Durante il Warcraft Direct di ormai qualche settimana fa, Blizzard ha fatto uscire, quella sera stessa, un nuovo audio racconto (purtroppo per noi solo in inglese), collegato alla storia di The War Within: Heartlands. In questo approfondimento andremo a trattare i temi affrontati in questa storia, riassumendone allo stesso tempo la trama. Iniziamo subito dunque.
La prima domanda che dobbiamo porci è ovviamente dove si colloca Heartlands a livello cronologico. Diciamo subito che la storia di questo nuovo audio racconto inizia poco dopo la partenza di Jaina e Thrall all’inizio della campagna di Khaz Algar. Mentre noi svolgiamo le quest nella regione sotterranea insieme ai nostri alleati, loro intraprendono una missione per radunare le nazioni di Azeroth per aiutarle a contrattaccare contro Xal’atath a seguito della distruzione di Dalaran.
Sfortunatamente per l’incantatrice e lo sciamano però, scopriamo che l’Alleanza e l’Orda sono impegnate con i loro problemi. Mentre il misterioso Canto Radioso continua a diffondersi tra la popolazione di Azeroth, i suoi leader sono al tempo stesso impegnati a sedare i disordini nelle loro nazioni e solo pochi riescono a trovare il tempo di partecipare ad summit convocato a Boralus, nella prima parte dell’audio racconto. Tuttavia, uno di questi leader, Danath Trollbane, arriva con una potenziale soluzione al problema di Jaina e Thrall: la Settima Legione.
Originariamente formata durante la Terza Guerra, la Settima Legione è stata la principale forza combattente dell’Alleanza in tutti i tipi di conflitti, dalla lotta contro C’thun alla Guerra contro il Re dei Lich fino alla Quarta Guerra, dove hanno combattuto in luoghi come la riconquistata Stromgarde in nome della protezione degli interessi dell’Alleanza. Sebbene il più recente dei conflitti tra fazioni si sia concluso con un armistizio, la Settima Legione è stata nuovamente chiamata a Stromgarde.
Come apprendiamo dallo stesso Danath, essa ha dislocato le sue forze ausiliarie negli Altopiani di Arathi su richiesta del suo attuale leader, sua nipote Marran Trollbane. A causa degli attuali doveri di Danath come consigliere politico di Turalyon a Stormwind infatti, Marran è stata nominata Reggente di Stromgarde al suo posto, e sembra che questa scelta abbia iniziato ad alimentare di nuovo degli attriti.
Anche la compagna di Thrall, Aggra, appare a questo incontro per rivelare che Marran ha iniziato a provocare ostilità contro i Mag’har che (anche questa rivelazione del racconto) ora risiedono nella regione in seguito alla Quarta Guerra, di stanza nel campo di internamento trasformato in insediamento di Hammerfall. In reazione a Marran, il loro capo Geya’rah ha chiamato i Kor’kron, un altro famoso gruppo militare con un passato oscuro come forza combattente suprematista degli Orchi sotto il “governo” di Garrosh Hellscream. Apparentemente riformati – ma con uno status più nobil -, i Kork’ron ora ospitano una guarnigione proprio negli Altopiani di Arathi in opposizione alla Settima Legione, generando così ancora una volta tensione tra Orda e Alleanza.
Vedendo un’opportunità non solo di unire la forza di combattimento di cui hanno bisogno per combattere Xal’atath, ma anche di sedare un’altra potenziale guerra, Jaina, Thrall e Aggra si recano così negli Altopiani di Arathi per incontrare sia gli umani che i Mag’har per determinare la causa principale di questo conflitto in ascesa. All’arrivo, i tre scoprono le conseguenze di un sanguinoso conflitto tra Orchi e Umani e, dopo aver concordato sull’urgenza del loro compito, Aggra parte rapidamente per Hammerfall, mentre Thrall e Jaina si recano a Stromgarde per presentare un fronte unito di pace. Sfortunatamente per loro però (e a testimonianza di quanto la tensione sia alta nella regione), lo sciamano viene rapidamente aggredito da un aspirante assassino e trafitto da una freccia avvelenata. Già in viaggio per Stromgarde, Jaina porta Thrall ferito alle sue porte, ma l’ex Capoguerra viene respinto. Costretto a separarsi dall’amica per completare la loro missione, Thrall parte così per Hammerfall, mentre Jaina entra a Stromgarde per incontrare Marran.
All’interno, sebbene l’incantatrice tenti di spiegare l’urgenza della situazione alla Reggente in carica, Marran la rimprovera per il suo desiderio di ritirare le forze per un’altra guerra, piuttosto che aiutarla nel conflitto attuale. Teme che se Jaina conducesse la Settima Legione lontano da Stromgarde, ciò consentirà agli Orchi di attaccarla e impossessarsi dell’intera regione. Delusa da Jaina, Marran rifiuta la sua richiesta e chiede alla maga di lasciare la città il mattino seguente.
Da parte sua, Jaina comprende la posizione di Marran come sovrana alle prime armi che affronta angoscia e sfiducia da tutte le parti, avendo vissuto circostanze simili durante la sua ascesa alla carica di Lord Ammiraglio di Kul Tiras durante l’inizio di BfA, ma sapeva anche che Azeroth semplicemente non aveva il tempo di combattere quell’ennesimo conflitto tra Orda e Alleanza. Scegliendo di scrivere allo zio di Marran per chiedere aiuto, scrive così una lettera a Danath e la spedisce con un messaggero nella speranza che lo raggiunga in tempo.
Nel frattempo, il viaggio di Thrall ha un inizio altrettanto duro. Mentre lotta per raggiungere Hammerfall sotto gli effetti del veleno della sua ferita, l’ex capoguerra è spinto in avanti dal ricordo del suo mentore Orgrim Doomhammer e riesce quasi a raggiungere la sua destinazione prima di svenire. Si risveglia tra le mura di Hammerfall per essere accolto da Aggra, che lo porta a parlare con Geya’rah. Il capo Mag’har spiega che fino a poco tempo prima il suo popolo viveva pacificamente accanto a Stromgarde sotto la guida di Danath e lavoravano insieme per mantenere le loro fattorie al sicuro. Ma quella pace si è dissipata con l’ascesa al potere di Marran, poiché la nuova Reggente ha utilizzato la Settima Legione per iniziare a espandere il suo territorio e attaccare le forze dell’Orda. Fu quindi per questo motivo che Geya’rah richiamò i Kor’kron per rafforzare i territori dell’Orda.
La leader dei Mag’har rivela anche che Marran sta pianificando un imminente attacco a uno dei principali possedimenti dell’Orda, la Fattoria Go’Shek, ma rimane fiduciosa che i suoi orchi prevarranno contro la Settima Legione. Mentre Thrall tenta di convincerla a non provocare la piena potenza dell’Alleanza contro il suo popolo, viene interrotto dalla rivelazione che Geya’rah non è una semplice orchessa del Draenor alternativo, ma la figlia dei suoi genitori Durotan e Draka, rendendola, di fatto, sua “sorella” (questa cosa ci ha lasciato un po’ perplessi, ma ne riparliamo alla fine, NdR). Sebbene inizialmente si senta tradito da questa rivelazione che finora gli era stata tenuta nascosta, Thrall abbraccia rapidamente Geya’rah e la implora di trovare un terreno comune tra i Mag’har e il popolo di Stromgarde per evitare questo conflitto.
Nel frattempo, alla roccaforte umana, Jaina viene avvicinata da Marran nel cuore della notte, la quale la conduce sotto la fortezza di Stromgarde, nelle rovine sepolte della leggendaria città degli Umani, Arathor. Marran spiega la storia del suo popolo e come le rovine in cui si trovano rappresentino l’ultimo eco di quel vecchio mondo. Spiega la sua convinzione che il suo ruolo di Reggente comporti l’onere di sostenere l’eredità dell’umanità; con Lordaeron prima e Dalaran ora cadute, e regni come Gilneas e la stessa Stromgarde che stanno appena ritrovando il loro equilibrio, Marran vede gli Altopiani di Arathi come l’ultimo baluardo dell’un tempo grande impero umano, uno che non intende consegnare a nessun’altra razza che non condivida il loro sangue. Anche rispetto ad altri regni, Marran vede il suo come superiore e si ribella al fatto che il suo popolo sia sottomesso ai capricci di un paese “arretrato” come Stormwind. Ciò che Jaina capisce è che Marran non è semplicemente una sovrana in difficoltà, ma una persona ancorata ad un’era dell’umanità risalente a molto prima rispetto al tempo di entrambe le donne, e la sua nostalgia per quel glorioso passato la stava portando a un espansionismo sconsiderato, anche se non avevano alcuna possibilità di successo. Quando Jaina rifiuta di nuovo l’offerta di Marran di unirsi a lei, quest’ultima ordina al suo assassino, lo stesso che aveva avvelenato Thrall, di usare un dardo soporifero per mettere fuori combattimento il Lord-Ammiraglio nel tentativo di pacificare una risorsa così potente senza ucciderla e attirare l’ira dell’Alleanza che tanto disprezza. Impegnata nella sua causa, Marran inizia il suo assalto al territorio dell’Orda nel cuore della notte, anche se un tale assalto significa la morte per il suo popolo.
Avvertita dell’imminente attacco, Geya’rah marcia con le forze Mag’har e Kor’kron, mentre Thrall cerca in tutti i modi di trovare una soluzione al problema. Cavalcando con Aggra, Thrall segue l’esercito dell’Orda per intercettare Geya’rah in un ultimo disperato tentativo di prevenire lo scontro. Jaina, nel frattempo, si sveglia poco dopo, e teletrasportandosi sul campo di battaglia, sia Aggra che la maga usano la loro magia per disarmare e separare i combattenti, mentre Thrall cerca di trovare Geya’rah. In mezzo ai combattimenti, tuttavia, è Jaina che la trova per prima e, nel caos, scaglia Geya’rah lontano dal campo di battaglia con uno dei suoi elementali.
Arrivata in una fattoria vicina, la mag’har viene fermata da uno dei suoi abitanti, i contadini che si prendono cura della terra. Nel trovarli tutti ammassati nella loro stalla, si rende conto della semplice verità che lega gli Orchi e gli Umani: tutto ciò che vogliono è vivere in pace. La regione per cui stavano combattendo aveva risorse più che sufficienti per entrambe le loro genti, ma combattendo in modo così sanguinario, avrebbero perso non solo i loro raccolti e il loro bestiame, ma anche la loro stessa gente.
Nel rendersi conto che la sua volontà di usare le sue schiaccianti forze per annientare i nemici umani avrebbe solo portato ad altre rappresaglie, Geya’rah si rende conto del ruolo che stava permettendo all’odio di Marran per gli Orchi di giocare nel perpetuare l’eterno ciclo di violenza tra le due razze. In quel momento, giura di non lasciare che quell’odio cambi lei o la sua gente, credendo nel desiderio di Thrall di trovare un terreno comune con gli Umani. L’ex capoguerra arriva poco dopo e i due partono insieme per porre fine al conflitto.
Nel vivo della battaglia intanto, Jaina si ritrova ad affrontare Marran, che la deride per aver imposto i suoi editti dell’Alleanza al popolo di Stromgarde. Jaina cerca di far vedere a Marran la follia suicida della sua ricerca della gloria umana, ma alla fine non è l’incantatrice a porre fine alla battaglia, bensì Geya’rah. Supportata da un’enorme esplosione di fiamme elementali di Aggra per illuminare la battaglia, la leader dei Mag’har ordina alle sue forze di ritirarsi e invita gli umani a fare lo stesso. Informandoli della vera battaglia che li attende a Khaz Algar, promette di condividere gli Altopiani di Arathi come loro partner e invita la Settima Legione a combattere al fianco delle sue forze invece che contro di loro.
Nonostante le proteste di Marran, la Settima Legione si ritira e un appena arrivato Danath Trollbane ordina alle sue forze di fare lo stesso. Avendo sospettato del tradimento di Marran fin dall’inizio, Jaina aveva inviato infatti un corvo a Danath e al suo messaggero, per assicurarsi che l’avvertimento arrivasse. Con Danath di nuovo al comando, l’eroe umano giura di sradicare i sostenitori dell’ideologia di Marran e di unirsi a Thrall e Jaina con tutto il cuore nella lotta contro Xal’atath.
Con il conflitto risolto e due eserciti ora riuniti per affrontare le minacce imminenti, le cose sembrano essersi concluse in modo netto mentre le flotte di Orchi e Umani si preparano a salpare per Khaz Algar, ma Thrall è ancora inquieto. Geya’rah aveva visto la verità del conflitto, ma Marran non era stata sola nelle sue ideologie né nel suo risentimento per il trattamento della regione di Arathi, e poteva solo sperare che quei vecchi risentimenti si sarebbero risolti in tempo, piuttosto che incancrenirsi in qualcosa di peggio.
Questa, per sommi capi, la storia di questo nuovo audio racconto. Cerchiamo ora di addentrarci meglio in questa storia, analizzando in particolare i due personaggi che più risaltano in essa: Marran e Geya’rah.
Partendo dalla nipote di Danath Trollbane, sebbene Marran sia stata un personaggio introdotto appositamente per questo audio racconto, la lunga storia di Stromgarde influenza pesantemente le sue opinioni sullo stato attuale della regione di Arathi.
Ad uno sguardo superficiale, molte delle sue opinioni sembrano comprensibili. La sua ostilità verso l’Orda deriva non solo dalla loro cacciata da Stromgarde per mano degli Orchi, ma anche dai ripetuti tentativi di rivendicare la loro città per sé. Che si tratti dei Profanatori, del loro principe traditore o del loro esercito unificato durante la Quarta Guerra, Stromgarde ha un passato conflittuale con l’Orda e vedere una nuova banda di orchi stabilirsi in massa nelle terre che un tempo il suo popolo possedeva è motivo di preoccupazione, per principio.
Allo stesso modo, le sue opinioni sull’Alleanza hanno un fondamento. Per molti anni, la fazione blu si è preoccupata poco delle esigenze del popolo di Stromgarde, finanziando al loro posto sforzi bellici su larga scala in tutta Azeroth. Sotto la guida di Varian, l’Alleanza tentò di reclamare con la forza Lordaeron dai Reietti, con un intero regno bisognoso di aiuto proprio lì accanto, e mentre il periodo di Anduin come Re portò alla riconquista dello stesso antico regno, la sua Settima Legione partì rapidamente per nuove battaglie su lidi lontani.
Al giorno d’oggi, il popolo di Marran lotta per ristabilirsi sulle proprie terre e le risorse che riesce a raccogliere vengono utilizzate per alimentare ulteriormente l’Alleanza. Per molti aspetti, Stromgarde agisce a conti fatti come uno stato vassallo della fazione blu guidata da Stormwind ed è comprensibile che Marran desideri che il suo popolo abbia autonomia sulla propria patria.
Tuttavia, come la maggior parte delle opinioni sostenute da persone come la nipote di Danath, le valide fondamenta delle sue argomentazioni sono offuscate da una travolgente foschia di bigottismo e suprematismo. Gli orchi che ora vivono accanto al popolo umano non sono gli ex conquistatori che hanno devastato la sua casa, ma i Mag’har di una linea temporale completamente separata in cerca di rifugio. Secondo i resoconti di Geya’rah, il loro insediamento nella parte orientale di Arathi non solo aveva evitato qualsiasi conflitto con i nativi umani, ma aveva anche giovato a entrambe le fazioni allontanando banditi e animali dall’attaccare le loro fattorie.
Allo stesso modo, il disprezzo di Marran per Stormwind non è semplicemente basato sulle sue frustrazioni economiche nei confronti dell’Alleanza. Per usare le sue stesse parole, vede Stormwind come un “paese sperduto” non degno di guidarli o di un’eredità che sente appartenere a sé. Marran crede di dover sostenere l’eredità di Thoradin, il leggendario imperatore di Arathor, e che quindi la regione di Arathi appartenga solo ed esclusivamente ai discendenti di quell’impero. E tutto questo, come stiamo per vedere, esce proprio dalla bocca di Marran:
Jaina sentì il cuore sprofondare quando realizzò la verità.
Marran era più di un semplice sovrano inesperto, un idealista.
Era una credente. Una credente in un passato glorioso che Jaina sapeva anche essere una fantasia. Marran adorava una nostalgia fuorviante, persino pericolosa, per un’età dell’oro che non aveva mai sperimentato in prima persona.
Marran guardò Jaina. “Gli Altopiani di Arathi appartengono all’umanità. Sono il cuore di un grande impero il cui sangue scorre nelle nostre vene anche adesso, Jaina. Dobbiamo liberarli da tutti gli invasori e riprenderci il nostro regno. È un nostro diritto di nascita. È ciò per cui Thoradin ha combattuto. E noi siamo, io sono, destinati a continuare la sua eredità.”
In un ironico colpo di scena, Marran non solo parla da una prospettiva imperfetta della proprietà, ma non riesce a cogliere la verità sulla discendenza di Thoradin. Quando i discendenti del primo imperatore partirono per il sud per stabilirsi a Stormwind, portarono con sé il loro sangue, una linea di sangue che si concluse con la morte di Anduin Lothar alla fine della Seconda Guerra. Allo stesso modo, sappiamo che una parte di quello stesso sangue viaggiò attraverso il mare per diventare parte dell’Impero di Arathi, come dimostrato dalla presenza di Faerin Lothar in The War Within. Il sangue di Thoradin esiste ancora ai giorni nostri, ma non è in Marran o Jaina che scorre, e non dà loro diritti di nascita su nessuna terra.
Alla fine dell’audio racconto, Marran è sconfitta, ma come riconosce Thrall, i suoi sostenitori e i loro ideali esistono ancora a Stromgarde. Non solo sopravvivono nel suo capo spia rinnegato ancora in libertà, ma anche nei sentimenti che hanno permesso a Marran di esercitare il suo potere così rapidamente. Danath Trollbane potrebbe non nutrire tali convinzioni come Reggente di Stromgarde, ma il suo tempo è chiaramente diviso tra la sua patria e la sua dedizione all’Alleanza, e senza una vera soluzione ai problemi sposati dal suo popolo, è probabile che Marran non sarà l’ultimo umano suprematista che vedremo nel proseguo della lore.
In particolare, la presenza stessa dell’Impero Arathi nella storia attuale rende evidente la tempistica di questo audio racconto. Mentre quelli che incontriamo ai Precipizi Sacri sono decisamente persona amichevoli, sentiamo proprio dalla voce di Faerin sulla loro mancanza di tolleranza per gli estranei durante il nostro tempo a Mereldar. Sebbene gli Arathi siano di natura mezz’elfa, sposano gli ideali e l’eredità del vecchio Impero di Arathor e, per persone come Marran, rappresenterebbero un’opportunità d’oro per reclamare la visione della loro antica eredità, qualora dovessero mai apparire nei Regni Orientali. Solo il tempo ci dirà se questa è l’ultima volta che vediamo Marran Trollbane… o i suoi ideali.
Spostandoci poi sul secondo personaggio protagonista di questa storia, possiamo dire che a prima vista, gli orchi Mag’har sembrano fondamentalmente diversi dagli umani di Stromgarde. Mentre i primi sono infatti un gruppo di rifugiati appena arrivati, i secondi hanno legami di lunga data con la regione di Arathi. Sebbene il risentimento di Marran per il continuo ciclo di violenza nella sua terra natale la porta a continuare a perpetuarlo, la nuova prospettiva di Geya’rah le consente di essere infine persuasa da Thrall a cercare la pace.
Ciò che la “controparte” dell’ex Capoguerra capisce è che nonostante le distinzioni esteriori del loro aspetto e le loro storie come razze separate, i Mag’har e gli umani di Stromgarde hanno più cose in comune di quanto pensino. Prima di tutto, Geya’rah impara la più semplice delle lezioni: la sola cosa che tutti vogliono è vivere. Quando Marran interruppe i contatti amichevoli con i Mag’har, le minacce alle loro fattorie, risalenti a prima che questi ultimi si stabilissero in luogo, cominciarono a ripresentarsi, e lei colse l’occasione per chiamare la Settima Legione ad aiutarla a dare inizio alle ostilità. Allo stesso tempo però, nel periodo antecedente alla presa del ruolo di Reggente da parte di Marran, i due popoli hanno vissuto amichevolmente l’uno accanto all’altro, coltivando la terra e aiutando i loro alleati a proteggere le loro fattorie.
Oltre alla semplice natura del sostentamento, gli umani e i Mag’har hanno molte altre somiglianze, in quanto entrambi i gruppi hanno una base di tradizione ad Arathi. Per gli orchi, è il luogo di nascita della loro nuova Orda guidata da Thrall e l’epitome della loro liberazione dalle catene che li hanno legati in seguito alla Seconda Guerra. Gli umani dall’altra parte, hanno una storia che abbraccia millenni in questa regione, risalente al luogo di nascita del loro primissimo Impero. Tuttavia, ciò che condividono è anche una mancanza di vero attaccamento a quella presunta eredità. I Mag’har non sono gli orchi della nostra linea temporale e, sebbene sposino gli stessi ideali, la loro lotta contro la tirannia ha avuto luogo su un pianeta lontano da Arathi. Allo stesso modo, il popolo umano moderno è ben lontano dall’essere semplicemente gli umani che hanno vissuto lì per millenni. Ricordiamo infatti come la prima capitale di Strom vide una vera e propria “separazione dei popoli” dopo la caduta dell’Impero, e quindi gli effettivi discendenti di quei tempi sono ormai una minoranza del loro popolo. La maggior parte dei loro contadini proviene da altre terre ed è giunta ad Arathi principalmente in cerca di lavoro e di pace.
Proprio come i Mag’har, la rivendicazione umana sui terreni di Arathi si estende fino al loro attuale bisogno. Non è il sangue di nessuno dei due gruppi a rivendicare l’intera area degli Altopiani, ma il loro desiderio di vivere in pace. Né Marran né Geya’rah avevano ragione a tentare di annientare i loro avversari per rivendicare una terra che nessuna delle due parti sarebbe stato in grado di sostenere da sola, ma laddove Marran era troppo radicata nelle sue ideologie di suprematismo, Geya’rah è stata in grado di vedere la verità delle loro somiglianze e porre fine al ciclo che stava perpetuando, almeno per il momento…
Per molti versi, Geya’rah è simile a un altro guerriero orco incorrotto dell’Orda: Garrosh Hellscream. Come il figlio di Grom, sostiene l’eredità dei suoi genitori e, durante il suo periodo su Draenor, si è persino allenata sotto il padre di Garrosh, Grommash, e ha adottato i suoi ideali. Come Garrosh, è arrivata ad Azeroth irascibile e pronta a versare sangue.
A differenza di Garrosh, tuttavia, Geya’rah non ha la testarda incapacità di ammettere i suoi difetti. Quando si è confrontata con la realtà degli umani che stava combattendo, è stata in grado di ammettere di essersi presentata come una forza ostile e capire che l’odio di Marran per il suo popolo stava facendo si che quello stesso odio si incancrenisse in lei stessa, il che a sua volta avrebbe portato a ad un accrescimento della violenza e avrebbe fatto sì che gli umani sopravvissuti perpetuassero quel ciclo. Laddove Garrosh pensava che la soluzione fosse quella di vincere in modo così assoluto che solo gli orchi avrebbero regnato sovrani, Geya’rah è riuscita a seguire il consiglio di Thrall e a trovare un terreno comune su cui almeno tentare di costruire. Proprio come possiamo leggere alla fine della storia in questi due passi:
Geya’rah sentì l’energia abbandonarla. Sapeva quanto fosse grande rispetto a loro, quanto terrificante dovesse apparire, adatta alla guerra. Avevano paura di lei. Disperatamente. E, Geya’rah lo sapeva, era lo stesso per la sua gente. In quel momento, nella fattoria Go’Shek, sapeva che la stessa scena poteva concludersi in modo molto facile. Famiglie di orchi e contadini, che affrontavano un nemico terribile e senza volto, determinato a uccidere, prendere e conquistare.
Fece un passo indietro, ma il suo movimento fece sussultare l’intero gruppo.
“Siamo venuti qui in cerca di pace”, disse. “Per sfuggire alla guerra nel nostro mondo. Non siamo venuti qui per combattere”.
Ma non servì a nulla. Gli umani non stavano nemmeno ascoltando. Tutto ciò che vedevano era un nemico: grande, forte, spaventoso. Diverso.
E poi ancora:
Ma forse era un ciclo che poteva ancora spezzare. Marran poteva odiarla, Geya’rah sapeva che era così, ma non poteva permettere che l’odio di Marran cambiasse chi era lei, o chi erano i Mag’har.
Con la minaccia di nemici come l’Impero di Arathi all’orizzonte, non solo basati sullo stesso pregiudizio che abbiamo visto affrontare in Heartlands, ma ad un livello molto simile ai Lightbound che Geya’rah disprezza, vedremo senza dubbio il suo desiderio di pace messo alla prova nel futuro della Saga dell’Anima del Mondo. La vediamo scontrarsi con Turalyon durante il suo breve periodo a Khaz Algar e, mentre continuiamo ad addentrarci nella lotta tra Luce e Vuoto che avrà il suo apice (presumibilmente) durante Midnight, quelle stesse tensioni potrebbero continuare a riaffiorare.
Sebbene Geya’rah potrebbe non ascendere mai al ruolo di Capoguerra come ha fatto Garrosh, forse un giorno la vedremo essere all’altezza di quell’eredità di leadership che Garrosh non è riuscito a essere e guidare la nuova generazione di orchi verso un futuro libero dal ciclo dell’odio che tanto ha contraddistinto la loro storia.
E così, arriviamo alla conclusione di questa lunghissima analisi del nuovo audio racconto Heartlands, un prodotto utile per capire lo stato attuale di Orda e Alleanza più nel micro che nel macro ma non esente da qualche scelta che come accennavo ci ha lasciato un po’ perplessi. Ci risulta infatti poco credibile che Thrall scopra la “vera identità” di Geya’rah solo in questa storia, sebbene i due si conoscano da anni… Ma tolto questo, Heartland si è rivelato essere un buon approfondimento sulla stato attuale di Azeroth e delle fazioni che lo governano.
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Alla prossima!
N.B. Quest’articolo è una traduzione e rielaborazione di Breaking the Cycle of Hatred – ‘Heartlands’ Novella Story Breakdown