In seguito alla battaglia finale contro N’zoth, l’Orda e l’Alleanza stipularono un armistizio che pose fine al conflitto. Secondo i termini dell’accordo, la fazione blu avrebbe abbandonato qualsiasi fortezza che avesse stabilito su Zandalar come dimostrazione della propria buona fede, mentre l’Orda si impegnò, sebbene in modo indipendente, a dare la caccia a Sylvanas Windrunner per i suoi crimini. Turalyon fu nominato da Anduin Lord Comandante delle forze armate dell’Alleanza e fu incaricato dall’Alto Re di mettersi sulle tracce dell’ultimo Warchief insieme alla moglie Alleria.
Tuttavia, l’armistizio non fu accolto bene ovunque. Tyrande Whisperwind infatti si rifiutò di firmare questo patto e prese le distanze dal resto della leadership dell’Alleanza, trasferendosi a Nordrassil insieme al marito Malfurion e ai pochi elfi della notte superstiti. Anche lo stesso Genn Greymane mise in dubbio l’efficacia dell’accordo, vedendolo come una perdita di tempo che non avrebbe impedito all’Orda di attaccare l’Alleanza ancora una volta. Ma nonostante questi dissapori, la maggior parte degli altri leader della fazione, inclusa Jaina Proudmoore, sembrava, almeno per il momento sostenere l’armistizio, se non altro perché le loro terre e risorse erano in gran parte esaurite dalla guerra.
Come già accennato l’Orda, dopo Sylvanas, si rifiutò di nominare un nuovo Warchief. Una volta formato il nuovo Concilio e firmata la pace con Anduin, le due fazioni iniziarono ad allontanarsi dal conflitto tra loro dopo decenni di lotta e quattro Grandi Guerre. Il nuovo governo dell’Orda si dimostrò subito ansioso di porre fine ai conflitti e furono scelti numerosi nuovi leader per formarlo. Con Saurfang morto, Thrall tornò alla guida del suo popolo come nuovo capo degli Orchi. Rokhan fu scelto per prendere finalmente il posto di Vol’jin, deceduto durante l’ultima invasione della Legione Infuocata, come nuovo leader dei Darkspear. Monte Gazlowe divenne il nuovo Principe del Commercio del Cartello di Bilgewater, dopo che Jastor Gallywix abbandonò l’Orda in seguito alla fuga di Sylvanas, e Lilian Voss venne scelta come nuova rappresentante e leader ad interim dei Forsaken.
Ma come ben sappiamo, i fuochi della guerra sono difficili a spegnersi. Le ostilità continuarono ad esistere tra l’Orda e l’Alleanza anche dopo la firma dell’armistizio, ed in questo senso possono essere fatti numerosi esempi.
Le forze navali dell’Alleanza si dimostrarono più volte ostili nei confronti delle navi Forsaken, costringendo Lilian Voss e Calia Menethil – che aveva preso le parti dell’Orda – a rotte più lunghe del normale. Sempre nella fazione blu serpeggiava anche il sospetto che l’Orda potesse fornire rifugio a Sylvanas in segreto, e un tentativo di riavvicinamento fu fatto anche verso gli Elfi della Notte, trovando però un muro. Una delegazione dell’Orda formata da Thrall, Calia, e Baine Bloodhoof si recò infatti a Nordrassil per incontrare Tyrande e Malfurion accompagnati da Shandris Feathermoon e Maiev Shadowsong. La delegazione elfica accettò di parlare con i rappresentanti dell’Orda, ma nessun accordo venne raggiunto. Tyrande arrivò anzi ad intimare a Thrall di non farsi più vedere nelle terre dei Kaldorei, a meno che non portasse loro la testa di Sylvanas.
Le settimane successive passarono tra piccole scintille, come ad esempio l’arresto del leader dell’IR:7 Mathias Shaw da parte degli Zandalari per aver sconfinato nel loro territorio, un atto che causò quasi una violazione dell’armistizio – situazione che venne scongiurata solo dall’intervento di Jaina Proudmoore – o da piccoli attacchi dei lealisti nei confronti dell’Alleanza. La Quarta Guerra era insomma finita, ma un equilibrio tra le due fazioni principali del pianeta era sempre difficile da mantenere.
L’unico fattore comune restò la caccia a Sylvanas Windrunner, che rimase un’ombra su Azeroth per diversi mesi. Fino a che, un giorno, quest’ombra non si materializzò di nuovo nelle lande ghiacciate di Icecrown…