Selvarden, la Foresta dei Silfi della Notte, è uno dei Regni delle Shadowlands, fondato dalla Regina dell’Inverno ed abitato dalla Congrega degli stessi Silfi. Foresta incantata e mistica, luogo di riposo per eccellenza, Selvarden è dove gli Dei Selvaggi e altri spiriti della natura arrivano dopo la morte. Giganteschi alberi celestiali attraverso la foresta attraggono l’animum, che viene poi usato dai Silfi per ringiovanire gli spiriti mentre dormono all’interno dei semi bradi e prepararli a rinascere nel mondo dei vivi. In un particolare luogo, il Bosco del Risveglio, viene mantenuto un portale per traghettare le anime nei loro mondi sostenuti da quattro focus; quando arriva il momento per un’anima di rinascere, essa viene portata nel bosco per tornare a casa e iniziare il suo ciclo da capo.
Ma non è solo questo. Il Regno di Selvarden funge da aldilà anche per le anime mortali che hanno condiviso uno stretto legame con il ciclo naturale, come druidi, cacciatori e sciamani. All’arrivo, queste anime possono scegliere una forma animale infusa con la magia celeste di Selvarden e trascorrere l’eternità prendendosi cura della natura selvaggia. Questa abilità è chiamata “Dono delle Forme”, originariamente concesso dalla Regina dell’Inverno ai primi mortali che l’Arbiter assegnò a Selvarden. In cambio di questo dono, le anime danno una parte del loro animum alla foresta.
In un certo senso e come naturale che sia, Selvarden può essere paragonato al Sogno di Smeraldo, con cui ha un antico legame che esiste da prima della frattura del Pantheon, ma dove il Sogno rappresenta la primavera e l’estate del ciclo della vita, Selvarden riflette invece l’autunno e l’inverno. In sostanza, questo particolare Regno della Morte è la massima espressione della relazione tra fine e inizio, tra Morte e Vita.
Sappiamo quindi che proprio qui il semidio Cenarius si “riprese” dopo la sua morte durante la Terza Guerra per mano di Grom Hellscream, prima di tornare ad Azeroth durante il Cataclisma.
Non tutti sanno poi che le acque di Selvarden trasportano un potere profondo che la maggior parte ha dimenticato, tranne i Tirnenn. Il luogo si trova in uno stato crepuscolare perpetuo, ed è illuminata da dalle luci soffuse per il bene dei visitatori, mentre la maggior parte dell’equipaggiamento, delle armi e degli strumenti sono realizzati in Tirna Eas, ovvero il legno di un albero celestiale.
Impossibile poi non notare Marasmius, un grande fungo senziente di cui fanno parte tutti i piccoli funghetti presenti nella zona.
Parlando invece della sua ispirazione, il Regno di Selvarden è molto legato ai miti celtici. Un esempio di questo può essere trovato nei nomi degli alberi celestiali. Ogni nome di questi alberi si basa su Tír na nÓg, dove “Tirna” significa “Terra di”, seguito da un’altra parola solitamente in gallese o gaelico. Diverso discorso invece va fatto per il nome originale di Selvarden, ovvero Ardenweald. Esso è più derivativo dall’inglese arcaico, dove il nome stesso arriva da Arden (alto/a) e Weald (foresta). L’ispirazione potrebbe derivare dall’ambientazione dell’opera di Shakespeare Come vi piace, chiamata appunto “Foresta di Arden”, a sua volta basata su Arden, un luogo nel Warwickshire, una contea inglese. L’area era un tempo controllata dalla famiglia Arden, di cui Shakespeare era un membro da parte di madre.
E sempre parlando del celebre drammaturgo inglese, la “produzione teatrale” richiesta per entrare a far parte della Congrega dei Silfi della Notte. potrebbe essere un riferimento al modo in cui, in un’altra celebre opera ovvero The Sandman di Neil Gaiman, l’originale Sogno di una Notte di Mezza Estate fu creato come pagamento per Sogno dell’infinito di Shakespeare, a cui Sogno invitò Titania, la Regina delle Fate e le sue simili per assistere ad uno spettacolo basato su di loro.
Discorso a parte va infine fatto per l’ispirazione che ha dato vita alla leader di Selvarden, la Regina dell’Inverno. Quest’ultima possiamo dire che prende spunto da diversi elementi. Uno di questi è sicuramente la figura della Regina delle Fate, del folklore irlandese e britannico, ma anche da un altro celebre mito, che troviamo nell’Europa più orientale, ovvero la Caccia Selvaggia, che molti ricorderanno da The Witcher 3, in cui solitamente si assiste alla caccia di un esercito di cacciatori composto dalle anime dei defunti o da creature leggendarie come le fate, e guidato da una figura mitologica. E per concludere, il suo ruolo nel ciclo tra la Vita e la Morte come controparte di Elune nell’essere l’autunno e l’inverno della natura e degli Dei Selvaggi, così come la sua designazione unica di “Regina” nelle Shadowlands, fa della figura della Regina dell’Inverno una assimilabile o almeno comparabile, a quello di Persefone, per aggiungere quel pizzico di mitologia greca che vedremo molto più presente a Bastione.
Vi salutiamo ricordandovi che trovate gli altri quattro capitoli di questa serie già caricati sul nostro Patreon, accessibili anche dal tier più basso! Alla prossima!
IN ALTO: Le Foreste di Selvarden. Illustrazione di Cole Eastburn.