si alzò.
“I troll di Zul’jin hanno incendiato le foreste degli Elfi. Lungo la strada non abbiamo visto uomini di Doomhammer, credo si siano ritirati.. il perché, non lo so… Gli Elfi si sono rintanati nella loro capitale, anche se credo abbiano mandato qualcuno dei loro arcieri fuori. C’erano diversi cadaveri dell’Orda a terra…”
“Quello che fa l’Orda non ci interessa, non più… Doomhammer si faccia pure ammazzare nelle sue guerre come preferisce, l’ha scelto lui di seguire quel traditore di Gul’dan” le ricordó ***
“Siete voi che mi avete chiesto cosa è successo, io ve lo sto solo dicendo.”
“E la bambina? Hai intenzione di venderla per guadagnarci qualcosa? Ma chi se la prende quella…”
“Non vediamo nessuno. Le insegneremo ad essere una di noi.”
Alla frase di Nyx seguirono uno sciame di risate fragorose. Con la coda dell’occhio, l’orchessa vide la piccola impaurirsi ancora di più.
“Ma che cazzo stai dicendo, Nyx?” la sbeffeggiò Otrok, ridendo sguaiatamente. “Il fumo della foresta ti ha fatto bere il cervello? Una piccola elfa che diventa una di noi… Quelli sono bravi solo a fare le loro lucine, che ne sanno di come vive un orco… Questa manco parla, è muta!”
Nyx, scattò. “Forse perché la tua faccia da bastardo la terrorizza!!”
“Non metterti in testa cazzate, Nyx. Vendiamo questo cucciolo di elfo e pensiamo a dove spostarci se hanno dato fuoco alle foreste degli elfi. Le provviste stanno già finendo. Non abbiamo tempo per i tuoi giochetti.”
“Non sei tu a dovermi dire cosa mettermi in testa! Non spetta a te decidere!”
“E nemmeno a te.”
Capii subito che quella voce e l’orco a cui apparteneva erano diversi dagli altri, come era successo con Nyx. Lo avevo notato già quando eravamo arrivati all’accampamento. Stava in disparte dagli altri, impegnato ad intagliare dei pezzi di legno con la massima attenzione. Era giovane, molto giovane, o almeno lo era dall’aspetto. Impostato, aveva la pelle diversa dagli altri suoi compagni. La sua era marrone e i suoi capelli invece neri, raccolti in due piccole trecce che gli scendevano sul petto ed una piccola coda sulla nuca. Non era nemmeno vestito come gli altri. Certo, i suoi abiti erano anche essi di pelle, ma erano più complicati. Più importanti. Nonostante tutto questo, all’inizio mi spaventava.
“Krogrash! Hai finito di intagliare quei cazzo di pezzi di legno?”
Il giovane orco non si scompose, mostrando una calma insolita per la sua età.
“Gli Spiriti sono importanti per noi Orchi, Nyx. Specie per quelli vagabondi come noi. E…” guardò per qualche secondo Lilith. “Attorno a questa piccola elfa turbinano. Chi è?”
La cacciatrice appoggiò stancamente arco e faretra su un tronco vicino.
“Non lo so…”
Il giovane sciamano la guardò intensamente, aspettandonsi che completasse la frase. Nyx restò per lunghi istanti in silenzio.
“…ma qualcosa mi ha spinto a non lasciarla lì a bruciare insieme alla foresta degli elfi.”
Krogrash mosse pochi passi per raggiungere Lilith. Nyx lo guardava con la coda dell’occhio. Il giovane orco provò ad allungare il braccio verso la piccola, ma lo fermò a metà del percorso, vedendo Lilith arretrare ancora per la paura.
“L’energia degli Elementi intorno a lei.. è forte. Saranno stati gli Spiriti a guidare le tue azioni, Nyx.”
L’orchessa rispose piccata.
“E dov’erano i tuoi fottuti spirti quando la magia di Gul’dan ha distrutto Draenor? O quando gli hanno permesso di impadronirsi dell’Orda?
“Proprio per la follia di Gul’dan ci hanno abbandonato su Draenor. La sua follia… e quella di tutti noi, che ciechi l’abbiamo seguita. Domani faremo di nuovo due chiacchiere.” Krogrash si alzò e fece per allontanarsi.
“Hai la mia benedizione per tenere la piccola elfa.”
Erogh sputò rumorosamente a terra.
“Sputare in faccia alla fortuna così. Siamo proprio degli idioti, cazzo.”
“Lascia perdere, Erogh!” provò a confortarlo Otrok. “Ormai lo sciamano ha parlato, è andata. Speriamo che almeno non ci rallenti o ci faccia ammazzare tutti quanti. In caso me la prenderò con te, Nyx!” Concluse portando via l’amico.
“Fottiti, Otrok.”
Nyx finì di sistemare il suo equipaggiamento, più esausta di quanto non volesse ammettere. Poi si abbassò sulle ginocchia vicino alla bambina.
“Non ti preoccupare”, disse consapevole che la piccola elfa non poteva capirla nonostante i suoi sforzi. “Fanno sempre così, sono un po’ stronzi ma poi non fanno niente, se non gli si dà l’occasione.” Provò ad abbozzare un sorriso.
Lilith le restituì uno sguardo impaurito e curioso. Nyx alzò la testa, guardandosi intorno.
“Beh, credo proprio che dovrai stare nella mia tenda, piccola. Non voglio di rischiare di lasciarti qui, non mi fido di quei due fino a questo punto.”
La cacciatrice tornò a guardare la piccola elfa quando senti una piccola manina toccarle il braccio.
La bimba imitò alla meglio il gesto che aveva fatto lei prima, indicando se stessa. Aprì la bocca. Il suo sforzo era evidente.
“I-io… Lilith.”