È possibile che con il passare del tempo ci siamo abituati ad un certo tipo di villain? Si, insomma, di quelli con una, due, tre sovrastrutture (o presunte tali). Quelli che erano così potenti, così intrecciati alle forze cosmiche, così posti in alto da Blizzard che ci si aspettava sempre quella fine scenografica, d’impatto, spettacolare, che ci facesse dire “Oh, questa fine è all’altezza di quanto quell’asticella era stata posta in alto, mi sento soddisfatto!” E così poi se vediamo una cosa un po’ diversa, un po’ più “terra-terra” storciamo il naso, arriva quel retrogusto di “Beh? Ma che è sta cosa? Tutto qui?”
Siamo diventati davvero così?
Certo, gli ultimi anni tra Legione Infuocata, N’zoth, Sylvanas, Zovaal e Xal’atath ci hanno decisamente messo su quella strada ed è anche giusto così, beninteso, la minaccia ultima deve essere sempre posta in alto. Ma quello che c’è in mezzo? Deve stare anche quello in alto? Ogni villain deve essere Sargeras, Sylvanas o Xal’atath? Ci siamo disabituati ai villain puri e semplici come Jastor Gallywix
Personalmente ho apprezzato tantissimo la gestione e soprattutto la fine che Blizzard ha deciso per il Principe del Commercio dei Goblin, e sapete perché? Perché è coerente. È un villain perché lo è di natura, senza avere le sovrastrutture dei “grandi nemici” della lore. È un villain che non ha bisogno della fine scenografica, d’impatto, spettacolare, perché sarebbe totalmente fuori dal personaggio.
Ho letto che è un personaggio debole, che non ha carisma. Ma ragazzi, Gallywix era il leader dei Goblin e doveva avere carisma per i Goblin, non per Azeroth nel suo insieme, il suo ruolo non era quello, il mondo (di Azeroth) non è fatto di soli Arthas!
La patch 11.1 ci ha fatto dare uno sguardo ad un mondo più piccolo, solo marginalmente toccato da cosmologie e “poteri alieni”. Ci ha dato riportato per certi versi a quella campagna degli Elfi del Sangue di The Frozen Throne, ad un ambiente dove il focus era su un popolo e sul suo leader più che su ciò che succede all’esterno. Ci aspettano anni ed anni di battaglie cosmologiche, di colpi ad effetto, di grandi scontri e grandi uscite di scena (o almeno si spera), ma è importante che queste “guerre stellari” siano anche inframezzate da questi sguardi a cui accennavamo prima, perché l’universo di Warcraft non è fatto solo dai grandi attori, ma anche di altri popoli, di altri villain, meno appariscenti ma più cinici, più pratici. Ora, presumibilmente, torneremo alla “guerra cosmica”, con questi Eterei del Vuoto che si sono impossessati del Cuore Oscuro (che ripeto, ad oggi è senza ombra di dubbio la parte più interessante della lore dopo Xal’atath) e che sembrerebbero riportare in auge il tema del loro pianeta natale di K’aresh… Mi aspetto una decisa virata a tema Vuoto e ancora oggi rimango fiducioso per il proseguo della Saga dell’Anima del Mondo (anche se spero ardentemente che Blizzard non replichi la pessima gestione di Khadgar avuta ad inizio espansione…). Prima lasciarvi, però, voglio tornare un secondo al passato…
Ve lo ricordate il Gran Maresciallo Garithos? Quale sovrascrittura aveva quello che possiamo considerare l’ultimo leader dell’Alleanza di Lordaeron? Nessuna, perché non ne avevano nessun bisogno. Eppure quanto è stato impattante, quanto è stato importante, quanto è rimasto nei ricordi degli appassionati? Garithos era un villain puro e semplice esattamente come lo è stato Gallywix, che muoiono in modo poco spettacolare, anzi, direi quasi banale ed è perfetto che la scelta presa sia stata questa, non poteva essere migliore! Sia il Gran Maresciallo che Gallywix muoiono totalmente immersi nei loro ideali, nel loro modo di vivere e di pensare, estranei, lontanissimi dai grandi attori con cui hanno condiviso il palcoscenico sebbene entrambi tentino di rubarne la scena.
Perché sono quello, villain semplici che critichiamo, forse, perché non siamo più abitati a vederli.