Con la ripresa delle nostre attività, torniamo finalmente a parlare della nuova espansione! Da pochissime ore, Dragonflight è passata nella fase beta, ma dalle Isole dei Draghi arrivano già altri “frammenti di lore”, come quelli che vi abbiamo già riportato nella nostra sezione dedicata durante le ultime settimane. Come sempre quindi in questi casi, seguiranno SPOILER!
Nello specifico, come abbiamo fatto anche recentemente, ciò di cui andremo a parlare oggi non fa parte della questline principale di qualche nuova area, ma si tratta bensì di una serie di quest secondarie che serveno da approfondimento della storia e dei personaggi delle Isole dei Draghi.
La questline di cui parliamo, ci porterà nella Vastità Blu, la casa ancestrale dello Stormo Blu, i draghi che fanno della magia loro essenza naturale. Alla luce di tutto questo quindi, non ci sorprenderà trovare proprio in questa zona, un accampamento di coloro i quali sono i principali studiosi della magia su Azeroth: il Kirin Tor.
L’accampamento, dal nome evocativo per gli appassionati di storia, “Campo Antonidas”, funge quindi da base per scoprire i magici segreti che la zona custodisce, ed in particolare, un curioso monumento in stato di rovina.
Altro elemento curioso di questa piccola avventura, saranno i personaggi che ci accompagneranno, ovvero due simpatici vulpera, chiamati Scumpy e Tucky.
Proprio questi due straordinari apprendisti ci aiuteranno a scoprire il significato dietro le misteriose rovine, poiché i due vulpera sono in grado di rivelare alcune “immagini persistenti”, una sorta di ologrammi, che sembrano essere parte di una poesia, e che raccontano la storia di una delle coppie più celebri della storia di Azeroth, ovvero quella fortmata da Malygos, l’ex Aspetto della Magia, e Sindragosa, il suo prima consorte. Leggiamo quindi i frammenti di questa poesia, che Scumpy e Tucky ci aiutano a “decifrare”:
“Ascolta, caro!
Tu che ti trovi da dove è scaturita la magia, dove giocano i figli dei Titani.
Un tempo di lunga rinascita.
Un periodo di solitudine per il figlio maggiore, Malygos il più amato, amato prima che sia stato generato nella mente e nello spirito da Norgannon, nato aesir.
Da lui, rivestito di platino, Malygos fece costruire queste grandi opere.
Guardali e rallegrati, o dilettissimo amato.
Ascolta, caro! Tu che ti trovi donde polveroso sforzo, dove la conoscenza vive liberamente.
Queste sono le opere immortali che costruiscono una comprensione fredda e temperata per colei che non conosce ancora eguali né padroni.
Sindragosa.
Illuminata dall’intelletto trascendente; dall’arcano illimitato, dalla bellezza eterna.
Nelle sue ali il firmamento si trova trasformato, i colori corrono tra le linee cadenzate dei ruscelli autunnali.
Alcuni corrono feroci mentre il mana brucia.
Ascolta, caro! Tu che ti trovi dove il vero amore è caduto dalla pagina come tante parole.
Questi sono i respiri incessanti, emessi tra i sospiri arcani della creazione;
Nei libri risiedevano anime gemelle, le loro spine scoppiettanti illuminate da linee di magia.
Lui il primo custode della conoscenza, e lei la sua musa ispiratrice nella mente e nelle azioni.
Fianco a fianco erano uniti, tenuti in cima a questi scaffali ghiacciati con reggilibri opalescenti e grigi.
Queste sale dipinte inondate di blu.
Ascolta, caro! Tu che ti trovi da dove tutto è stato liberamente condiviso, dove non vivono l’avidità né l’arroganza.
Possa tu rimanere a lungo nel petto conquistato dell’amore, nato in alto sulle ali della conoscenza.
Questa è la canzone di quel blu specchio.
L’immagine azzurra incarnata.
Voi che vi trovate qui ricordate coloro il cui amore rese manifesta la Magia, il cui potere generò Stormo e aspetto feroce nei loro fratelli azzurri.
Canta ora di queste grandi opere, oh amati. Malygos e Sindragosa.
Due cuori che né il tempo né la distanza sbiadiscono.“
Solo alla fine, si intravede l’autore di questa poesia, tale Divo Songscale. Ed è proprio lo spirito del nostro poeta che ritroviamo in cima alla torre in rovina della zona, il quale però non riesce a trovare pace:
Divo: “Sei un amico? Questo posto una volta era un monumento all’amore. Ora è una rovina. Nella camera sottostante infuriano le parti della mia anima che ho riversato in queste opere. Essa non troverà la pace. Per favore, lasciami riposare.”
Una volta parlato con Divo, potremo sapere di più su di lui, oltre che informarlo della tragica morte di Sindragosa:
Divo: “Non riesco a vederti, amico, così stanchi sono questi occhi. Ho fatto la guardia qui per molto tempo. La bara che ha custodito il mio corpo ora è polvere, eppure queste ossa solitarie rimangono. Così tutte le cose sono alterate. Niente muore. Qua e là uno spirito incorporeo vola…”
[Dopo aver chiesto perché non può trovare pace] Divo: “Il mio spirito è legato a queste mura e alla loro fredda veglia. Testimoniano il più grande degli amori. Malygos e Sindragosa. Il Signore della Magia e la sua Regina Azzurra. Fu per il loro amore che diedi vita a queste opere, ed è da quell’amore che un legame disperato lega il mio spirito. Il tempo e le circostanze sono custodi crudeli, sia per gli amanti che per l’arte. Una parte di me non può accettarlo.”
[Dopo averlo informato della morte di Sindragosa] Divo: “Cosa c’è di cui dispiacersi, se non di essere stata amata?”
A questo punto il giocatore potrà finalmente aiutare il poeta ad affrontare la sua parte che lo tormenta, l’Eco della Perdita, le cui ultime parole sono molto toccanti:
Eco: “Le mie opere! Guai a queste mura fatiscenti! Lord Malygos…. Lady Sindragosa…. ricordatevi di noi….”
E con queste parole, la nostra questline si conclude.
Da quel che abbiamo finora visto, possiamo concludere che questo genere di quest siano alquanto ricorrenti nella nuova espansione, e ciò non può che farci piacere! Poiché in questo modo Dragonflight fa un buon lavoro nell’ “evocazione dell’antico”, di quella che era la casa degli Stormi Draconici e di quanto essa sia cambiata da quando gli stessi Stormi sono andati via. Si può notare chiaramente un persistente senso di abbandono, come ad esempio possiamo vedere nello spirito del nostro poeta Divo, il quale si aggrappa ai ricordi di un amore tra draghi che sono morti da tempo.
Ma non solo, c’è anche una certa tensione sotto la superficie di questa storia, poiché noi giocatori conosciamo il destino dei draghi in questione. Tutti infatti ricordiamo la tragica fine di Sindragosa, ferita a morte dalla follia di Deathwing e dell’Anima dei Demoni durante la Guerra degli Antichi, portandola a morire arrabbiata, piena di odio e sola, per poi essere rianimata da Arthas e ri-uccisa ad Icecrown Citadel.
E lo stesso Malygos, nel frattempo, non si riprese mai da quell’evento che tra le altre cose portò alla quasi distruzione totale dello Stormo Blu. Dopo migliaia di anni in uno stato di dolore quasi paralizzante, la pazzia colpì anche lui, portandolo a combattere una folle guerra contro gli utilizzatori della Magia ed alla morte nell’Occhio dell’Eternità.
Tutto questo serve quindi a darci “un affresco” di ciò che era prima che gli Stormi Draconici lasciassero le Isole dei Draghi. Un ricordo di ciò che, tragicamente, non tornerà mai più.
N.B. Questo articolo è una traduzione e rielaborazione di un articolo di Wowhead.com
IN ALTO: Lady Sindragosa. Illustrazione di Ina Wong