Ho visto le lacrime di una dea.
Non credevo in alcun modo che avrei potuto provare un dolore più grande rispetto a quanto mi è successo nella mia vita. E credetemi, ne ho passate tante. Quando ti strappano la vita dal cuore e te la infilano dentro a forza, riportandoti indietro da quella sensazione di effimera pace che provi solo quando ti concedi del meritato riposo, dopo non ‘vivi’ benissimo.
Quel rimpianto, per aver toccato quella sensazione meravigliosa e averla poi perduta, ti perseguita continuamente. Anche quando ero sotto il controllo totale del Re dei Lich, rimaneva in me un briciolo di parvenza di quella sensazione. Di ciò che avevo perso e che non avrei probabilmente rivisto e riprovato mai più. La sensazione di vuoto che ne deriva è… Totalizzante, a dire poco.
Ma non pensavo sarebbe stata superata da qualcos’altro.
A Selvarden sono stato introdotto al rituale di purificazione dei Semebradi. Si tratta di ‘baccelli’, letteralmente, in cui le anime degli spiriti naturali vengono nutrite di animum nell’attesa della loro rinascita. Qui, gli dei selvaggi di Azeroth, Draenor e milioni di altri mondi si ritrovano sotto l’egida dei Silfi della Notte, i guardiani di questo ciclo eterno. Ho provato a capire anche io come nutrire un Semebrado, ed è successa una cosa inusuale.
Mi ha riconosciuto.
E io ho… Sentito, con forza, dentro la mia mente, la presenza familiare di un’entità gentile che avevo già incontrato, in un altro luogo, in un altro tempo. In un altro mondo.
Non avrei mai immaginato si trattasse di Ysera, la regina dei Sogni. Una delle creature più splendide che abbia mai calcato le terre e solcato i cieli di Azeroth. Prendermene cura, quando l’ho capito, è diventata non solo una missione e un dovere: è stata una vocazione. Dovevo salvarla. Dovevo preservare l’anima meravigliosa di Ysera, la sua gentilezza, la sua furia sbarazzina e sempre amorevole, la sua bellezza splendida e smeraldina.
Ma rivivere con i suoi occhi, attraverso la sua mente, quanto le ha fatto Xavius… è stato troppo anche per me. Spero solo che il nostro dolore condiviso la aiuti.
Perché la bellezza è davvero l’unica cosa che può salvare il mondo. Ogni mondo…