Sapete cosa vuol dire filler? Spero e credo che tutti voi ne conosciate il significato, perché non c’è parola più adatta per descrivere l’episodio 3 di House of the Dragon “Il mulino in fiamme”. Perché, ragazzi, parliamoci chiaro e andiamo dritti al punto, questo è un episodio al 90% inutile e in una stagione da otto episodi, credo che la cosa fosse evitabile.
Quel 10% che si salva, è rappresentato dalle scene di Daemon (di cui parleremo meglio a breve) e dal “mettersi in marcia” di Criston Cole che porta un po’ avanti la trama. Per il resto, vedere questo episodio, o non vederlo non vi cambia assolutamente nulla ed anzi, in alcuni casi potreste anche non essere affatto contenti di quel che avete visto (per usare un eufemismo).
Di cosa stiamo parlando? Si, per la terza volta consecutiva, House of the Dragon ha cannato il finale, ma ne “Il mulino in fiamme”, lo fa anche malamente. Discutiamone più nello specifico.
Partiamo col prendere atto di una scelta che a questo punto direi sia innegabile: House of the Dragon ha scelto di rendere lo schieramento dei Neri la parte buona della storia. Il perché lo vedremo subito ma procediamo con dal principio di questa scena e vediamo perché non funziona.
Ora, io capisco che la struttura stessa della serie è stata fondata sui personaggi di Rhaenyra e Alicent, e che quindi anche quando nel materiale fonte, Fuoco e Sangue, le due non siano presenti, ci si debba comunque inventare qualcosa per renderle parte attiva della storia. Va bene, ma perché mettere su una scena senza il minimo senso?
Perché, ragazzi, il piano escogitato da Rhaenyra nel finale de “Il mulino in fiamme” (ma tutta la scena in generale) non ha senso e non lo ha per svariati motivi, che vediamo subito.
1) Perché tu, Rhaenyra, che sei la Regina, devi andare nella capitale nemica, con una sola guardia che ti lascia pure sola nel momento clou?
2) Perché tu, Alicent, te ne vai in giro per la capitale, accompagnata da due sole guardie quando pochi giorni prima c’è stato un omicidio nel tuo stesso castello?
3) Perché sempre tu, Alicent, non fai catturare Rhaenyra nel momento stesso in cui la vedi? Eh no, la risposta “eh ma se lo faceva Rhaenyra la ammazzava”, non è valida. Poteva farlo? Certo, ma a che pro? Nel momento in cui Rhaenyra avesse ucciso Alicent in quel momento, 30 secondi dopo sarebbe morta anche lei.
Ma soprattutto, e questa è la questione che vanifica tutta questo finale fin dal principio, perché andare a cercare di convincere Alicent, quando quest’ultima in questo momento della storia non ha nessun potere decisionale? Perché, ragazzi, pensateci un attimo. Ammettiamo che Rhaenyra avesse convinto effettivamente Alicent di quella che ricordiamo essere la verità, cosa avrebbe dovuto fare la Regina madre? Ve la immaginate andare da Aegon e soprattutto da Aemond a dire “figli miei, mi dispiace ma è stato tutto un malinteso, cospargiamoci il capo di cenere e lasciamo il trono a Rhaenyra.” Senza contare, ricordiamoci sempre, che qui ci sono figli ammazzati di mezzo! Dai, su…
Come dicevamo prima, questa scena serve solo a indicare (sbagliando) i Neri come i buoni. Per far vedere come Alicent anche dopo aver capito di aver combinato un casino (e l’ha capito), si rifiuta di accettare la verità. No, ragazzi, non è un modus operandi da mondo martiniano, tantomeno di Westeros. L’episodio per quel che mi riguarda non solo è il peggiore finora della stagione, ma anche dell’intera serie. Il baratro raggiunto da House of the Dragon.
Ma fortunatamente, si è tornati subito al picco con l’episodio 4, “Il drago rosso e il drago dorato” dove finalmente, dopo così tanto build-up, abbiamo visto l’esplodere in tutta la sua brutale e terrificante bellezza, la Danza dei Draghi. Ma prima di tuffarci in quello che è stato il fulcro dell’episodio, facciamo un passo indietro e torniamo come detto prima a Daemon Targaryen, impegnato in delle scene a metà tra un film horror e una partita ad Elden Ring. Come vi avevo già anticipato poco fa, le scene di Daemon sono una delle pochissime cose che si salvano nell’episodio 3 ed anche ne “Il drago rosso e il drago dorato” ho continuato ad apprezzare parecchio la scelta fatta. Vedere il castello di Harrenhal come la fortezza maledetta che è sempre stata descritta nei libri di ASOIAF (e che mai avevamo avuto occasione di vedere così nemmeno in Game of Thrones) è stato semplicemente fantastico. Così come fantastica è stata l’introduzione del personaggio di Alys Rivers, secondo me totalmente azzeccata, perché restituisce a pieno quel senso di mistero e “pazzia” che viene descritto nel personaggio in Fuoco e Sangue. Così come sto apprezzando la scelta narrativa fatta con Daemon, che qui ad Harrenhal e nelle sue visioni sta palesemente affrontando quelli che sono i suoi sensi di colpa. Sono sincero, questa scelta fatta da Ryan Condal e dal team degli sceneggiatori mi ha intrigato parecchio, e sono curiosissimo di vedere dove andrà a parare al di là del seminato rappresentato dal materiale fonte (a dimostrazione che si può fare qualcosa di buono anche cambiando qualcosina dalla storia conosciuta).
Ma ora, fiondiamoci subito nel cuore di questa puntata, che è certamente rappresentato dalla battaglia draconica del finale. Entrambi gli schieramenti hanno capito che la guerra è ormai inevitabile, e la Danza è quindi iniziata. Ma per quel che mi riguarda, lo fa con un intento molto preciso, ovvero far vedere e capire perché si è fatto così tanto per cercare di evitare una guerra tra draghi. È stato detto in lungo e in largo che i draghi dei Targaryen sono i corrispettivi degli armamenti nucleari del mondo reale e ne “Il drago rosso e il drago dorato” ne abbiamo avuto la prova. I draghi non portano né vincitori né vinti, ma solo morte e distruzione, e questo lo vediamo dagli occhi di Cristone Cole, che dall’inizio, quando sembra un soldatino pronto a giocare alla guerra, finisce l’episodio con il realizzare quanto terribile sia quello che è appena successo.
Tuttavia, non possiamo nemmeno non citare di tre protagonisti assoluti di questo episodio, cominciando con Rhaenys. La “Regina che non fu” è la prima a scendere in battaglia per i Neri a difesa di Riposo del Corvo e non è un caso che sia proprio lei a farlo. Perché il non agire che le viene rinfacciato da Daemon nella prima puntata, non è un caso, ma è stato inserito proprio per questo momento. Rhaenys agisce proprio perché sente che è suo dovere farlo e non fugge alla fine quando ne avrebbe l’opportunità per lo stesso motivo. Lei non ha voluto bruciare i Verdi quando ne avuto l’occasione ed è sempre lei che ora, per prima, deve combatterli a guerra iniziata. Molto toccante lo sguardo finale con il suo drago, Meleys, prima della fine. Sebbene, per quel che mi riguarda, il rapporto tra drago e cavaliere lo avrei mostrato un po’ di più in generale nella serie al posto di scene dimenticabili (vero Alicole?). Ma è stato comunque innegabilmente un momento molto forte e splendidamente reso, così come tutta la battaglia in generale.
Ma Meleys e Rhaenys non hanno potuto nulla contro Vhagar e Aemond. E si, ragazzi, quest’ultimo voleva palesemente uccidere il fratello (cosa che in Fuoco e Sangue lascia molto più il dubbio e viene fatta passare come un incidente). Perché Aemond (nota a margine, personaggio reso in modo meraviglioso e recitato da Ewan Mitchell ancora meglio), sa benissimo che sarebbe un Re migliore del fratello. Un Aegon che d’altro canto, vediamo provarci, ma non riuscire ad essere quelle che non è adatto ad essere. Un monarca di cui i suoi stessi consiglieri non tengono conto, e che la madre stessa non fa altro che umiliare. Non c’è da stupirsi che quindi decida di testa sua di andare in battaglia con il suo drago, Sole di Fuoco (stupendo) in barba a tutto e a tutti e mandando all’aria il piano di Criston Cole e del fratello. Ma il povero Aegon non poteva nemmeno sapere che Aemond aspettava proprio quell’occasione.
Infine, una piccola nota per la profezia. Non so a voi, ragazzi, ma a me sentire una cosa che già sappiamo finire nel nulla della stagione finale di Game of Thrones da un bel po’ fastidio, ma è lì, l’hanno inserita, e quindi ce la dobbiamo sorbire. Sebbene un briciola di curiosità per vedere come la gestiranno nell’arco generale di House of the Dragon non nascondo che ci sia…
Ed eccoci qui, quindi. La Danza dei Draghi è finalmente iniziata e come abbiamo detto in questo commento, abbiamo anche capito perché si sia fatto tanto per cercare di evitarla. Una battaglia che è difficile anche solo da concepire, dove uomini ed eserciti spariscono, sommersi dal fuoco… e dal sangue.