La storia di Karazhan inizia con un’esplosione che devastò la regione del Valico Ventomorto ed indebolì il tessuto della realtà nella stessa regione. La Torre venne costruita in segreto dalla guardiana Aegwynn circa 600 anni prima dell’Apertura del Portale Oscuro, dopo che quest’ultima divenne sempre più paranoica e ostile ai suoi compagni nel Concilio di Tirisfal, cambiamento causato dall’oscura influenza che lo spirito di Sargeras esercitava su di lei.
La torre fungeva sia da rifugio dal consiglio che da canale per le potenti linee di potere nella regione, attraverso le quali Aegwynn poteva sottrarre energia a seconda delle necessità.
Durante la Prima Guerra, la torre fu abitata da Medivh (figlio di Aegwynn), il suo maggiordomo Moroes, una cuoca dal nome sconosciuto, e dal suo allora apprendista Khadgar. Sebbene Medivh fosse il più grande mago del suo tempo (e il custode dell’umanità) egli era segretamente posseduto dallo spirito oscuro di Sargeras, il Distruttore di Mondi, creatore della Legione Infuocata. Attraverso Medivh, Sargeras aprì il Portale Oscuro e permise agli Orchi di condurre una guerra contro i regni di Azeroth. Anche la mezz’orchessa Garona Halforcen risiedette qui come emissario dell’Orda nello stesso periodo dell’apprendistato di Khadgar.
A causa della realtà indebolita della regione e dell’enorme potere magico che impregnava tutta la Torre, molte strane e inquietanti visioni si annidavano all’interno di essa, e Moroes arrivò persino ad indossare dei paraocchi per evitare di vederle.
Mentre la guerra progrediva, Medivh combatté contro il controllo di Sargeras. Il conflitto furioso dentro di lui lo portò alla fine ad una totale follia, finché il suo amico d’infanzia, Anduin Lothar, aiutò il giovane apprendista Khadgar nell’assaltare Karazhan e nell’uccidere il loro ex compagno, ormai completamente posseduto dal Titano Oscuro. Da quel giorno, una terribile maledizione ha pervaso sia la torre che le terre circostanti, proiettando una pallida oscurità sul Valico Ventomorto e nella regione che ora è conosciuta come Boscovespro. La stessa Torre venne “invasa” da fantasmi che ne avevano calcato il suolo nelle varie occasioni. Essi si trovarono così all’interno di un loop temporale credendosi ancora vivi e sempre nell’attesa del ritorno di Medivh.
Dopo la caduta di Karazhan, il Kirin Tor inviò un’assemblea di maghi per perquisire la torre e sequestrare tutti gli oggetti appartenuti al Guardiano ufficialmente per “scopi accademici”. Fu allora che Atiesh, il leggendario bastone di Aegwynn e di Medivh fu rinvenuto e riportato a Dalaran.
Qualche tempo dopo, la Torre di Karazhan si sigillò, ma prima della chiusura gli agenti demoniaci della Legione Infuocata arrivarono in questo luogo guidati dall’eredar Malchezaar e ne presero possesso. Comunque, con l’aiuto di Khadgar, gli avventurieri dell’Orda e dell’Alleanza fecero irruzione nella torre, sconfiggendo i suoi spettrali abitanti e Malchezaar stesso.
Anni più tardi, subito dopo aver assistito al ritorno della Legione, Khadgar ritornò a Karazhan per cercare qualche informazione sui demoni nell’immensa biblioteca del Guardiano. Fu così avvicinato dallo spirito di Medivh che disse che era tempo di realizzare il suo destino diventando il prossimo Guardiano di Azeroth. Khadgar tuttavia rifiutò e lo spirito si rivelò essere, in realtà, un Nathrezim. L’arcimago lo sconfisse affermando che Karazhan non sarebbe mai diventata un territorio dei demoni.
Illustrazione in evidenza ufficiale Blizzard