Negli ultimi mesi, seguendo consigli di alcuni amici e leggendo pareri molto positivi qua e là, ho iniziato a vedere un nuovo anime. Un’opera tratta da un manga scritto da Kanehito Yamada e disegnato da Tsukasa Abe, ovvero Frieren – Oltre la fine del viaggio.
Di cosa tratta Frieren? È un manga classificato come shōnen, ma che di questo genere ha bene poco (se non qualche tratto verso la fine della stagione) tanto che per quel che mi riguarda lo riterrei più uno slice of life. L’anime inizia dove praticamente finisce un qualsiasi JRPG, ovvero con la sconfitta del cattivo ed il ritorno trionfale del party nella civiltà. E in questo party c’è proprio lei, Frieren, protagonista della storia. Una maga elfa che, sebbene abbia l’aspetto di una ragazza, è in realtà un essere millenario – un grande cliché – di cui seguiamo la vita appunto dopo che la grande avventura è finita.
Ed è stata proprio l’osservazione del personaggio di Frieren durante i 28 episodi che compongono la prima stagione dell’anima che mi ha dato uno spunto di riflessione che coinvolge molto Warcraft e soprattutto alcuni suoi personaggi.
Ora, in questa riflessione che voglio fare con voi prenderò come punto di riferimento per Warcraft, Tyrande, ma la questione non riguarda solo lei, che è l’esempio più lampante, bensì la quasi totalità dei personaggi che condividono una caratteristica con Frieren ma trattata in modo molto diverso, ovvero l’essere degli esseri (scusate il gioco di parole) millenari.
Guardando Frieren, mi sono (ri)accorto di quanto World of Warcraft abbia un problema con questo genere di personaggi, e sebbene abbiamo già sfiorato l’argomento in passato in altre lore discussion, oggi volevo un po’ approfondire la cosa con voi.
La nostra maga elfa, inizialmente dà sicuramente l’impressione di essere un personaggio freddo, molto poco empatico e distaccato. Una caratterizzazione legittima, ma che spesso può essere vista come un qualcosa di negativo in un protagonista di una storia. Eppure, più guardi l’anime e più capisci quanto quella caratterizzazione sia non solo giusta, ma scritta meravigliosamente.
Perché capisci che non è Frieren ad essere in difetto, ma sei tu. Frieren non fa altro che comportarsi per quello che è: un essere millenario. Siamo noi che ormai non siamo più abituati a quella cosa lì, soprattutto nell’universo di Warcraft.
Prendiamo appunto, come esempio, Tyrande. Un aspetto che troppo spesso sfugge è da quanto tempo la sacerdotessa di Elune calca le terre di Azeroth. Ragazzi, Tyrande ha più di 10000 anni. Dieci-mila-anni. Fermatevi un attimo a pensare quanto è lungo questo lasso di tempo, quanto può e deve essere impattante e profondamente “segnante” in un essere vivente. Specie in un universo come quello di Warcraft dove guerre apocalittiche e minacce extra planetarie sono all’ordine del giorno o quasi.
Certo, mi potreste contestare ricordandomi la vecchia lore discussion in cui mi lamentavo della piattezza dei personaggi di Tyrande e Malfurion, ma il punto sapete qual è? Che quell’idea resta. Perché Tyrande e Malfurion sono piatti nel modo sbagliato. Lo sono in quanto scritti in quel modo per la loro quasi totalità di storia, non perché abbiano su di essi quello che Frieren ti fa vedere avere in 28 puntate. Quello che manca a Tyrande (ma non solo a lei eh! Pensate anche allo stesso Illidan o al Carceriere! Gli unici personaggi che ti danno un po’ quell’idea di avere il “peso” della propria età sono gli Aspetti Draconici) è quello che dovrebbe essere il tratto perno di un personaggio millenario: l’impronta del tempo su di esso.
Ora si, lo so, sono due media completamente diversi e non si possono raccontare i personaggi allo stesso modo, siamo d’accordo. Ma voglio credere che saremo altrettanto d’accordo nel dire che rappresentare Tyrande coma una 13enne sia inammissibile. Perché ragazzi, Tyrande, dal momento in cui diventa Guerriero della Notte, fino alla prima metà di Shadowlands, quello è. Un essere con diecimila anni di esperienze sulle spalle non può andare da Anduin e sbattere i piedi e dire “o si fa così o faccio tutto io da sola“, per dirne una. E sapete perché? Perché quello è un comportamento umano. E gli Elfi della Notte, e ancor di più i loro leader, non sono essere umani e non possono ragionare allo stesso modo.
È qui che si vede quanto l’impronta del tempo sia assente in questi personaggi. E lo si vedeva anche prima, su Warcraft III, quando sempre Tyrande, parlando degli Orchi, se ne esce con “sono solo dei bruti che hanno ucciso Cenarius, che muoia se mai stringessi la mano ad uno di loro” (o qualcosa di molto simile). Ma questa cosa è una sciocchezza, perché è di nuovo una reazione umana, non di un essere millenario.
Perché come fai tu Tyrande a dire una cosa del genere? Come fai tu a generalizzare così come se stessi solo vivendo il momento? Ti sei dimenticata di Broxigar? L’orco a cui tu hai fatto edificare una statua? Statua che hai fatto edificare non perché qualcuno l’altro ieri ti ha raccontato cosa ha fatto quell’orco per il tuo popolo, ma perché tu, in prima persona, dieci-mila-anni-fa eri lì con lui a combattere una guerra apocalittica che ha portato il mondo ad un centimetro dalla fine. E quindi sai, o dovresti sapere che non tutti gli Orchi sono come quelli guidati da Grom che hanno ucciso Cenarius.
L’impronta del tempo sui personaggi millenari, ragazzi, sta tutto lì. Vuoi che il personaggio cambi? Va benissimo, è anche giusto, ma fallo cambiare perché il tempo enorme della sua esistenza ha avuto un valore centrale nel suo cambiamento. Come Frieren che va cambiando vedendo i suoi amici invecchiare e morire, mentre lei resta praticamente immutata e allo stesso tempo altri crescono e lei li può guidare perché in mille anni ne ha viste davvero di ogni.
Rendi il tempo centrale, non fare cambiare il personaggio sul momento in base alle esigenze di trama perché ne perde solo di credibilità e di naturalezza! Perché a quel punto l’unica cosa che puoi fare è porti con amarezza una domanda:
“Tyrande, perché non sei come Frieren?”
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