Go’el nacque su Azeroth, nella regione delle Montagne di Alterac, figlio dell’orco Durotan, capo del clan Frostwolf e della sua compagna, Draka. I genitori di Go’el tuttavia, furono pochissimo tempo dopo assassinati da dei sicari dello stregone Gul’dan, mentre il piccolo orco venne poi trovato dall’umano Aedelas Blackmoore. Quest’ultimo decise di prenderlo con sé con lo scopo, un giorno, di mettere quell’orco a capo di un’armata per razziare Stormwind. Blackmoore, diede al piccolo neonato il nome di Thrall, letteralmente “schiavo”.
Thrall crebbe dunque dentro la Fortezza di Durnholde, dimora di Blackmoore, venendo addestrato come un gladiatore con tutta la brutalità degli Orchi, ma anche con l’intelligenza tattica di un umano. Thrall fu allevato da una nutrice umana, e strinse una forte amicizia con la figlia di quest’ultima, una giovane ragazza di nome Taretha Foxton. In breve tempo, Thrall si dimostrò uno studente eccellente e guerriero fenomenale, diventando così la principale fonte di guadagno di Blackmoore, che organizzava combattimenti. La fama di questo strepitoso gladiatore si sparse rapidamente, tanto che un giorno, perfino il Principe del Regno di Lordaeron, Arthas Menethil, visitò la Fortezza di Durnholde per vedere Thrall all’opera. Poco tempo dopo, Thrall ebbe il suo primo incontro con il suo popolo: un giorno, mentre si allenava con i suoi addestratori umani, un gruppo di Orchi transitò proprio da Durnholde, ed uno di loro, vedendolo e credendo che gli umani lo stessero bullizzando, si liberò dalle sue catene e iniziò a correre verso Thrall, urlandogli qualcosa in orchesco. Paradossalmente però, Thrall sconosceva il linguaggio degli Orchi, avendo appreso solo quello degli umani, e così non capì cosa gli stesse dicendo l’orco. Il povero prigioniero, comunque, fu subito bloccato ed ucciso sotto gli occhi dello stesso Thrall. Intanto, Taretha iniziò segretamente a scrivere delle lettere all’amico, consegnandole all’orco quando si recava alla sua cella per dargli dei libri, e lo stesso Thrall faceva lo stesso al momento della restituzione. In una di queste lettere, l’orco espresse a Taretha il desiderio di fuggire da Durnholde. La giovane ragazza così, si mise all’opera per aiutare l’amico: creò un diversivo all’interno della Fortezza, permettendo a Thrall di fuggire senza essere scoperto. Una volta uscito dalla Fortezza, l’orco si incontrò con Taretha nei pressi di una grotta, dove la ragazza gli diede le provviste necessarie per la sua fuga. Thrall lasciò così il luogo dove aveva vissuto fino a quel momento, sperando di non rivederlo mai più. La fuga del giovane gladiatore comunque, durò ben poco. Egli fu infatti scoperto e catturato da Lorin Remka, la comandante di un altro campo di contenimento degli orchi, al quale Thrall fu condotto, e fu qui che egli si incontrò con un vecchio dagli occhi rossi, chiamato Kelgar. Quest’ultimo raccontò a Thrall di Gul’dan e della sua corruzione, di come la vecchia via sciamanica fosse molto meglio della sete di sangue in cui l’Orda era piombata. Il vecchio orco rivelò inoltre che un intero clan era sopravvissuto alla cattura da parte degli uomini, e si trovava proprio su Azeroth. Si trattava del clan Warsong, capeggiato dal leggendario guerriero fino a quel momento imbattuto, Grommash “Grom” Hellscream. Un giorno, lo stesso Kelgar avvisò Thrall che Blackmoore era arrivato al campo, in cerca del suo “orco da compagnia”. Non avendo nessuna intenzione di tornare a Durnholde, Thrall riuscì a fuggire dal campo, e si mise alla ricerca dell’unica persona che avrebbe potuto aiutarlo: Grom Hellscream.
Una volta rintracciato il capo del Warsong, Thrall fu preso sotto la protezione di Grom, il quale gli insegnò il linguaggio orchesco e gli rivelò, in parte, le sue origini. Hellscream infatti, gli disse che, in base agli indumenti che l’ex gladiatore gli aveva mostrato, egli apparteneva al clan Frostwolf. Dopo aver passato un po’ di tempo con Grom ed il Warsong, Thrall decise di partire, andando alla ricerca delle sue radici nelle Montagne di Alterac. Dopo un cammino estenuante tuttavia, il giovane orco perse i sensi, e fu salvato proprio da dei membri del clan Frostwolf, che lo portarono alla loro base. Qui, incontrò Drek’tar, il quale rivelò a Thrall che lui era il figlio di Durotan, il capo del clan. Una volta trovato il proprio posto all’interno dei Frostwolf, Thrall apprese da Drek’tar le antiche vie sciamaniche dell’Orda, precedenti alla corruzione di Gul’dan, storie sull’ancestrale dimora del clan sul pianeta Draenor, e bene presto fu accettato a tutti gli effetti all’interno del clan. Fu in questo periodo che Thrall scelse uno dei lupi di ghiaccio, chiamandolo Snowsong, come suo lupo personale. Qualche tempo dopo, l’orco fu convocato da Drek’tar che lo portò in un luogo che Thrall non aveva mai visto prima. In cima ad una montagna, ebbe così luogo l’iniziazione di Thrall a sciamano. Questa esperienza, fu una delle più significative ed importanti della sua vita: egli infatti entrò in contatto con gli spiriti di Aria, Terra, Fuoco, Acqua e con gli Spiriti Selvaggi, diventando così il primo sciamano dalla corruzione degli Orchi da parte di Gul’dan. Quest’evento fu inoltre altamente simbolico, in quanto non solo Thrall fu il primo ad essere accettato dagli Spiriti, ma dimostrava come quest’ultimi avessero perdonato gli Orchi dall’averli abbandonati per abbracciare i poteri demoniaci, designando Thrall come destinato ad essere uno dei più grandi sciamani della storia degli Orchi.
Thrall tornò così all’accampamento dei Frostwolf come un orco nuovo, completamente immerso nella vecchia via sciamanica, e consapevole del suo essere il figlio del capoclan. Un giorno, l’accampamento venne visitato da uno straniero. Thrall si avvicinò a lui, trattandolo con cordialità, ma lo straniero iniziò a provocarlo, accusando i Frostwolf di nascondersi nelle montagne. Sebbene sentisse la rabbia crescere dentro di lui, Thrall consigliò lo straniero che se fosse stato voglioso di assediare i campi di contenimento, si sarebbe potuto unire al Clan Warsong. Ma ancora una volta, lo straniero rispose sprezzante a Thrall, bollando Grom Hellscream come un sognatore, e gli umani una razza contro la quale non valeva la pena combattere. Adirato, Thrall sfidò lo straniero in un combattimento uno contro uno. Lo straniero gettò così via il proprio mantello, rivelando un’ottima armatura in acciaio nero, ed un enorme martello come arma. Dopo un feroce combattimento, Thrall riuscì a disarmare lo straniero, ma sul punto di finirlo, fu fermato dai suoi compagni. Fu allora che lo straniero decise di rivelare la propria identità: si trattava di Orgrim Doomhammer, il leggendario Warchief dell’Orda in persona.
Orgrim era stato contattato da Drek’tar, il quale lo aveva informato del ritorno del figlio di Durotan. Doomhammer aveva così deciso di provocare intenzionalmente Thrall spingendolo al combattimento per vedere se l’anziano sciamano gli aveva detto il vero. Orgrim scoprì così non solo che Drek’tar avesse detto il vero e che Thrall fosse in grado di tenergli testa, ma che il giovane sciamano riuscì addirittura a batterlo, impresa fino ad allora riuscita solo a Durotan. Orgirm nominò così Thrall come suo vice ed insieme elaborarono un piano per liberare gli Orchi dai campi di contenimento.
Il piano funzionò molto bene nei primi tre campi, ma successivamente, le forze dell’Alleanza si fecero trovare sempre più preparate, sorvegliando massicciamente le celle degli Orchi. Durante la liberazione del quinto campo, situato nella regione degli Altipiani di Arathi, Orgrim Doomhammer fu ferito mortalmente dalla lancia di un cavaliere, che lo colpì alle spalle. Negli ultimi istanti della sua vita, Orgrim passò a Thrall la propria armatura ed il suo martello da guerra, nominandolo nuovo Warchief dell’Orda. Il primo atto di Thrall come Warchief, fu quello di tornare a Durnholde, per liberare i suoi fratelli orchi lì imprigionati. Prima di arrivare ai cancelli della Fortezza, il giovane capo incontrò in segreto la sua vecchia amica Taretha, chiedendole di abbandonare Durnholde, insieme alla propria famiglia. La ragazza tuttavia, non accettò il consiglio di Thrall, temendo la reazione di Blackmoore in caso il comandante si fosse accorto della sua assenza. Con l’Orda alle proprie spalle, Thrall arrivò così ai cancelli di Durnholde, dove ad attenderlo, trovò un ubriaco Blackmoore. Il Warchief chiese un pacifico colloquio, in modo da evitare inutili spargimenti di sangue. Blackmoore tuttavia andò subito in escandescenza, vedendo quello che Thrall era diventato, ed accusandolo persino di tradimento. Ancora una volta, Thrall offrì una resa a Blackmoore, ma in tutta risposta, il comandante di Durnholde gettò la testa mozzata di Taretha vicino a Thrall:
“E’ così che tratto i traditori”, disse.
Urlando per l’ira, con gli stessi Spiriti che gli fecero eco, Thrall ordinò l’attacco. Durante l’assedio, riuscì a chiudere in un angolo Blackmoore, all’interno del suo tunnel segreto. Il Warchief gettò una spada ai piedi dell’umano, affinché si potesse difendere. Il comandante, che intanto era tornato sobrio, raccolse la spada, ma chiese subito a Thrall di aiutarlo a sottomettere l’Alleanza. L’episodio fece infuriare Thrall, che non esitò a vibrare il colpo mortale a Blackmoore. Prima di morire, il comandante si disse fiero di quello che Thrall era diventato, prendendosi anche il merito degli eventi che lo avevano portato fino a quel punto. Uscendo dalla Fortezza, Thrall trovò l’Orda vittoriosa….