“Per me, vivere significa farsi conoscere e ricordare da tutte le persone che incontri […] non ci vuole molto, basta cambiare la vita di qualcuno anche solo un po’. Sono certo non serva nient’altro.”
Che ci segue da un po’ sa già che ho apprezzato molto Frieren: Oltre la fine del viaggio, manga di Tsukasa Abe, recentemente proposto in versione anime. Di Frieren avevamo già parlato in un precedente articolo ma questa volta vogliamo invece parlare di uno dei suoi personaggi: ovvero Himmel è del suo essere un protagonista silenzioso.
Ad un primo sguardo Himmel è sicuramente un personaggio stereotipato, per certi versi già visto e forse anche banale. Parliamo quindi di un classico eroe interamente buono volto a salvare il mondo, senza particolari sfaccettature. Tuttavia ad uno sguardo più approfondito, scopriamo che il nostro eroe è molto più di questo arrivando a essere anche una sorta di protagonista fantasma della storia. Perché si, ricordiamoci che Himmel, di fatto, in questa storia non c’è. Lo vediamo nel primo episodio, al ritorno dall’eroico viaggio che ha portato alla sconfitta del Re dei Demoni e poi un time skip di 50 anni che si chiude con la sua morte, insieme all’episodio stesso.
Per tutte le restanti 27 puntate, Frieren decide di raccontarci Himmel attraverso i ricordi della protagonista, sotto forma di flashback della nostra maga elfa. E proprio questi flashback diventano poi il vero punto cardine di tutta la stagione. Himmel, pur non essendo fisicamente presente nella storia, ne diventa il cardine centrale, il motore, ciò che muove la protagonista nel suo sviluppo e nella sua evoluzione.
Ma perché Himmel è così speciale? In fondo, come abbiamo detto poco fa, non è tanto diverso da altri personaggi di altre storie! Cos’è allora che lo differenzia? Ebbene, la risposta è più semplice di quel che potete pensare: Himmel è diverso perché è un eroe umano.
Se Frieren è giustamente molto elfa, Himmel è decisamente un umano. L’anime è superlativo nel diversificare in questo senso i personaggi (un problema terrificante che ha invece World of Warcraft, come abbiamo evidenziato in passato) ed è l’umanità di Himmel a farlo spiccare. Le sue apparizioni ci mostrano un personaggio sicuramente carismatico, ma anche narcisistico, giocherollone, burlone. Certo, voi direte “ma è così anche Goku, o Luffy, o Naruto”, ed è vero! Ma c’è appunto un particolare che differenzia Himmel dai questi altri personaggi, cioè che lui fa finta.
Himmel finge di essere un eroe e porta una maschera. Lui non ha poteri, spade magiche, abilità particolari, non ha nulla del predestinato ed è questo che lo rende l’eroe più umano che si possa vedere. Non è stato scelto per essere l’eroe, ma è stato lui a scegliere di esserlo. Himmel è, in questo senso, un falso eroe, come lui stesso si definisce nel flashback della spada dell’eroe, un momento secondo me centrale per capire il personaggio. Ma il nostro paladino non ha bisogno di quell’arma.
È questo che rende Himmel un personaggio speciale, questa sua umanità, questo suo fingere di essere qualcuno o qualcosa che non è ma che poi finisce per diventare non solo grazie alle sue capacità ma anche e soprattutto per merito della sua natura e del suo modo di essere. Ed anche la scelta dell’autore di non mostrare mai i suoi difetti è per me un punto di forza. Questo perché credo che Himmel, al contrario degli altri, non sia solo un personaggio, ma la rappresentazione di un’idea e le idee sono pure, non hanno difetti.
Himmel vuole rappresentare l’umanità, l’empatia, l’altruismo e ha delle sfumature anche dell’eroe tragico. Perché “finge” anche con Frieren, “prigioniero” di un amore che la sua amata non può capire per sua stessa natura. Arriva persino, in vecchiaia a dubitare che Frieren si ricordi ancora di lui, ma comunque ci spera. Così ha sperato, voluto ed alla fine riusciuto a togliere la maschera del falso eroe per diventare uno vero.
Himmel è tutto questo. Un protagonista fantasma, come dice il nostro titolo, una continua discrepanza tra aspettative e realtà, quel personaggio che sai che ogni in cui appare, allora c’è qualcosa di importante. Un qualcosa che contribuirà a costruire il personaggio della protagonista e, forse, anche lo spettatore che sta guardando.