Guardando la sesta puntata di House of the Dragon, mi sono più volte chiesto come avrei gestito un commento puntata per puntata come avevamo fatto nella prima stagione, realizzando quanto sarebbe stato difficile replicare quel metodo in questa seconda. E sapete perché? Perché, soprattutto negli episodi 5 e 6 di questa seconda stagione, si è avuta come la sensazione di star guardando un’unica, lunga puntata divisa a metà. Perché cose da dire, se prendiamo singolarmente “Reggente” e “Popolino” ce ne sono poche. E davvero non mi aspettavo che questa seconda stagione si sviluppasse in questo modo, anche alla luce delle prime quattro puntate che abbiamo commentato nelle settimane precedenti.
Cerco di spiegarmi. “Reggente” e “Popolino” non sono assolutamente dei brutti episodi, se guardati nel loro complesso. Tuttavia, se ci si avvicina un po’, se si guardano i quadri un po’ più da vicino, ci si accorge di quelle storture, di quelle cose che fanno storcere il naso ed in alcuni casi risultano pure incomprensibili.
Per esempio, parlando di “Reggente”, qualcuno si potrebbe aspettare che il mio commento a questo episodio sia simile a quello dell’episodio 3, ma non è così. La quinta puntata non è un episodio filler, ma un episodio necessario che doveva esserci per tutto quello che era successo nella quattro. Tuttavia anche qui, anche se è un episodio necessario, se ci si avvicina un po’ si possono vedere alcune che necessarie non lo erano proprio. Ad esempio, premettendo e sottolineando che la dicotomia uomo/donna sia il perno centrale di questa storia e meno male che c’è, era davvero necessario insistere durante tutta la puntata su questo punto? Era davvero necessario ribadire il concetto più e più volte, praticamente ad ogni occasione possibile ed in modo così esplicito? Non si poteva fare passare lo stesso messaggio ma in modo più elegante? Senza sbatterlo in faccia allo spettatore ad ogni momento?
La sensazione è che questi atteggiamenti, e parliamo ovviamente dei modi, non del messaggio in sé che ripeto è il perno di tutta la storia, che sembrano essere inseriti forzatamente all’interno della serie. Perché poi l’episodio 5 ha anche dei bei momenti, come tutti quelli che riguardano i “giovani protagonisti” come Baela e Jacaerys che riescono a muoversi dove gli adulti si ritrovano ad essere bloccati.
Poi ci sono gli altri aspetti, quelli che di fatto non ha senso che vengano commentati nel singolo “Reggente” ma coinvolgendo invece anche “Popolino”. Per cui, parliamo di Daemon.
La storyline di Daemon è, per quel che mi riguarda, la più evidente stortura di questa stagione. E si, ricordo benissimo di aver scritto nello scorso commento che questa piega mi stava piacendo e m’intrigava… ma lo faceva due puntate fa. Perché credevo che dopo quelle due puntate si sarebbe andato avanti, non pensavo certo che quattro episodi dopo fossimo ancora allo stesso punto. Perché se in una stagione da 8 episodi, la storyline di Daemon sta ferma da 6 nello stesso punto, senza concretamente andare avanti, a quel punto è naturale che quella stessa storyline diventi stagnante, ridondante e sfoci nella noia. Mi auguro davvero che adesso le visioni siano finite e finalmente il Principe Canaglia sia dia una mossa, perché se così non fosse non potrò certo biasimare chi, vedendo Harrenhal, alzerà gli occhi al cielo…
Così come ridondanti sono ormai diventate le scene con protagonisti i due semi di drago Hugh Martello e Ulf il Bianco. Letteralmente sempre le stesse, superficiali e quasi da sembrare un riempitivo.
Ma questi ultimi episodi hanno anche evidenziato, per quel che mi riguarda, un paradosso. Abbiamo già detto come House of the Dragon spinga decisamente il pubblico a schierarsi con i Neri… ma è anche vero con gli episodi 5 e 6, la parte di Rhaenyra e soci sia davvero la meno interessante. Perché, ragazzi, cosa hanno fatto i Neri in sei puntate (tolta Rhaenys e l’episodio 4)? E soprattutto, cos’ha fatto Rhaenyra in questa seconda stagione?
A questo proposito voglio provare a fare un gioco con voi. Proviamo ad immaginare Milly Alcock – e quindi la giovane Rhaenyra – al posto di Emma D’Arcy e del personaggio che stiamo vedendo ora. Non pensate che la giovane Rhaenyra sarebbe più “calzante” in questo momento? Perché, magari è solo una mia impressione, ma ai miei occhi la Regina Nera dall’episodio 2 ad ora è terribilmente involuta. E questo perché anche con Rhaenyra si resta praticamente sempre fermi, sempre con queste indecisioni, incertezze, infiniti sguardi verso l’orizzonte senza che il personaggio vada avanti nella sua narrazione e con scelte quantomeno discutibili. Si, stiamo parlando del finale di “Popolino” e del famigerato bacio tra Rhaenyra e Mysaria.
Anche qui, il problema è il bacio tra due donne? Ovviamente no. Il problema è che questo bacio non ha senso e poco importa che a suggerirlo sia stato Emma D’Arcy e che non fosse presente nello script originale. Perché continua a non avere senso. E non lo ha perché, questo bacio rappresenta, letteralmente, il primo contatto fisico tra Rhaenyra e Mysaria. E quanto è credibile che il primo contatto fisico tra due persone sia un limone di quella portata? Il problema, ripeto, non è il bacio in sé, ma il fatto che questo manchi totalmente di costruzione. Per quel che mi riguarda è stato come rivedere il rapporto tra Jon e Daenerys. Una cosa forzata tra due persone che non c’entrano niente l’una con l’altra.
Ed in tutto questo quindi, paradossalmente a risultare più interessanti sono i Verdi. Vedere come Aemond (ad oggi il personaggio meglio riuscito nella serie) abbia preso subito in mano il potere in modo così diverso dal fratello e come lo stesso Aegon si trovi in una posizione in cui lui sa che la sua vita è di fatto finita e cerchi l’aiuto persino di Larys (la scena tra i due è assolutamente la migliore di “Popolino”). Così come è interessante vedere Alicent cercare disperatamente ed ormai in tempi troppo tardivi di rimediare ai suoi errori, senza riuscirci e finendo per essere sempre più isolata.
Concludendo, è comprensibile che, dovendo mettere in scena 4 stagioni, si cerchi in qualche modo di “allungare il brodo”, ma la sensazione che si è avuta finora è se il risultato quando si è andati ad adattare “Fuoco & Sangue” in certe cose sia stato addirittura superiore al libro di origine (nell’episodio 6 è stato molto bello ad esempio come è stata resa la morte di Ser Steffon Darklyn, un po’ meno la scelta di Addam Velaryon da parte di Mare Infuocato..) nelle parti in cui invece si è dovuto “inventare” la qualità della scrittura ne abbia risentito abbastanza. In una seconda stagione che fino ad ora è sembrata essere un lunghissimo build up (che però avevamo già avuto con la prima stagione) e che ad oggi ha avuto un solo climax nel quarto episodio e ne avrà probabilmente un altro nel finale. Ma alla fine c’è un grande spettro sullo sfondo.
Ovvero che le parti lente e nuove come abbiamo avuto in questa seconda stagione creino come abbiamo detto quella rindondanza che rischia di far scivolare House of the Dragon nella mediocrità.
E non una mediocrità brutta, ma una di quelle che lasciano nel pubblico indifferenza e noia, che lo fanno allontanare dal prodotto.
P.S. So che sulla questione Mare Infuocato e sul taglio (o meglio accorpamento) di un importantissimo personaggio ad un altro ci sarebbe da parlare, ma voglio aspettare la fine della serie per vedere se effettivamente queste cose verranno chiarite o meno. Ne discuteremo sicuramente nel prossimo commento, ultimo di questo Fuori Azeroth riguardante HOTD.