“Ci siamo, finalmente”
Kharonte raggiunse Lily, ancora piegata sul cadavere dell’ultimo nemico abbattuto.
“Questo una volta doveva essere un draenei” rispose lei. Le cicatriceli che aveva nel corpo le stavano bruciando, ma ormai ci era abituata. “Incredibile, nemmeno loro si riconoscono più.”
“E ti stupisci? Sono settimane che viaggiamo, e niente è più come quello che conoscevamo. Ma ci avevano avvertito… avremmo trovato un mondo lontano, a noi sconosciuto.”
Lily si alzò. “È già una fortuna essere arrivati fin qui… Quanti giorni sono che combattiamo contro questi… cosi?”
“Quattro, senza sosta. Avremmo bisogno un po’ di riposo ma…” Kharonte guardò la grande porta davanti a loro “….non credo sia il momento. E pensare che qui c’era un’intera città. E ora abbiamo davanti solo questa… cos’è, una chiesa?”
“Parrebbe di si. Beh, d’altronde a Stormwind c’era una cattedrale, magari è quello che ne rimane… Pronto, Khar?”
“Pronto.”
Il lontananza rimbombò un tuono. I suoni della natura erano gli unici che avevano sentito i quei luoghi. Tuoni, pioggia, vento erano tutto quello che avevano incontrato. Nessuna delle civiltà che conoscevano era sopravvissuta. Nessuna città, nessun villaggio, nessun avamposto. Nessuno dei popoli che avevano abitato l’Azeroth che loro avevano vissuto. Solo quegli esseri che li ricordavano approssimativamente, che vagano senza meta attaccando chiunque non appartenesse a quel luogo, a quell’Azeroth morto e lontanissimo nel tempo in cui Nozdormu li aveva mandati. Ma quella era stata la loro scelta. La loro condanna. Il loro esilio.
Aprirono la grande porta di ferro insieme, mettendoci più forza di quanto avessero pensato e quella si aprì tra rumorosi cigolii. Davanti ai due elfi si presentò una stanza buia, tranne che per una piccola luce che brillava ad intermittenza in fondo ad essa. Si guardarono intorno, vedendo proprio quello che si aspettavano. Cadaveri, cadaveri ovunque. Scheletri si trovavano per terra e sui muri, chi senza nulla, chi con ormai lacerate e sbiadite tuniche, chi con armature consunte. E poi armi. Spade e asce spezzate, bastoni ridotti a polvere, gemme che avevano perso tutta la loro luce. In fondo a quella folla eternamente silenziosa, proprio chinata davanti alla piccola luce intermittente che con la illuminava con la stessa intermittenza, c’era una figura.
“È lei, vero?” chiese sottovoce lo stregone.
“Si”, rispose con lo stesso tono la sacerdotessa, “è lei, la Guardiana della Luce. È esattamente come avevamo letto in quelle altre rovine due giorni fa, ricordi?”
Kharonte ripeté le parole. “La Luce che ha sacrificato Azeroth per chi amava… Dici che c’entra quella luce in fondo?”
Lily fece un profondo respiro. “Stiamo per scoprirlo”, disse prima di alzarsi e avvicinarsi cautamente alla figura. Kharonte la seguì.
“Lil…!”
Cercarono di fare il più piano possibile, ma gli spettatori erano troppi ed il “crack” fu inevitabile. Il rumore, che rimbombò in tutta la chiesa allertò la figura che si voltò verso di loro con una lentezza innaturale… come era innaturale lei stessa.
La Guardiana della Luce aveva conservato la sua apparenza di elfa del sangue, ma la sua immagine era rabbrividente. Un volto scavato e scarnificato, senza orbite e con i capelli rossi che avevano perso la loro lucentezza e il loro fuoco, spegnendosi come il corpo ancora dentro una corazza rotta e incrostata di sangue rappreso in più punti. Le mani ossute reggevano una spada consumata da chissà quante battaglie.
Kharonte e Lily si sentirono quello sguardo vacuo addosso, come se delle pupille spettrali li stessero esaminando. La Guardiana non emise un suono, limitandosi ad avanzare verso di loro con movimenti che facevano pesare su di lei ogni anno, secolo e millennio che aveva trascorso in quella chiesa fatiscente. Una lentezza che però sparì improvvisamente pochi istanti dopo, quando riuscirono a balzare di lato solo all’ultimo secondo, schivando la spada consumata che ora brillava ammantata di Luce.
“Lily!”
“Sto bene!” rassicurò la sacerdotessa. “Prepara le magie d’attacco!”
Lily aveva prontamente alzato uno scudo di luce che la proteggeva dagli attacchi della Guardiana, ora concentrati su di lei. Attacca implacabilmente, con pugnali, spade e perfino grandi martelli di luce che si andavano formando a rotazione nelle sue mani. Aveva una velocità innaturale ed una padronanza della Luce Sacra degna del suo nome. Lily continuava a schivare, ma i colpi della Guardiana stavano iniziando a crepare il suo scudo.
Fortunatamente per lei, in suo soccorso arrivarono le magie d’ombra e fuoco di Kharonte divise o unite in un unico incantesimo. Un dardo di fiamma riuscì a colpire quello che una volta era il ginocchio della Guardiana, facendo perdere ritmo ai suoi attacchi e al contempo attirando l’attenzione verso di lui. Il balzo verso Kharonte fu fulmineo, accompagnato dal lancio dei pugnali di luce. Lo stregone tentò una schivata a destra, ma il movimento fu intercettato dalla Guardiana e dalla sua spada di luce, che lacerò la veste e la carne di Kharonte all’altezza dell’ avambraccio, aprendo una ferita bruciante e fumante e facendo digrignare i denti dello stregone.
Lily strinse la daga che aveva in mano, cercando la concentrazione e l’isolamento mentre intorno a lei era ormai un continuo crack di ossa che si rompevano. Non le fu difficile entrare in sintonia con la Luce ed invocare una colonna iridescente che si abbatté con violenza sulla Guardiana, fermando il suo attacco su Kharonte. Il suo corpo si irrigidì e si contorse, fino a cadere raggiungendo tutta la folla che sia era gustata lo spettacolo nel silenzio che non fosse quello di armi di luce a magie di ombra e fuoco.
Kharonte si rilassarono e iniziarono a recuperare fiato, ma fu solo un attimo di tregua. Una voce iniziò a riempire la chiesa, una voce che i due elfi capirono provenire dalla luce in fondo, che iniziò a pulsare di un colore violetto. Una voce lieve, delicata, che apparteneva al loro mondo passato. Una voce che avanzava verso di loro, verso il corpo steso a terra della Guardiana della Luce, insieme alla luce violetta.
“Reyra…? Reyra, cosa fai? Alzati, devi proteggermi, ricordi…? Alzati, Reyra, e persegui il tuo scopo. Sacrificali a me, come a me hai sacrificato te stessa e il tuo mondo.”
Il corpo della Guardiana di Luce si levò da terra come mossa da un filo invisibile, tornando in posizione eretta. La luce violetta le entrò in corpo, illuminando la chiesa come fosse giorno e restituendole due occhi tristi.
Kharonte e Lily, capendo la situazione, cercarono di attaccare il più velocemente possibile, ma il primo venne raggiunto da un colpo di lancia di luce che quasi lo falciò, mentre contemporaneamente la seconda fu attaccata da un fuoco verde di demoni. Senza che se ne accorgessero lo stregone e la sacerdotessa erano tornati a combattere una lotta frenetica, ma questa volta la Guardiana non sembrava combattere da sola. Lo era, ma era come se fossero due entità distinte a non dare loro tregua.
“Sacrificali, sacrificali…” era la parola che continuava a insinuarsi e avvolgersi nelle loro menti.
Kharonte e Lily si trovavano alle strette. Obbligati a non farsi colpire dagli attacchi fulminei e spietati della Guardiana, non riuscivano a passare al contrattacco. Non avevano altra scelta.
“Lil, attiro i loro attacchi su di me, tu metti la collana!” urlò lo stregone per far emergere la sua voce dalla tempesta d’energia che si era scatenata.
“Ma l’ultima volta…”
“La collana, Lil!”
Lily lasciò andare via l’esitazione e afferrò la collana che aveva appesa alla cintura. Kharonte non poteva reggere per molto quella furia. Era un cimelio con quattro piccoli totem intagliati, ognuno adornato con una pietra di un colore diverso. La allacciò al collo e in quello stesso momento le pietre si illuminarono e la sacerdotessa si sentì inondare di un potere tremendo. Come l’ultima volta, sentì quella voce profonda dire il suo nome.
“Lily.”
Le sue pupille diventarono due globi infuocati, una mano le tremava come in preda ad un’energia incontenibile, mentre le diventò trasparente, fatta d’acqua. Sentiva le gambe salde, come se nemmeno la più grande delle tempeste potesse muoverla. protese le braccia e indirizzò tutta quell’energia verso la Guardiana, la quale ne fu investita in pieno. Fu un momento provvidenziale, perché Kharonte riuscì ad estrarsi il pugnale di luce che le si era conficcato nella gamba. Sentiva il sangue caldo colargli, ma non c’era tempo.
La Guardiana e l’altra combattente invisibile si erano fiondate verso Lily e per quanto adesso, grazie alla collana, la sacerdotessa riuscisse a tenere loro testa, era arrivato il momento di chiudere quell’ennesima lotta. Si tolse dal polso il bracciale che portava, ovvero un nero artiglio scavato con striature di un blu intenso e si punse il fianco con esso. Come era stato per Lily, anche lo stregone si sentì invadere il corpo di un’energia oscura. E anche lui, come Lily, sentì quella voce dire il suo nome. Quella che aveva perso e che aveva a lungo cercato.
“Kharonte.”
Metà del corpo dello stregone divenne incorporeo, anche se mantenne la sua forma, fatta di ombre vorticose e caotiche. Con i poteri della collana e del bracciale uniti, Kharonte e Lily sovrastarono la Guardiana della Luce e la sua invisibile alleata. La loro luce si spense in un urlo senza voce, mentre la chiesa ripiombava nel buio.
Lo stregone e la sacerdotessa si guardavano mentre con il respiro affannoso recuperavano le forze, ma non dissero nulla. Lily si tolse la collana e la riappese alla cintura, mentre il bracciale di Kharonte tornò al suo polso.
Uscirono dalla chiesa e si appoggiarono brevemente ad una fontana in rovina dove ancora si ergeva una statua, assaltate dai rampicanti, di due elfe del vuoto, immortale in un posizione di danza. Una breve pausa, prima di riprendere il cammino, giusto per contare le ferite e le future cicatrice che si sarebbero aggiunte alle altre che già adornavano i loro corpi.
Guardarono entrambi gli oggetti che avevano permesso loro di sfuggire alla Guardiana della Luce, ma senza dire nulla, come niente avevano mai detto a riguardo. Perché non c’era niente da dire, quello era il loro mondo passato. Era stata la loro scelta. La loro condanna. Il loro esilio.























