Siamo così arrivati all’ultimo capitolo di questo viaggio. Quello che sarebbe stato uno dei momenti più importanti non solo della Terza Guerra, ma di tutta la storia di Azeroth. Una battaglia che in un certo senso sarebbe stata la chiusura di un cerchio… e la fine dell’eternità per gli Elfi della Notte. Ma come si svolsero i fatti? Come si arrivò alla leggenda?
Dopo l’esilio di Illidan, Medivh convocò Malfurion e Tyrande in un bosco segreto dove fece incontrare i leader dei Kaldorei con Thrall e Jaina. Il leggendario Guardiano rivelò di essere stato lui stesso la causa del ritorno della Legione, creando il Portale Oscuro e permettendo all’Orda di invadere Azeroth, vent’anni prima. Dopo essere stato ucciso dai suoi stessi amici, dovette tornare per riparare ai suoi errori e proteggere Azeroth dal ritorno dei Demoni. Ma quello che chiese (e ottenne) Medivh era qualcosa di impensabile fino a qualche settimana prima: ovvero che le razze mortali si unissero sotto un unico stendardo per sconfiggere la Legione, poiché l’unione delle loro forze era la loro unica speranza per salvare il mondo.
In preparazione all’inevitabile assalto al Monte Hyjal, la sacra montagna dei Kaldorei, Malfurion escogitò un piano per sconfiggere Archimonde e le sue forze. Con il consenso degli altri leader, progettò di “accendere” Hyjal, ovvero attivare i poteri latenti influiti dagli Aspetti Draconici all’interno di Nordrassil diecimila anni prima, innescando così una massiccia detonazione al momento giusto. Un piano sicuramente coraggioso, che avrebbe privato gli Elfi della Notte della loro relativa immortalità, permettendo che invecchiassero o si ammalassero…
Il piano dell’arcidruido, tuttavia, avrebbe richiesto tempo per essere messo in atto, e sarebbe stato proprio qui che gli eserciti mortali sarebbero entrati in scena. Essi ebbero il compito di ritardare l’avanzata della Legione Infuocata abbastanza a lungo da guadagnare tempo. E così, per la prima volta nella storia, l’Orda, l’Alleanza e gli Elfi della Notte collaborarono, costruendo rapidamente basi difensive lungo il sentiero che conduceva all’Albero del Mondo, dove furono raggiunti da altri alleati: i selvaggi Troll della Foresta del clan Shadowtooth ed i Furbolg del clan Barkskin. Nel frattempo, sia Jaina che l’elfa Shandris Piumaluna mandarono degli eploratori per “pesare” l’esercito di Archimonde.
La forza di resistenza scoprì in questo modo che l’eredar era a capo di un esercito gigantesco. Archimonde infatti conduceva non solo i demoni, ma anche l’intero Flagello dei non-morti, con Arthas e Kel’Thuzad che erano stati messi da parte, e tutte le sue forze si trovavano in quel momento sulle pendici di Hyjal. Con tutti i pezzi della scacchiera al proprio posto, l’ultima battaglia della Terza Guerra ebbe inizio.
Archimonde e la Legione incontrarono per prima sulla loro scalata la base dell’Alleanza, composta dai rifugiati umani di Lordaeron, dai nani di Khaz Modan e Picco dell’Aquila, dai sopravvissuti Alti Elfi di Quel’Thalas e dai membri della Settima Legione. Guidati da Lady Jaina Marefiero, questi coraggiosi difensori rappresnetarono la prima linea di difesa nella battaglia e lottarono disperatamente per tenere a bada gli invasori. Tuttavia, dopo un po’ di tempo e un’ostinata difesa, questa posizione cadde, con Jaina stessa che si mise in salvo teletrasportandosi dopo aver incontrato di persona il comandante dei Demoni.
La base dell’Orda si trovava invece più in alto rispetto a quella dell’Alleanza, ed anche il Warchief Thrall si preparò a difendere la posizione il più a lungo possibile. Ma gli Orchi si trovarono soli. Per ripagare il debito di sangue che sentivano di avere verso i pelleverde, i possenti Tauren si unirono ai difensori, e con essi anche i Troll della tribù Darkspear. Quando i demoni si schiantarono contro le linee dell’Orda, Hamuul Runetotem, leader dei druidi dei Tauren fu commosso dalla dedizione dei suoi pari elfi della notte e si ispirò a loro. Sarebbe stato il seme di una lunga amicizia. In generale, le forze dell’Orda arrivarono a questa storica battaglia più preparate di quelle dell’Allenza. Tra gli uomini di Thrall vi erano infatti veri e propri veterani, che avevano già combattuto e si erano distinti nelle due Guerre precedenti (oltre che nelle battaglie sul pianeta Draenor.) Tra questi, due spiccavano sugli altri: Broxigar e suo fratello Varok Saurfang. Il primo in particolare fu protagonista di un episodio che avrebbe segnato la sua vita. Ad un certo punto della battaglia, Thrall ordinò a lui e ad un gruppo di guerrieri di difendere un passaggio vitale nell’area. La Legione ovviamente attaccò presto e massicciamente il sentiero, Brox ed i suoi compagni combatterono valorosamente, ma solo lui sarebbe infine sopravvissuto, uccidendo un gran numero di demoni ed entrando nella leggenda degli Orchi.
Come avevano fatto gli Umani, anche l’Orda mise in atto una strenua difesa della montagna, avvalendosi addirittura delle mine terrestri costruite dai Goblin, e riuscendo a resistere per un po’ di tempo all’assalto. Alla fine, tuttavia, anche loro furono sopraffatti dalla pura forza dell’assalto demoniaco. Come Jaina, anche Thrall si salvò appena in tempo (e con lui alcuni uomini tra cui Varok e Brox.)
Sebbene Archimonde fosse adirato per la resistenza che stava trovando, ogni base mortale che cadde consentì all’esercito del Flagello di ingrossare le proprie fila, e all’attacco di guadagnare più slancio. A questo punto, la vittoria della Legione sembrava certa, con solo gli Elfi della Notte che si trovavano tra il Profanatore e l’antico Albero del Mondo.
Ed anche qui non mancarono le storie di eroismo. Un dei druidi elfici, Broll Bearmantle e sua figlia Anessa, giocarono infatti un ruolo notevole nella battaglia mentre i combattimenti continuavano ad infuriare. Ad un certo punto, la mossa di Broll fu quella di isolarsi dalla forza principale. In questo modo, attirato dal suo potere druido nel luogo in cui si nascose, un gruppo di demoni guidati dal Signore delle Fosse Azgalor lo attaccò. Broll chiamò gli alberi in suo aiuto, dando al suo gruppo il tempo di riorganizzarsi con l’esercito principale. Tuttavia, stando già combattendo da ore e stanchi, gli elfi rimasti furono sopraffatti da Azgalor. Alcuni mistici riferirono in seguito che il demone colpì il magico Idolo di Remulos con la sua arma, corrompendolo con l’energia demoniaca e causando un’esplosione che uccise Anessa. Nonostante la perdita che rappresentò per Broll, il suo sacrificio salvò molte altre vite e contribuì notevolmente alla vittoria finale dei difensori.
Si arrivò così all’ultimo atto della battaglia. Archimonde e la Legione, ad un passo dalla vittoria, avevano come ultimo ostacolo quello stesso popolo che li aveva fermati diecimila anni prima durante la Guerra degli Antichi., ed il Profanatore invitò più volte Malfurion ad uscire alla scoperta e affrontarlo… ma il piano dell’arcidruido era un altro. Mentre la marcia dei Demoni avanzava verso Nordrassil, tutti i restanti difensori si riunirono nella base dei Kaldorei in un ultimo disperato tentativo di respingere la marea demoniaca. Come avevano fatto l’Alleanza e l’Orda, anche gli Elfi della Notte furono infine costretti a cedere terreno ad Archimonde. Quando l’Eredar arrivò in cima, i morti tra le razze mortali si contavano a migliaia.
Abbattuto l’ultimo ostacolo che bloccava il percorso verso Nordrassil, Archimonde ora credeva di aver vinto. Ma all’insaputa del Signore dei Demoni, i difensori del Monte Hyjal riuscirono a guadagnare abbastanza tempo affinché Malfurion mettesse in atto il suo piano. Poiché a questo punto, innumerevoli fuochi fatui si erano radunati dentro ed intorno ai possenti rami dell’Albero del Mondo, anche se Archimonde non prestò loro molta attenzione. Il comandante demoniaco iniziò a scalare Nordrassil, preparandosi ad assorbire le sue energie dentro di sé. I fuochi fatui non attaccarono il Profanatore, ma aspettarono invece che Malfurion usasse il Corno di Cenarius.
Così, quando l’arcidruido sollevò il corno e il suo suono echeggiò in tutta la regione, la massa di fuochi fatui incanalò la propria energia in Nordrassil come un tutt’uno, attivando gli incantesimi che lo permeavano e scatenando tutto il suo potere. Un’esplosione devastante eruppe dall’Albero del Mondo, e l’intero continente di Kalimdor tremò, scosso fino alle fondamenta. Archimonde e la maggior parte delle sue forze furono istantaneamente vaporizzate dall’onda d’urto, insieme a gran parte della foresta circostante, lasciando solo lo scheletro del Profanatore a testimonianza della sua esistenza.
In pochi istanti, la seconda invasione di Azeroth da parte della Legione Infuocata andò in frantumi e le sue speranze di sfruttare il Pozzo dell’Eternità si infransero ancora una volta. Gli eserciti mortali risposero immediatamente alla morte di Archimonde, assaltando furiosamente ciò che restava delle forze demoniache e non morte. Quando infine i combattimenti cessarono, la maggior parte delle forze d’invasione su Kalimdor era stata sradicata.
Medivh osservò in silenzio e da lontano i festeggiamenti per la vittoria dei mortali, soddisfatto che Azeroth fosse stata salvata dalla distruzione. Per il Guardiano si era chiuso un cerchio. Lui aveva dato il via a tutti gli eventi che avevano portato proprio a quel momento e proprio lui era riuscito non solo a salvare il mondo ma in un qualcosa di impensabile: riunire Orda ed Alleanza sotto lo stesso stendardo.
Quello che passò fu un anno che sconvolse Azeroth. Il mondo non sarebbe stato più lo stesso. L’Alleanza di Lordaeron di fatto non esisteva più, l’Orda doveva ricostruirsi una casa su Kalimdor e gli Elfi della Notte avevano perso la loro immortalità. Ci sarebbe voluto tempo affinché gli equilibri si stabilizzassero nuovamente. Ma Medivh era fiducioso che la vittoria ottenuta nella storica Battaglia del Monte Hyjal (e la cooperazione delle varie razze mortali) dimostrasse che il mondo non aveva più bisogno di Guardiani; Il popolo di Azeroth era ora in grado di difendersi da solo. Mentre il suo potere stava svanendo, il leggendario mago realizzò che il suo tempo sul piano fisico stava finendo e svanì.
La Terza Guerra era finita.
IN ALTO: La Battaglia del Monte Hyjal. Illustrazione di JiangFengFeng.