Finalmente l’ultima mid-patch di Dragonflight ha visto la luce e con essa anche un’importante pagina di lore rappresentata dal mega-dungeon Alba degli Infiniti. In quest’occasione lo scopo dei giocatori è infatti quello di prevenire qualcosa che è da sempre uno degli elementi cardine della storia di Azeroth, ovvero la trasformazione di Nozdormu in Murozond. Vediamo come si svolti questi eventi, analizzando il finale di Alba degli Infiniti, facendo quindi attenzione agli inevitabili SPOILER!
I Fatti
Per realizzare la nostra analisi non possiamo che partire dal principio: come finisce Alba degli Infiniti? I fatti ci dicono che effettivamente lo Stormo Infinito riesce ad essere sconfitto. Tuttavia, in questo scenario va a recitare una parte importantissima quello che finora è stato ed è il principale villain di Dragonflight, ovvero l’Incarnazione della Terra, Iridikron.
Iniziamo: il cinematic comincia con la sconfitta del boss finale del mega-dungeon, il Signore del Tempo Deios, e la conseguente sconfitta dello Stormo Infinito, grazie alla quale Cromie pensa di aver scongiurato la “nascita” di Murozond, almeno per il momento.
Ma i festeggiamenti del nostro drago di bronzo durano ben poco, perché dopo pochi istanti entra in scena proprio Iridikron, ovvero il vero protagonista di questo finale. Sentiamo l’Incarnazione della Terra sfidare sia Cromie che gli stessi Titani con le sue parole, affermando un concetto che sarà molto importante: quello delle linee temporali. E mentre dice queste parole, lo vediamo in possesso di una reliquia, promettendo che l’Araldo (una figura su cui torneremo più tardi), strapperà il nostro mondo dalla presa dei Titani:
Cromie: “Ce l’abbiamo fatta! Il nostro futuro è al sicuro!”
Iridikron: “Dimmi, piccola, ti sei mai chiesta perché i Titani preservino questa linea temporale?”
Cromie: “I Titani salvaguardano il nostro mondo da mostri come te!”
Iridikron: “La tua fede non significa niente per loro. Mentre brucerete tra le fiamme dell’ira di mio fratello (Fyrakk, NdR), non verranno in vostro aiuto. Tutto quello che volevano era il nostro mondo. Con questo, l’Araldo lo strapperà dalla loro presa. E quando i Titani verranno a reclamare il loro premio, io li aspetterò.”
Perché proprio questa linea temporale?
Ora, come ben sappiamo, il sacro dovere dello Stormo Bronzeo, affidato loro dai Titani, è quello di preservare l’unica vera linea temporale e assicurarsi che gli eventi accadano come dovrebbero. Questo tema è il cardine di Fratture nel Tempo, poiché noi stessi giocatori veniamo “reclutati” per aiutare lo i draghi di bronzo in questo compito: dall’entrare e chiudere i vari Time Rifts all’aiutare Cromie nelle diverse missioni giornaliere a correggere varie anomalie temporali. Tuttavia, come implicato dagli stessi Time Rifts, esistono altre linee temporali. Il mondo che conosciamo esiste in un multiverso che contiene molte di esse e ne abbiamo perfino avuto prova concreta con Warlords of Draenor e le successive razze alleate.
Come allo stesso modo sappiamo anche che devono accadere cose terribili nella nostra linea temporale per preservarla ed esempi in questo senso ne abbiamo avuto svariati nel corso degli anni, ovvero tutti i vari dungeon nelle Caverne del Tempo. Preservare la linea temporale quindi non significa impedire che quelle cose terribili accadano, ma al contrario assicurarsi che lo facciano perché devono accadere. Da qui appunto la domanda: perché è questa linea temporale che i Titani la vogliono preservare? Iridikron ricoprirà pure il ruolo di villain, ma la sua domanda è quantomeno legittima.
Secondo Iridikron, “tutto quello che volevano (i Titani) era il nostro mondo“. Badate bene però, perché l’Incarnazione della Terra non si sta riferendo al pianeta Azeroth, ma al Titano Azeroth addormentato al suo interno. Sappiamo che è possibile per gli Dei Antichi infettare l’anima di un mondo e corromperla, causando la nascita di un Titano Oscuro, e che i Titani temono che ciò accada ad Azeroth: Sargeras lo temeva così tanto che aveva perfino pianificato di eliminare tutta la vita piuttosto che permettere che una cosa del genere potesse accadere. Alla luce di tutto questo quindi, la “vera linea temporale” deve essere quella in cui Azeroth non è corrotta ma piuttosto nasce come un Titano, ovvero l’esito preferito dai Titani.
Distrazione
In tutto questo, Iridikron ci ha anche, in un certo senso, “spoilerato” quello che sarà il prossimo arco narrativo di Dragonflight, dicendoci che “bruceremo tra le fiamme dell’ira” di suo fratello. Come scopriamo dall’epilogo di Alba degli Infiniti infatti, Fyrakk, l’Incarnazione del Fuoco, ha gli occhi puntati su Amirdrassil (si, abbiamo scoperto anche il nome!), il nuovo Albero del Mondo.
E tutti noi sappiamo come l’immagine di un Albero del Mondo in fiamme ci sia tremendamente familiare. Il Rogo di Teldrassil è uno degli eventi più tragici di tutta la Storia di Azeroth, e ancora una volta, c’è una tagliente verità nelle parole di Iridikron. Quando Teldrassil bruciò, una cosa che scioccò gli Elfi della Notte fu il fatto che la loro dea, Elune, non intervenne. Sebbene Elune non sia un Titano, è molto probabilmente un essere di potere e forse origine simile, associato alla Vita piuttosto che all’Ordine.
In quest’ottica vanno intese quindi le parole dell’Incarnazione della Terra, quando afferma che i Titani non interverrebbero se anche Amirdrassil dovesse bruciare, indipendentemente da quanti Draghi a loro fedeli dovessero morire. La sensazione che si ha, è che il Pantheon interverrebbe solo se quell’evento fosse una minaccia alla loro “vera linea temporale” e in nessun altro caso.
Non dobbiamo nemmeno dimenticare che l’Albero è ancora molto giovane, vulnerabile e il nuovo leader dello Stormo Verde, Merithra, è una “novellina” nel ruolo di Aspetto, mentre Fyrakk è stato recentemente potenziato dalla Shadowflame. È facile capire quindi che la situazione che si presenta davanti sia terribile e che richiederà tutta la nostra attenzione, il che sembra essere il punto di questo cinematic. Iridikron ci vuole distratti.
Una nuova Anima dei Draghi?
Veniamo ora al primo “piatto principale” di quest’analisi: la reliquia di cui Iridikron s’impossessa. Come accennato prima, da lui ci viene detto che l’Araldo la userà questa reliquia per strappare il mondo dalla presa dei Titani. Ma cos’è esattamente quest’oggetto?
Dallo svolgimento di Alba degli Infiniti, scopriamo che essa contiene l’essenza del cosiddetto Padre dei Draghi, Galakrond. Ma soprattutto è impossibile non notare come questa reliquia ricordi tantissimo quella che è stata l’arma più potente mai esistita nella storia di Azeroth: l’Anima dei Draghi. Di questo disco la stessa Cromie è molto preoccupata, ed a livello visivo e cromatico esso è subito collegabile al Vuoto.

Inoltre, è importantissimo ricordare come le parole dell’Incarnazione della Terra riportino alla mente una profezia di cui ci eravamo occupati durante la patch 10.0.7. Potete recuperare l’analisi di quelle profezie qui. In ogni caso, due aspetti sono direttamente collegabili alla “Canzone degli Abissi“: una “fame perduta nelle ere” e la figura dell’Araldo.
Parlando della prima, già nell’analisi citata in precedenza presumevamo che si riferisse proprio a Galakrond, ma quello che non vi abbiamo ancora detto è che Iridikron pronuncia le stesse parole della profezia mentre si impossessa dell’essenza del Padre dei Draghi durante Alba degli Infiniti. Ma cosa può significare tutto questo per l’Incarnazione della Terra?
Galakrond è stato il drago più grande che sia mai esistito: era così colossale che solo la sua testa occupa gran parte della mappa del nuovo mega-dungeon. Le sue dimensioni erano causate dalla sua fame insaziabile, una fame che era il risultato della sua corruzione da parte degli Dei Antichi. La fame di Galakrond, così irrefrenabile tanto da portarlo a divorare i suoi stessi compagni draghi, fu la prima grande minaccia che gli Aspetti dovettero affrontare. Se Iridikron ha sfruttato il potere di Galakrond, è destinato a diventare grande almeno quanto di lui, una prospettiva terrificante (ma curiosa da vedere…)
Chi è l’Araldo?
E arriviamo così al vero cuore della nostra analisi. La vera domanda che ci lascia questo cinematic: chi è l’Araldo? Sempre nell’analisi che vi abbiamo linkato su, ipotizzavamo che questa figura fosse riferita proprio a Iridikron, ma con questo cinematic quella teoria è ovviamente caduta. Tuttavia, negli ultimi istanti di questo finale di Alba degli Infiniti, noi potremmo già aver visto l’Araldo… e non per la prima volta.
Proprio negli ultimi istanti del cinematic infatti, mentre Iridikron attraverso il portale (chiaramente di Vuoto), possiamo intravedere, sulla destra, una figura, presumibilmente femminile ed elfica, aspettarlo dall’altra parte. E proprio quella figura potrebbe essere l’Araldo. È curioso notare come questa misteriosa figura svolga due ruoli diversi. Per Iridikron, esso come abbiamo già detto strapperà il mondo dalla presa dei Titani, mentre per la Canzone degli Abissi, e quindi i Naga, “adempirà la profezia finale e completerà il risveglio”. Ma arrivando al punto, di chi stiamo parlando?

Ad oggi, la teoria più accreditata in giro tra gli appassionati vede Xal’atath vestire i panni del misterioso Araldo.
Facendo un rapido recap, Xal è l’entità del Vuoto un tempo legata all’artefatto dei sacerdoti ombra in Legion, l’appunto omonima Xal’atath, Lama dell’Impero Nero (di cui vi suggeriamo caldamente di recuperare l’incredibile storia, qui). Con l’aiuto di noi giocatori e grazie ad un accordo con N’zoth, Xal si è liberata dalla lama durante gli eventi di Battle for Azeroth. E fu lì che la vidimo per la prima volta assumere la forma di un Elfa del Vuoto. Una cosa che Blizzard ha sempre lasciato intuire è che Xal’atath sia estremamente potente – si è addirittura ipotizzato che sia un Dio Antico, forse il famigerato quinto – o forse qualcosa di ancora più potente, un’entità sconosciuta a metà tra un Dio Antico e un Signore del Vuoto.
Salvezza=condanna?
Infine, concludiamo quest’analisi parlando di quello che sembra essere l’obiettivo di tutta questa storia: il Titano Azeroth. Come abbiamo detto, Iridikron si riferisce all’estirpamento della presa dei Titani su Azeroth da parte dell’Araldo come un atto che mettere in azioni proprio i “creatori” del pianeta. E anche qui, abbiamo un riferimento alla Canzone degli Abissi, la quale recita:
“L’Araldo parla di un potere primordiale che cerca la fine dell’Ordine. Tale rabbia può essere piegata per servire i nostri fini.
Una fame perduta nei secoli sarà recuperata.
Un cuore oscuro lasciato spezzato attende la presa.”
La prima frase sembra riferirsi ai Primalisti e alla la loro rabbia il trattamento ingiusto subito. La seconda, come abbiamo scoperto, si riferisce proprio a Iridikron che reclama la fame di Galakrond. L’ultima, possiamo presumere si riferisca ad Azeroth.
L’immagine di un cuore oscuro e spezzato ci ricorda una delle ormai celeberrime profezie di Il’gynoth.
“Il suo cuore è un cratere, e noi l’abbiamo riempito.”
A quel tempo, Azeroth era gravemente ferita e sembrava vulnerabile alla corruzione degli Dei Antichi, ma noi l’abbiamo aiutata a guarire, almeno così sembrava. Tuttavia, ricordiamo che a Silithus c’è ancora una certa spada piantata… Azeroth quindi potrebbe essere molto più vulnerabile di quanto crediamo. Con il giusto potere, forse l’Araldo può sottrarla all’influenza dei Titani e attuare un bel “turn” in favore del Vuoto.
E se questo succedesse davvero, allora potremmo finalmente capire a pieno le parole di Iridikron in questo cinematic: i Titani, che potrebbero ignorare qualcosa come un Albero del Mondo in fiamme, verosimilmente si precipiterebbero se lo stesso Titano Azeroth fosse in pericolo.
Riprendendo un’ultima volta la Canzone degli Abissi, “quando queste cose avverranno, l’Araldo adempirà la profezia finale e completerà il risveglio.”
Sembra ovvio che il risveglio in questione non possa essere altro che il risveglio del Titano Azeroth, solo che piuttosto che nascere come un nuovo Titano dell’Ordine, Iridikron e l’Araldo sembrano aver pianificato di assicurarsi che diventi invece un Titano Oscuro.
Alla fine di Alba degli Infiniti quindi, si, potremmo aver fermato la minaccia di Murozond e del suo Stormo, almeno per il momento (si spera!), ma lasciando scappare Iridikron… il destino finale della stessa Azeroth potrebbe presto cambiare per sempre.
Per quanto riguarda il lato gameplay, vi raccomandiamo di guardare l’ottima guida a questo nuovo mega-dungeon realizzata dalla nostra amica Pew Pew Mika! (trovate qui la parte 1 e qui la parte 2)
N.B. Questo articolo è una traduzione e rielaborazione di Galakrond? Xal’atath? Dark Titan Azeroth? – Analyzing the Dawn of the Infinite Finale
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