Il Cuore Oscuro è un artefatto del Vuoto che ha avuto, ha e avrà un ruolo centrale nella Saga dell’Anima del Mondo, l’attuale arco narrativo di World of Warcraft. È attualmente l’arma più potente mai comparsa nell’universo di Warcraft, in quanto capace di assorbire il potere delle forze cosmiche, e la sua storia inizia tanto tempo fa…
In origine, si trattava di una reliquia appartenuta all’allora Aspetto della Terra, Neltharion, che Chromie descrive come simile all’altra celebre creazione del futuro Deathwing, l’Anima dei Draghi (tanto che Khadgar e il Kirin Tor credevano ne fosse una sorta di prototipo), sebbene la prima sia ancora più antica. Ed anche in questa occasione, furono i Goblin ad aiutare Neltharion nella sua creazione, proprio come avevano fatto con la futura Anima dei Demoni.
Migliaia di anni dopo, l’Incarnazione della Terra, Iridikron, recuperò la reliquia dal Calderone del Custode della Terra sull’Isola Proibita, dove Neltharion l’aveva nascosta al mondo intero, persino ai suoi compagni Aspetti. Il contenitore conteneva anche l’ubicazione di Aberrus, il laboratorio segreto di Neltharion, e più specificamente, la pozza di lava fusa che lo alimentava. Così, quando l’Incarnazione del Ghiaccio, Vyranoth, ne decifrò la posizione, le Incarnazioni inviarono il loro terzo fratello, Fyrakk del Fuoco, a consumare il potere elementale sottostante.
Nel frattempo, Iridikron viaggiò indietro nel tempo con l’aiuto dello Stormo Infinito e tentò di risucchiare l’essenza del grande protodrago Galakrond, “il Padre dei Draghi”, per reclamare una “fame perduta nei secoli”. Tuttavia, l’Incarnazione della Terra venne fermata dagli eroi di Azeroth e da Chromie, che distrussero l’antica reliquia prima che Iridikron potesse completare il processo. Mentre la loro attenzione era concentrata sull’Incarnazione della Terra, il Crono-Signore Deios corruppe con successo colui che era ancora il proto-drago Nozdormu, trasformandolo in Murozond e alterando drasticamente la linea temporale. Chromie fu così costretta a tornare indietro nel tempo, scegliendo di salvare il suo signore piuttosto che sconfiggere Iridikron.
In questo modo, nonostante la battuta d’arresto, Iridikron riuscì a infondere il potere primordiale di Galakrond nella reliquia, trasformandola in quello che divenne il Cuore Oscuro. Quindi partì attraverso un portale del Vuoto e affidò la reliquia completata a una figura misteriosa conosciuta solo come l’Aralda.
Preoccupato della situazione, Khadgar cercò informazioni sull’artefatto nelle biblioteche di Dalaran e persino in quella di Medivh a Karazhan, ma non trovò nulla. Tuttavia, data l’antica amicizia dell’ex Aspetto della Magia Malygos con Neltharion, Kalecgos si offrì di consultare gli Archivi Azzurri nella speranza di scoprire di più. Inoltre, Khadgar convocò in seguito anche Alleria Windrunner a Dalaran e le affidò l’incarico di indagare sul Cuore Oscuro e sul suo misterioso possessore. L’elfa rintracciò l’artefatto seguendo le fenditure del Vuoto che aveva lasciato dietro di sé, convertendo il potere magico in tutto Northrend, arrivando fino a Ulduar. Con l’aiuto di Locus-Walker, identificò il proprietario del Cuore Oscuro: Xal’atath.
Alleria non riuscì a catturare Xal, che nel frattempo prese le sembianze di un vecchio membro del Kirin Tor per infiltrarsi nella città magica di Dalaran. E quando l’Aralda si liberò del suo travestimento, ella scatenò i nerubiani di Azj-Kahet su Dalaran e iniziò a convogliare il potere della città nel Cuore Oscuro, assorbendone il potere arcano. Con l’arma incredibilmente potenziata, Xal la usò per distruggere la città magica e apparentemente uccidere Khadgar.
In seguito, durante la battaglia nei Precipizi Sacri, Alleria sentì la voce di Khadgar guidarla verso il vero obiettivo di Xal’atath nella regione. La Windrunner si ritrovò così ad affrontare Xal al Priorato della Fiamma Sacra, dove l’Aralda stava assorbendo il potere del cristallo Beledar nel Cuore Oscuro. Nel mezzo dello scontro che ne seguì, Alleria riuscì a colpire la potentissima arma con una delle sue frecce, crepandone la superficie e permettendo alla sua energia di fuoriuscire. Xal’atath si ritirò con l’artefatto, ma mentre fuggiva, Khadgar emerse vivo dalla crepa.
In seguito, proprio quest’ultimo spiegò che, dopo aver realizzato che il Cuore Oscuro non distruggeva le altre forze, ma le assorbiva, si era tramutato in pura energia arcana e si era lasciato intrappolare al suo interno per sopravvivere alla distruzione di Dalaran. Ma i piani di Xal’atath erano ben lungi dall’essere stati fermati…
Xal portò infatti il danneggiato Cuore Oscuro a Jastor Gallywix, incaricandolo di ripararlo infondendolo del misterioso Sangue Nero, una sostanza legata agli Dei Antichi. Inizialmente, poiché sapeva che i Goblin avevano originariamente aiutato Neltharion a forgiare l’artefatto migliaia di anni prima, Gallywix credette di riuscire nell’impresa. Tuttavia, non riuscendo a farlo da solo, arruolò con la forza Marin Noggenfogger rapendo sua moglie, Sprinkle. Marin elaborò un piano per usare la kaja’mite per stabilizzare l’energia instabile del Sangue Nero, rendendola più facile da infondere nel Cuore Oscuro, ma Gallywix era ben consapevole del destino toccato ai precedenti alleati di Xal’atath e non aveva intenzione di restituirle l’artefatto finché non avesse avuto i mezzi per proteggere i propri interessi.
Intanto, poiché il Principe del Commercio aveva impiegato troppo tempo per consegnare il Cuore Oscuro, gli eterei della Guardia d’Ombra furono spinti a mettersi sulle tracce della potente arma. Alla fine, Gallywix riuscì nel suo lavoro, ma tentò di fuggire da Cavafonda con l’artefatto, venendo però catturato dall’etereo Azir al quale consegnò l’arma, credendolo un agente di Xal’atath… ma non era così. Gallywix venne infatti successivamente affrontato proprio da Xal, la quale gli chiese dove fosse la sua preziosa arma. Confuso, il goblin le disse di averla data al suo alleato etereo, ma lei gli rivelò che Azir non lavorava per lei…
… Nello stesso momento, l’etereo si trovava lontano… fissando i resti del suo distrutto pianeta natale di K’aresh, con il Cuore Oscuro in mano.
Successivamente, Azir collocò il Cuore Oscuro su un pannello all’interno della Centrale Operativa di Manaforgia Omega, affinché le energie contenute nell’artefatto dessero nuova vita al Signore del Vuoto Dimensius, così che l’oscurità del Divoratore potesse regnare per sempre.
Quando i campioni di Azeroth assaltarono la Manaforgia per fermare Dimensius, il Cuore Oscuro era il nucleo del potere del Signore del Vuoto ed essi furono costretti persino a collaborare con Xal’atath per riuscire a sigillarlo proprio all’interno dell’arma, dove avvenne la battaglia finale. Dopo la vittoria, Xal’atath rimase indietro per tenere aperto un portale per permettere ai difensori di Azeroth di fuggire, apparentemente restando anch’ella intrappolata all’interno dell’artefatto. Tuttavia, quando Locus-Walker afferrò il Cuore Oscuro, Xal’atath si liberò e distrusse l’etereo. Con il potere di Dimensius e del Vuoto ora in suo possesso, Xal andò via, e promise ad Alleria che al loro prossimo incontro le avrebbe portato via tutto ciò che amava.
Il Cuore Oscuro, nelle mani di Xal’atath, si dirige ora verso le terre elfiche di Quel’thalas, al mistico Pozzo Solare, dove, dopo l’Arcano e il Vuoto, cercherà di assorbire il potere di un’altra forza cosmica: la Luce.
In alto: Il Cuore Oscuro nelle mani di Xal’atath dopo la distruzione di Dalaran. Key art di The War Within.