Le due settimane che seguirono non furono di certo tranquille. Il viaggio verso Kalimdor, via mare, era stato caratterizzato da diverse tempeste, oltre che a scontri con navi pirata. Ovviamente, non erano mancati nemmeno gli attacchi degli Oscuri, ma la Foglia di Elwynn, un’imbarcazione mercantile che l’Ordine aveva usato per la traversata, resistette, soprattutto grazie a coloro che la occupavano.
Kalimdor non era molto diverso dai Regni Orientali. Anche lì dominava l’oscurità, il vento, il freddo. Anche lì, come su tutta Azeroth, regnava la desolazione. L’Ordine della Fiamma si accampò nella ghiacciata distesa di Durotar, dove in lontananza si poteva osservare quello che restava della città di Orgrimmar. Anche in quel continente, nulla era stato risparmiato dallo Stormo dell’Infinito e dal suo Lord. Nulla, tranne l’area settentrionale del continente. Quella, grazie alla resa di Yeonlang, la regina dei Kaldorei dopo la morte di Tyrande e Malfurion. La Foresta di Ashenvale, il Monte Hyjal, Winterspring, Felwood erano stati tutti risparmiati dalla distruzione grazie all’atto di sottomissione della nuova Regina. Tra gli Elfi della Notte, molti avevano criticato quella scelta, asserendo che Yeonlang avrebbe dovuto combattere gli Oscuri, piuttosto che unirsi a loro. Altri sostenevano invece che la Regina aveva potuto scegliere solo tra la distruzione e la sottomissione, ed aveva fatto la scelta più logica.
Quel giorno, il Comandante Lily si apprestò a lasciare l’accampamento per raggiungere la Rocca della Volpe. Questo era il nome con cui era conosciuto il Palazzo Reale di Yeonlang. Un enorme castello edificato al centro di Ashenvale, circondato da dei giardini con grandi fontane all’aperto. Si diceva che la Regina amasse la natura e gli animali e che nel suo quest’ultimi abbondassero.
Lily scelse di recarsi alla Rocca della Volpe con soli due soldati. Era una missione diplomatica ed certa che gli uomini di Yeonlang non avrebbero attaccato visitatori con la bandiera bianca. Ad accompagnarla furono la ragazza umana che era andata in esplorazione a Lordaeron, Rhenya Blackfire, e un elfo della notte, Veldris Moonstone. Quest’ultimo era un tipo non molto robusto, ma agile come una gazzella, un viso incorniciato da una chioma blu cobalto e gli occhi dorati. A Rhenya fu affidato il vessillo di pace, e dopo che i tre montarono a cavallo si incamminarono verso la vicina Ashenvale.
Era una giornata senza vento e senza pioggia, l’aria sembrava ferma. Al confine tra le Savane e la Foresta di Ashenvale, Lily si portò al fianco di Rhenya. La ragazza sembrò quasi nemmeno accorgersi dell’avvicinarsi dell’elfa del sangue.
“Co-comandante…” disse distogliendo lo sguardo da terra.
“Sei molto silenziosa, ragazza” replicò Lily. “Qualcosa ti turba?”
L’umana abbozzò un goffo sorriso. “No, Comandante nulla… stavo solo…” esitò. Il suo viso calò un velo di tristezza.
“Dimmi pure”, la incoraggiò Lily. “Parliamo un po’. Sono stanca di questo silenzio.”
“Stavo… pensando al mio compagno.” Il viso di Rhenya si addolcì per un istante. Lily capì che il pensiero del suo amato la rattristava ancora, ma allo stesso tempo aumentava la sua determinazione.
“Quello che mi guida sono le parole di Æthelweard. Aveva un alto senso della giustizia, del dovere, di quello che era il suo ruolo.”
“È la cavalleria che rende un uomo cavaliere, non la spada”, mi disse un giorno. “Senza onore, un cavaliere non è altro che un comune assassino. È meglio morire con onore che vivere senza onore.”
‘Æthelweard! Questa ragazza è la compagna di Æthelweard!’ La notizia fu un come un pugno allo stomaco per Lily. Æthelweard, il paladino errante, aveva aiutato lei e Kharonte a raggiungere Stormwind e ad entrambi aveva permesso di entrare nel portale per Quel’danas, affrontando eroicamente il drago Lavenix e perendo nello scontro.
“Il tuo Æthelweard era un uomo d’onore…”
“Rhenya, il nome è Rhenya Blackfire.”
“Rhenya. Devi essere orgogliosa di lui. E sono sicura che anche tu hai il suo stesso coraggio, e la sua stessa luminosità.”
L’elfa del sangue fu sorpresa da quelle parole. “Voi lo conoscevate, Comandante?”
“Si”, disse Lily. “L’ho conosciuto. Prima della Rovina.”
‘Meglio non entrare nei dettagli, per ora.’
Nel frattempo, il ghiaccio delle Savane stava per lasciare il posto ai possenti alberi della Foresta di Ashenvale. Due guardie ai confini della Foresta presidiavano il confine. Indossavano armature di acciaio, complete di ogni componente ed erano armati di lancia. Sul petto di ognuna si stagliava l’emblema della Regina Yeonlang: una volpe rampante, con cinque code, dal pelo folto e con una sfera di energia davanti alla bocca. Una delle guardie venne loro incontro.
“Chi siete? Dichiarate le vostre intenzioni.” Era un orco, dal fisico possente e la pelle verde. Aveva capelli lunghi e due affilate zanne gli uscivano dalla bocca. L’armatura rumoreggiava ad ogni suo movimento.
“Sono Lily, Comandante dell’Ordine della Fiamma. Vengo sotto vessillo di pace, desidero parlare con la vostra Regina.”
L’orco si voltò, e guardò l’altra guardia, un non-morto senza capelli e dagli occhi gialli. Quest’ultimo scrollò le spalle.
“Beh, siete solo in tre”, fece l’orco. “Sareste stupidi a voler combattere solo in tre contro tutti gli uomini di Sua Magnificenza e gli Oscuri. Recatevi alla Rocca della Volpe, sarà Sua Grazia a decidere se darvi udienza.”
Lily chinò il capo in segno di gratitudine, poi fece cenno a Rhenya e Veldris di proseguire.
La Foresta di Ashenvale sembrava essere rimasta al periodo precedente alla Rovina. Alti alberi, vegetazione ricca, fauna ben presente… Ma c’era qualcosa di diverso. Durante l’attraversamento, il terzetto vide numerosi Oscuri. Elfi pallidi, vestiti completamente di nero, circolavano liberamente per le radure di Ashenvale. Lily sentiva i loro sguardi addosso e la rabbia montarle dentro.
‘Siamo in missione di pace… Ma giuro che se vedo uno di quelli che erano presenti quel giorno, lo taglio in due..’
Erano osservati, anzi venivano proprio fissati. Non solo dagli Oscuri, ma anche dai sudditi della Regina. Ne videro diversi di Kaldorei. Chi passeggiava, chi era seduto sul bordo di qualche fontana a chiacchierare, chi tagliava la legna. Ma al loro passaggio, tutti smettevano di fare quello che stavano facendo e li fissavano. L’ostilità era ben visibile in quegli occhi.
‘Se non fosse per questa bandiera bianca, ci avrebbero già assalito’ realizzò Lily mentre passavano davanti ad una famiglia kaldorei.
Passò mezz’ora prima che la Rocca della Volpe comparisse all’orizzonte. L’imponente struttura centrale era affiancata da quattro alte torri che svettavano verso il cielo. Nella zona del Palazzo non c’erano alberi, ma solo giardini e fontane. Mentre avanzavano, comparve una figura, qualcuno in sella ad una pantera della notte che si dirigeva verso di loro. Questa figura si rivelò essere un umano, un uomo apparentemente di mezza età, longilineo con corti capelli neri ed una barba sale e pepe. Gli occhi erano verdi come smeraldi.
“Miei signori, benvenuti ad Ashenvale, dominio di Sua Magnificenza la Regina Yeonlang.” L’uomo aveva un tono cortese, ma solo allora Lily notò che dietro di lui c’erano ben quattro Oscuri, armati di spade, daghe e bastoni magici.
“Sono Willas Greatwall, castellano di Rocca della Volpe.” Concluse infine l’umano sorridendo.
‘Il potere ha un sapore migliore quando è addolcito dalla cortesia’, pensò Lily.
“I miei omaggi, castellano” esordì Lily in tono formale. “Io sono Lily, Comandante dell’Ordine della Fiamma, e questi sono l’esploratrice Rhenya Blackfire e l’attendente Veldris Moonstone”, proseguì, indicando i suoi compagni i quali chinarono il capo in cenno di saluto. “Desideriamo incontrare Sua Grazia la Regina.”
Willas assunse un’espressione benevole. “Ma certo, mia signora, sapevamo del tuo arrivo.”
Lily fu sorpresa. “Ah sì? E come, se mi è concesso chiedere.”
Il castellano portò la sua pantera della notte affianco al cavallo di Lily. “Sharuk, l’oracolo della Regina, lui vede tutto.” Sorrise di un sorriso affabile.
‘E chi è ora questo Sharuk?’. L’ultima cosa di cui aveva bisogno Lily erano altri nomi da aggiungere alla lista dei nemici.
“Tuttavia”, continuò Greatwall, “Sua Magnificenza riceverà solo voi, Comandante, sono costernato per i vostri amici, ma…”
“Comandante…”, dissero all’unisono Veldris e Rhenya, ma Lily sapeva di non avere scelta. Se voleva scoprire se questa Regina elfica era davvero una nemica e se le voci su Kentel erano vere, doveva accettare quella condizione. Si rivolse ai due compagni.
“Tornate all’accampamento. Io tornerò appena avrò parlato con la Regina Yeonlang. Non vi preoccupate, me la caverò da sola.”
Più che una certezza, era una speranza.
Veldris e Rhenya voltarono così i loro cavalli e tornarono indietro.
Willas tornò a sorridere. “Saggia decisione, mia signora. Sono certo che Sua Magnificenza apprezzerà la vostra buona volontà. Adesso, permetta a me ed a questi buoni elfi di scortarla fino alla Rocca della Volpe.”
‘Scortare… io direi più sorvegliare.’
“Va bene, castellano. Faccia pure strada.”
Avanzarono a passo moderato, attraversando Coda Rossa, la città in cui sorgeva la Rocca della Volpe. Coda Rossa era viva come nessun altro luogo di Azeroth era, ma i suoi abitanti, si rese conto Lily, erano più Oscuri che Elfi della Notte. L’attenzione dell’elfa del sangue venne catturata da una costruzione enorme, che sembrava essere una gigantesca stalla.
“Cosa ci tenete lì?” Chiese mentre avanzavano.
Willas Greatwall fece una risatina. “Draghi, grifoni, ippogrifi, viverne, fenici, cavalli alati… Sua Grazia adora le cavalcature e vuole usarne sempre una diversa quando viaggia.”
“Viaggia? E dove va? Azeroth non mi sembra un luogo turistico, non più ormai.” Con la coda dell’occhio guardò i quattro Oscuri alle sue spalle.
“La Regina ama la natura, mia signora, e certi luoghi riescono ancora ad incantare Sua Magnificenza. Eccoci arrivati alla Rocca della Volpe!”
E subito, gli occhi di Lily andarono verso l’alto. Una figura nera aveva attirato il suo sguardo. Il cadavere carbonizzato di un draenei penzolava da delle sporgenze della Rocca della Volpe, legato con entrambe le mani verso l’alto. Due corvi stavano beccando il suo volto.
Il cuore dell’elfa del sangue si fermò. ‘Kentel… allora era vero…” Strinse il pugno. La rabbia ribolliva dentro di lei.
Da vicino, il palazzo era ancora più imponente di come potesse sembrare a distanza. Gli stendardi con la volpe rampante garrivano in ogni torre ed il simbolo giganteggiava su di una tela nella parte alta della struttura principale. Ovviamente, la volpe non era sola. A farle compagnia c’era anche il sole oscurato su campo blu degli Oscuri. Lily scese da cavallo e lo stesso fecero gli altri. Due Oscuri lasciarono il gruppo, congedandosi da Willas Greatwall e lanciando occhiate beffarde a Lily. Altri due invece si posizionarono uno alla sua destra ed uno alla sua sinistra.
“È per sicurezza!”, disse Willas con il suo tono affabile.
Lily lo guardò perplessa, ma non disse nulla. Entrarono nella Rocca, con Willas che precedeva Lily ed le sue guardie del corpo non richieste. Il palazzo all’interno era splendido. Pavimenti di un bianco splendente, grandi quadri appesi alle pareti che ritraevano volpi, paesaggi, amanti. E poi statue a grandezza d’uomo, meravigliose, eleganti, espressive. Rappresentavano corpi elfici, per lo più nudi, alcuni in scene da caccia, altri intenti a suonare arpe o liuti, altri ancora abbracciati gli uni altri altri in un movimento che sembrava vivo.
La sala del trono era ampia, molto ampia. Ai suoi lati vi erano delle balconate, due per lato, una più lontana ed una più vicina al trono. E su quest’ultimo, vi era seduta la sovrana.
La Regina Yeonlang era quanto più vicino alla perfezione ricordava di aver visto in un essere vivente. La regina elfica aveva un corpo slanciato, agile, sinuoso. Lily non esitò a dubitare che la visione di quel corpo suscitasse pensieri di lussuria in chiunque ci posasse gli occhi sopra. Lussuria che Yeonlang non faceva nulla per distogliere dalle menti dei suoi sudditi.
‘O dei suoi nemici’, penso il Comandante.
Indossava una veste leggera, di un colore argento, che sembrava fluttuare in aria non toccando terra mentre la Regina camminava. La veste, notò Lily, lasciava la parte destra del petto di Yeonlang completamente scoperto, e solo una ciocca dei lunghi capelli rossi copriva uno dei seni della Regina, lasciando così solo all’immaginazione di chi si trovasse al suo cospetto, il compito di dare la forma a quella parte del corpo. Di contrasto, gli occhi della Regina sembravano comunicare la potenza e il carisma della Regina. Due laghi blu, ad incastonare il viso dai lineamenti delicati come doveva essere un fiore in cima all’Albero del Mondo di Nordrassil.
C’era già un’udienza in corso, o forse un processo a giudicare da come l’elfa della notte davanti al trono cercava di dimenarsi, trattenuta da due guardie della Regina. Una giovane dai capelli viola.
“Non avete le prove delle vostre accuse! Non ho ucciso io quell’elfa!” sbraitava.
Un individuo, seduto poco distante da Yeonlang si alzò. Era un troll, vestito non come un nobile, ma con vesti umili. Usò un lungo bastone per appoggiare il peso del corpo, e lentamente si diresse verso l’elfa. Lily vide i due occhi di ghiaccio del troll. Sembrava una statua anche lui, era del tutto inespressivo.
‘Deve essere lui Sharuk…’
Il troll guardò per lunghi istanti l’elfa della notte, la quale inveiva contro di lui.
“Cos’hai da guardare, selvaggio?! Stai lontano da me!”
Il troll non reagì, ma si avvicinò ancora all’elfa della notte, fino ad avere il viso ad un palmo dal suo. La giovane kaldorei si azzittì, e il troll parlò. Solo una frase uscì dalla sua bocca, pronunciata da una voce che sembrava…lontana.
“RossoCremisi ti manda i suoi saluti.”
L’elfa della notte, all’udire quella frase, sembrò spegnersi. Smise di dimenarsi, abbassò lo sguardo.
“Portate via questa assassina.” La voce della Regina sembrava una melodia proveniente da una terra bellissima ed irreale. Era calda, calma..viva. “Che venga giustiziata domani mattina.”
Sharuk, l’oracolo della Regina, com’era chiamato, si voltò per tornare ad occupare il suo posto, ma incontrò prima lo sguardo di Lily. I due si fissarono per un po’, poi il troll tornò a sedersi caracollando con il suo bastone.
Willas avanzò fino alle vicinanze del trono, quindi si inginocchiò. Lily, poco dietro l’umano, si guardò intorno. Sulle balconate c’erano gruppi di Oscuri intenti chi a parlare tra l’oro, chi a sorseggiare un bicchiere di vino. Tutti si zittirono per guardarla.
“Vostra Grazia, Lily, Comandante dell’Ordine della Fiamma, è qui”, disse Greatwall.
“Grazie, mio buon castellano”, rispose Yeonlang. Dietro il trono, la volpe rampante ed il sole oscurato occupavano tutta la parte centrale della parete. La Regina si rivolse all’elfa davanti a sé.
“Comandante Lily! Quale ardimento a venire fin qui!”
Alcuni Oscuri sghignazzarono.
‘Non sono benvenuta qui, come pensavo…’
“I miei omaggi, Vostra Grazia. Vengo a voi in termini di pace, per discutere una possibile alleanza tra il vostro regno e l’Ordine della Fiamma.”
Quella frase sembrò divertire Yeonlang, che rise.
“Alleanza? Di quale alleanza parlate? Il mio regno ha già un alleato, o non vedete oltre questo trono?”
“Perdonatemi, Maestà, ma gli Oscuri sono degli invasori, hanno distrutto il nostro mondo! Come potete stare dalla parte di questi assassini?”
Uno degli Oscuri sulle balconate scattò. “Come osi, lurida ribelle!”
Yeonlang alzò delicatamente una mano e l’elfo pallido si azzittì.
“Gli Oscuri vogliono la pace, Comandante. Vogliono l’ordine sul nostro mondo. Siete voi ed i vostri ribelli a fomentare una guerra inutile e ad arrecare danno al nostro amato Azeroth.”
“Noi vogliamo riportare Azeroth ai colori di un tempo! Questo non è il nostro mondo, è un mondo governato da un tiranno assassino!!”
Lily era furibonda, non sopportava le parole della Regina.
“Il Lord dell’Infinito è un nostro amico, Comandante. E non tollero che lo si insulti in queste sale o nel mio regno.”
Il tono di Yeonlang non era cambiato mai, nemmeno per un istante.
“Ed il vostro amico brucia gli sciamani neutrali? Eh? Che mi dite del trofeo che avete esposto fuori dal palazzo!?”
La Regina si alzò. Con leggiadria scese i tre gradini che separavano il trono dal punto in cui si trovava Lily. Tutti sembravano folgorati dalla sua bellezza.
Arrivò vicina al volto dell’elfa del sangue, le prese il mento con due dita e lo alzò. Lily poté come tuffarsi negli occhi di Yeonlang.
“Kentel è venuto qui con l’intento di iniziare una rivolta, ed ha avuto quello che ha meritato.”
Lily ardeva di rabbia e disgusto.
“O quello che meritereste voi, Sua Magnificenza.”
Yeonlang rise. “Come pensavo, non ci può nessun dialogo con dei piccoli ribelli.” Si rivolse alle guardie ai lati di Lily.
“Gettate questa traditrice nelle segrete. Domani consegneremo la sua testa al Lord dell’Infinito.”
Lily cerco di divincolarsi, ma fu tutto inutile. Mentre la portavano via, lo sguardo del Comandante dell’Ordine della Fiamma e quello granitico del troll Sharuk, si incontrarono di nuovo.
Illustrazione in evidenza di Nise-Loftsteinn